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LEONE POV:

Alessio era seduto nel salotto comune, mentre beveva ciò che gli avevo offerto.
Sapevo che aveva domande a cui non avrei potuto dare una risposta, non sincera, almeno.

«Allora...come...insomma...» Sembrava essere una radio interrotta su i pezzi più importanti.

«So che avete e hai molte domande e, preferirei affrontarle con Leonardo qui.» Sapevo che non sarebbe venuto, e se fosse, l'aveva fatto contro voglia.
Prima nostro padre biologico era andato a cercarlo, sono sicuro che gli ha sbraitato contro.

Sento dei passi pesanti, da cui il ritmo so a memoria, Loy.
Entra, si era cambiato, aveva una camicia nera sbottonata ai primi tre bottoni, dei jeans neri.

Si accomoda sul divanetto in pelle nera, che occupa con le braccia.

Arriva anche nostro padre biologico, che si siede su un altra poltrona, vicina ad Alessio.

Si sentono dei tacchi e vedo l'espressione combattuta di Loy.
Anche se non lo ammetterebbe mai, lui è molto protettivo e geloso, sia di me che Rury.

I tacchi suonano sinuosi e quando la figura ondeggiante di Rury attraversa la soglia, il vestito nero le slanciava ogni curva, ma non ero particolarmente interessato.
Era come una sorella. Sapevo che per Loy, però, era qualcosa di diverso.

Appoggia il vassoio con le bevande chieste, da me e Loy della vodka.
Alessio ha preso del Rum, nostro padre biologico ha preso della Tequila.

«Ma fai, tranquilla» Sento sussurrare da Loy, come se un pensiero fosse uscito.
Lei però era vicina, e lo ha sentito.
Si gira verso mio fratello, ed è inevitabile dire che tutto questo mi fa ridere.

«Come hai detto?» Dice lei, era ovvio che avesse sentito.

«Che mi serviva un po' di Vodka. Vero?» Io annuisco complice.

«A te non serve vodka, capo» Dice prima di ondeggiare sui fianchi e scomparire dalla vista di mio fratello.

Che teatro.

Sto cercando di contenermi, ma mi viene da ridere, perché si vede la certa tensione tra i due, e se ne sono accorti anche Alessio e mio padre.

Alessio trattiene un sorrisetto.
Nostro padre invece lo guarda.
Io sto per morire per soffocare al massimo la risata, per non scoppiare a ridere, in faccia a Loy.

Poi però incrocio lo sguardo con Alessio, e scoppiamo a ridere, in tutto questo Loy mi fulmina con lo sguardo.

Nostro padre sorride, forse per l'atmosfera che si era creata, forse perché anche lui era divertito.

Il mio sogno si stava avverando.

Sentivo lo sguardo di Loy su di me, era pungente e velenoso.
Era un avvertimento, lo avvertivo, sentivo i suoi pensieri, lo conoscevo bene.

"Cosa cazzo stai facendo, ti fidi davvero di loro?" immagino la sua voce mentre me lo dice, nella mente.
So che lo pensa. So che devo stare attento, ma-
Dio. Ma?
E se Loy avesse ragione? Non dovrei correre così tanto.

«Ragazzi. Noi...come fate a vivere qui? Abbiamo cercato su i vostri genitori ed erano disoccupati...come...?» Domanda nostro padre, curioso e confuso, come è giusto che sia.

Loy sa già che io sono più bravo a mentire, quindi sta zitto.

«Beh, un amico ha una catena di ristoranti famosi in tutto il territorio, ci lavoriamo anche noi» Famosi perché ci vengono i nostri clienti, per comprare droga.
Poi ovviamente c'è anche chi mangia tranquillamente con le loro famiglie incosciente che la maggior parte delle persone vicino a loro sono mafiosi o criminali.
Comunque non brave persone.

«Oh! Wow! Davvero, come si chiamano?» Potevo dirlo, dato che la mafia italiana non è mai venuta come mafia nei nostri ristoranti.

«The black rose» Dico.

«Si, l'ho sentito mi pare...si! L'ho sentito» Certo che l'ha sentito, sicuramente uno dei suoi figli, cioè miei fratelli era andato a comprare qualcosa.
Oppure un suo amico, conoscente o chi gli pare.
Ma era ovvio che ne avesse sentito il nome.

Annuisco.

«Ragazzi, lo so che siete affezionati a questo ambiente...» Ma anche no.

«Ma dobbiamo portarvi a casa, con i vostri altri fratelli. Spero che-»

Loy si alza di scatto.

«Dove vai?» Chiede nostro padre a Loy, che sembra combattuto.
Si gira verso di me e mi scruta attentamente, poi guarda nostro padre.

«A preparare le valigie» Dice con voce forzata e so che se fosse per lui, sarebbe rimasto qui.

Si sente un rumore, di tacchi.

Lei mi guarda e con un gesto, che Alessio e mio padre non notano, mi dice di andare lì da lei.

«Anche io. Aspettate qui» Dico, raggiungo Rury che mi guarda allarmata.
Cosa è successo?

«Volete lasciare la città? La scuola? La casa....e...e me? Volete lasciarmi qui a marcire, vero!?» Sussurra arrabbiata.
No, non l'avrei lasciata qui, ma per la sua testa l'avrei fatto.

«Verrai con noi, tranquilla» Lei sembra rilassarsi e rilasciare un respiro che aveva trattenuto.
Era sollevata che l'avessi detto.

«Loro lo sanno che vengo? E devo prendere i vestiti? E..» Non finisce di parlare.

«Ci pensa Leonardo, ed io se necessario. Adesso vai così ti spiega meglio» Corre inciampando in paio di volte, è divertente.
Tanto che mi scappa una risatina.
Vado a preparare la mia valigia.

Ne ho prese 4.

Una per i vestiti, una per gli oggetti, una per le armi ed una per i soldi.

Incontro Leonardo per il corridoio, ha la sua valigia nera con un borsone, indovinate il colore? Nero.

Scende anche Rury dalle scale, saltellando anche un po', e non capisco se vuole rompersi qualche ossa, dato che ha i tacchi.

Scende anche Rury dalle scale, saltellando anche un po', e non capisco se vuole rompersi qualche ossa, dato che ha i tacchi

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(👆 Vestito di Rury)

I capelli vanno da tutte le parti, arriva da noi e ci saluta.
È felice, esce per la prima volta da chissà quanto, e questo spiega il perché del vestito.
Per una volta che può uscire, vuole essere carina.

Leonardo le sta dietro come un cane da segugio, io invece cammino normalmente.

Ho una giacca bianca panna, una camicia bianca, i pantaloni...beh, color panna.
E le scarpe marroni.

Loy ha una giacca nera, camicia bianca, pantaloni neri e scarpe nere.

Siamo l'opposto, in questo momento.

Arriviamo da Alessio e nostro padre, che ci sorridono.
Loy sta attento solo a Rury, anche se so che se glie lo chiedessi, negherebbe.

«Andiamo con la macchina?» Domanda Alessio a suo padre.

«No, meglio se andiamo con il nostro Jet
privato.» M'intrometto, ho più o meno una valigia piena di armi, se loro avessero un allarme, sarei finito.

«Okay...» Dicono all'unisono.

Andiamo.

The mafia Brother Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora