Le sue mani erano ancora e sembravano quasi impresse a fuoco sulla carrozzeria nera della sua macchina quando Shouto, furioso, la portò a lavare il giorno dopo...

Aveva scelto di farlo da solo, aveva scelto di chiudersi in uno di quei cubicoli, dotati di lancia , sapone, spugna e pelle,  e fare quel lavoro manualmente proprio per cercare di sfogare il suo umore nero e cercare di non pensarci...

E per un pò ci riuscì anche...

Per un pò,  anche facilitato dall'espressione che aveva e che teneva lontane le altre persone nonostante lo avessero riconosciuto benissimo, era riuscito a non pensare a quegli occhi rossi ed al modo in cui riuscivano sempre a catturarlo ed a fregarlo...

Ma le sue mani erano ancora impresse sul telaio del motore , quasi in rilievo su quel nero lucido, e la spugna che Shouto aveva in mano  prese immediatamente fuoco nonostante fosse inzuppata  di acqua.

Odiava quella sensazione...

Odiava quella morsa nello stomaco ed Innanzitutto , e soprattutto,  odiava il come lui diventava quando Katsuki Bakugou era nei maledetti paraggi

Non ne era sorpreso...questo no...

Ma questo non voleva dire che fosse semplice da accettare l'essersi svegliato senza di lui ,per l'ennesima volta,  ed aver scoperto che anche il conto dell'albergo era stato pagato.

Come una puttana...

Ecco come si sentiva Shouto...

Come una puttana incapace di dire di no ad un cliente per quanto sia consapevole che ha una maledetta malattia e che prima o poi,  all'ennesima scopata, gliel'avrebbe attaccata

Perché era questo che era Katsuki per lui ..

Una malattia.. una maledetta spina nel fianco...

Un desiderio che non era capace di gestire ed un dolore completamente diverso da quello causato dall'inaffettività  della sua stessa famiglia

Almeno quello era stato la sua vita no?

Ma essere tra le mani di Katsuki,  vederlo in quel modo, avere il lusso di toccarlo, di morderlo, di baciarlo, di....amarlo per poi vederselo sfuggire dalle mani come un serpente...quello...beh...quello faceva male anche a lui...

Perché Katsuki era stato il primo e Shouto era consapevole che non era solo questione di verginità e di esperienza.

Katsuki era stato la sua prima carezza... Era stato le sue prime dita intrecciate.

Era stato il suo primo fiato mancato, il suo primo gemito, le sue prime unghie piantate nella schiena.

Era stato il suo primo respiro spezzato ed il suo primo bacio...

Il suo primo respiro sul collo e le prime lacrime che aveva sentito scorrere, sulla sua pelle, non causate da dolore ma causate dal piacere....

E gli aveva portato via tutto...

Già da quella prima mattina ,alla UA,  Katsuki gli aveva strappato tutto a sangue e se n'era semplicemente lavato le mani ignorandolo  come faceva ogni giorno.

Non gli aveva concesso una spiegazione,  non gli aveva dato una giustificazione,  non gli aveva concesso nemmeno il lusso di poter sapere il perché, tra i tanti, avesse scelto proprio lui...

Non gli aveva permesso di chiedergli scusa e quando Shouto ci aveva provato, trovando delle piccole macchie di sangue sul suo letto e capendo di avergli fatto male, Katsuki si era limitato a ridargli in faccia ed a girargli la schiena come se anche quelle scuse, dato che facevano parte di lui, erano ignorabili ed inutili...

Proprio come il ragazzo che le stava pronunciando...

Ed il dolore, la confusione,  quella sensazione di aver perso un pezzo di , tra quelle pareti spoglie da studente, aveva accompagnato Shouto per quasi due anni prima di ritrovarsi di nuovo vittima di un desiderio che, per quanto si sforzasse, non riusciva a tenere sotto controllo...

E poi ,ancora, alla festa del giorno prima...

Il bicolore lanciò la spugna a terra, l'odore di chimico a spargersi nel cubicolo del lavaggio e gli occhi pieni di una rabbia a malapena trattenuta, prima di ghiacciarla e girare lo sguardo verso quelle impronte ancora impresse sulla carrozzeria

Lavandole via con rabbia, usando l"avambraccio ed il gomito come spugna, e ripromettendosi che non gli avrebbe concesso mai più di sentirsi così...

Una nullità, tra le nullità,  che non valeva nemmeno lo sforzo di un saluto....

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