Thecla

Prologo

Nell'immenso Oceano Celestiale, tra acque cristalline e correnti misteriose, si ergeva l'isola di Oatanea. Un regno di antica bellezza, dove le montagne toccavano il cielo e le foreste sussurravano storie dimenticate. I villaggi prosperavano sotto il sole dorato, e i campi verdi si estendevano fino a dove l'occhio poteva vedere. Ma tra queste pianure fertili, si trovava un segreto che nessuno osava svelare.

La leggenda di Oatanea parlava di una porta misteriosa. Una porta di legno antico che si ergeva solitaria nelle vaste pianure del regno. Non c'era alcuna strada che conduceva ad essa, eppure tutti sapevano dove si trovava. Le sue assi erano consumate dal tempo, e sopra di essa, incise nella pietra, parole in una lingua dimenticata.

"Non aprire mai questa porta," dicevano i saggi del villaggio. "Perché dietro di essa giace un potere che il mondo non deve conoscere."

Gli abitanti di Oatanea vivevano nel timore reverenziale di quella porta. Raccontavano di come, secoli addietro, il regno fosse stato protetto da una potente magia, sigillata dietro quelle assi di legno e pietra. La porta era il baluardo contro forze oscure, entità che avrebbero potuto distruggere l'isola se fossero state liberate.

I bambini crescevano ascoltando storie di eroi e regine, di draghi e incantesimi, ma la storia della porta rimaneva la più affascinante.

L'aria di mistero avvolgeva ogni cosa sull'isola. La vita quotidiana proseguiva tranquillamente: i contadini lavoravano nei campi, i pescatori solcavano le acque, e i mercanti animavano i mercati con le loro voci squillanti. Ma il pensiero della porta era sempre presente, come un'ombra che nessuno poteva ignorare.

Non molto lontano dalla porta c'era il castello del re Atlas e della regina Nimue, protettori e governanti del regno Oatanea. Questi avevano una figli curiosa e coraggiosa: Thecla. Mentre i suoi coetanei si accontentavano di ascoltare le storie, lei desiderava viverle. Spesso si avventurava nei boschi e nelle grotte, alla ricerca di qualcosa che nemmeno lei sapeva definire.