Scappa

2.2K 106 2
                                    

Stavo per entrare nel palazzo di Jake, quando vidi di nuovo una BMW nera parcheggiata li davanti. Cercai di vedere se ci fosse qualcuno al suo interno, ma con quei vetri oscurati era impossibile. Cercai di non farci caso, ignorai il brivido che percorse la mia schiena e impaziente corsi in ascensore.

《Jake sono io! Apri!》dissi, dopo cinque minuti passati a suonare il campanello.
Poco dopo la porta si aprì e apparve lui bagnato e solo con un paio di pantaloncini da basket.
Cercai di contenermi, anche se dentro di me stavo facendo tripli salti mortali.
《Ehi scusa, stavo facendo la doccia. Entra!》.
Oltrepassai la soglia e ci dirigemmo in salotto.
Mi fece accomodare sul divano e si sedette vicino a me.
Per un pò nessuno aprì bocca, poi all'improvviso si avvicinò a me, lasciando pochi centimetri di spazio tra i nostri visi, quasi da farmi mancare il fiato.
《Jake?》sussurai.
《Perdonami, Nam. Perdonami perché sono stato uno stronzo e ti ho fatto soffire. Ma ti giuro che questi giorni sono impazzito senza te, ho bisogno di averti! Sei essenziale e non voglio lasciarti andare. Penso quindi sia arrivato il momento di dirti tutto》.
《Continua, ti ascolto》 risposi, prendendogli la mano.
Lui si allontanò un pò dal mio viso e iniziò a parlare.
《Tutto iniziò cinque anni fa, con la morte di mio padre. Lavoravo nella sua azienda come architetto e cavolo, eravamo una coppia fantastica, poi un giorno lui non tornò a casa. Io e mia madre lo aspettammo a cena, ma non si fece vedere. Pensammo così che fosse rimasto in ufficio a lavorare fino a tardi, di solito gli succedeva spesso, ma stavolta non fu così.
La mattina dopo non era in casa, corsi in ufficio preoccupato e lo trovai li, steso a terra con una pallottola in fronte e un foglio in mano》si fermò qualche secondo con le lacrime agli occhi e strinse ancora più forte la mia mano, poi continuò 《Non riuscivo a crederci, non potevo muovermi perché ero paralizzato e non riuscivo più a respirare. Caddi in ginocchio e per mezz'ora l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere e strillare. Erano le sei e mezzo di mattina e non c'era ancora nessuno.
Dopo aver ripreso fiato, mi avvicinai a lui e presi il foglio dove avevano scritto: non si può fare i furbi con noi, hai rovinato il nostro lavoro e noi abbiamo rovinato la vostra vita, per sempre. Rilessi quel foglio milioni di volte fino a che non realizzai chi fu a uccidere mio padre. Nel mentre chiamai la polizia e il periodo successivo fu una tragedia, mia madre cadde in depressione e io non riuscivo ad aiutarla in nessun modo perché stavo male quanto lei.
Cercai di portare avanti l'azienda e fu veramente difficile, ma dopo un anno uscimmo da quel periodo》riprese fiato e io lo abbracciai con le lacrime che mi rigavano il viso, non potevo pensare a quello che gli era succeso.
《Purtroppo mio padre era finito per sbaglio in un progetto insieme a una banda di mafiosi e quando lo scoprì fece saltare tutto, smantellando anche loro. Ma mai avrei pensato potessero ucciderlo, mai.
Con il passare del tempo, iniziai a pensare alla mia vendetta, arruolai gente che era nemica di quel clan e poco a poco iniziò questa guerra, che ancora oggi non è finita. Capisci ora perché ho paura di starti vicino? Non voglio che ti vedano insieme a me》disse lui disperato.
《Jake, mi dispiace, ma come avrei potuto saperlo? Grazie per avermelo detto》sussurai.
Mi prese il viso tra le mani, asciugò le mie lacrime e iniziò a baciarmi.
Baci casti, che poi iniziarono a diventare più infuocati. All'improvviso si alzò e mi prese in braccio conducendomi nella sua camera, mi fece sdraire sul letto e salì sopra di me. Iniziò a lasciare baci sul mio collo e poi sulle mie labbra, lasciandomi senza fiato. Mi tolse la maglietta e poi i pantaloni, ma ad un certo punto si fermò a fissarmi come per avere il mio consenso.
Questa volta ero pronta davvero, volevo sentirlo ancora più vicino, quindi annuii e lo lasciai avvicinarsi.
Si stese sopra di me e già potei sentire premere qualcosa sulla mia coscia, iniziò a baciarmi ancora e ancora , poi scese sul mio seno e iniziò a stuzzicarmi. Non avrei potuto resistere ancora, così lo tirai su e iniziai io baciarli sul collo. Lo sentivo fremere e respirare con fatica, cercava di trattenersi, forse aveva paura e così decisi di fare io il primo passo, tirai giù prima le miei mutande, poi le sue e il resto venne da se.
Scartò la bustina di plastica, infilò il preservativo e entrò dentro di me, riempendomi.
Passai le ore più belle della mia vita e mi convinsi sempre di più che era con lui che volevo stare.
Mi alzai dal letto e mi ricordai di dover mandare un messaggio a Peter, così aprii la porta piano per non svegliare Jake e andai in salotto.
Guardai il telefono e vidi che erano le due di notte. Ma accidenti, quanto tempo era passato?
Rassicurai Peter e gli dissi che sarei rimasta qui, poi tornai in camera.
Mi stesi sul letto e iniziai a fissare Jake che dormiva.
Aveva un viso più rilassato rispetto alle altre volte ed era bellissimo come sempre. Quante ne erano successe fino ad oggi e nonostante tutto sono di nuovo qua con lui. Pensare a quello che ha passato e quello che può rischiare ancora. Ma...cazzo!
《Jake! Jake! Svegliati presto》urlai, scuotendolo più forte possibile.
Lui si svegliò di scatto e spaventato mi chiese 《 che è successo??》.
《Ti ricordi sabato notte quando sono venuta a casa tua? 》dissi frettolosamente.
《Si e allora?》chiese lui.
《 Quando sono uscita per andarmene, qualcuno ha iniziato a seguirmi con una macchina nera! All'inizio non ci feci caso, ma poi la vidi sempre più vicina e iniziai a correre. Sentii la macchina accelerare e così capii che ero nei guai, fortunatamente trovai un bar aperto e mi fiondai dentro, finché l'auto non si allontanò 》risposi tutto d'un fiato. 《Cazzo sono loro, cazzo》strillò lui.
Scese dal letto e cominciò a rivestirsi.
《Jake, prima quando sono venuta qui quella macchina era qui fuori》sussurrai senza fiato.
Si bloccò di colpo e mi fissò, aveva il terrore negli occhi. 《Perché cazzo non me l'hai detto??》 Urlò, spaventandomi ancora di più.
《Scusa Jake, pensavo fosse una coincidenza》risposi,iniziando a tremare.
Lo vidi prendere il cellulare e chiamare. 《Venite qui, immediatamente! Sono qui e vogliono la ragazza! Presto non c'è tempo Markus!》buttò il telefono sul letto, si avvicinò a me e disse 《Sapevo che sarebbe finita così, scusami Nam. Ti proteggerò, te lo prometto》.
Non feci in tempo a rispondere che sentimmo un rumore assordante provenire dall'ingresso. Erano qui.

Ti va di rischiare?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora