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Che schifo.
'Che schifo' pensava Near, sdraiato sul suo letto, mentre un ragazzo chinato sopra di lui continuava a entrare e uscire ansimando.
La pelle sudata, lucida, i capelli biondi fino alle spalle. Era più palestrato di Mello ma Near non ci faceva molto caso, guardava solo i capelli, non lo toccava nemmeno.
Non era divertente il sesso. Non si poteva nemmeno definire squallido.
Il sesso non era nulla.
Era come un soffio di vento troppo debole per far muovere le foglie degli alberi.
Era inutile.
E a Near non piaceva comunque.
In realtà a Near non piaceva niente, però alcune cose nella vita per lui erano 'ok', come il bagno caldo, come le paperelle di gomma, come i vestiti puliti e profumati e le lenzuola appena cambiate.
Era 'ok' anche quel ragazzo biondo, lo aveva scelto da un catalogo che aveva richiesto ad Halle.
Near aveva letto nei libri che alcune cose della vita erano fantastiche, per esempio il sesso, ma lo aveva deluso, come si aspettava.
I libri, i film, le canzoni, mentivano: nella vita non c'era nulla di bello o interessante, non il sesso, non l'amore, non le donne, non gli animali.
Era tutto un ammasso grigio, era tutto da buttare nei cassonetti dell'umido che impregnavano le strade di puzza, quella puzza penetrante e sgradevole che si può sentire solo in città.
Che schifo.
Che schifo la vita.
Dopo il caso Kira tutto aveva smesso di interessargli, ogni cosa. Il caso Kira era stata l'ultima volta che lui e Mello avevano fatto una gara insieme.
Ma era finito il tempo di giocare. Mello non c'era più e il grigiume aveva inghiottito tutto. Il grigiume che probabilmente era uscito dagli stessi cassonetti per mangiarsi la città intera, il mondo intero.
Ma che schifo.
Il suo flusso di pensieri fu interrotto solo dai rintocchi dell'orologio.
Finito.
Il suo gigolò aveva finito il turno.
"Ti è piaciuto?" Gli chiese il ragazzo biondo, dopo essersi seduto e accesasi una sigaretta.
"Mh hm" annuì Near lentamente, con sguardo assente, infilandosi le dita tra i capelli per compiere il suo solito movimento.
Che schifo.
Non si era nemmeno accorto quando il ragazzo fosse uscito. Non sentiva nulla.
"Uscendo dalla camera Halle ti darà i soldi, come al solito" disse Near, guardando i capelli biondi che si posavano appena sulla schiena nuda del tipo, illuminato solo dalla luna e dalle luci confuse della città che entravano prepotentemente dalla finestra.
"Non vuoi che resto ancora un po' con te?" Chiese quello, girandosi verso Near e sorridendo allusivo.
"Che?" Domandò Near ripiombando nella realtà dai suoi pensieri, con aria estremamente distratta.
"Niente lascia stare, vado" Rispose il ragazzo tornando serio, per poi spegnere la sigaretta nel posacenere sul comodino e prendere i vestiti che aveva lasciato ai piedi del letto.
Near neanche lo vedeva più, come se fosse scomparso dalla stanza allo scadere del tempo previsto per la prestazione, era tornato nella grande massa grigia. Near sentiva solo qualche rumore di sottofondo come la zip dei pantaloni che si chiudeva e i passi lenti che andavano verso la sua porta per poi sentirla chiudersi, come una cassaforte, che non lasciava più entrare nessuno e teneva l'albino lontano da tutto quanto. Dal resto. Da quel che era ancora vivo.
Che schifo.
La domanda che continuava a ronzargli per la testa da anni era se il sesso avrebbe fatto schifo in modo uguale anche se lo avesse fatto con Mello. Chissà.
Si avviò alla finestra per aprirla del tutto, per far uscire la fastidiosa puzza di fumo che aveva impregnato la camera.
Matt. Anche il suo fumo puzzava così tanto? Forse quando fumava lui puzzava di meno, perché Matt era divertente, quindi le sue battute e le risate scacciavano quell'odore fetido?
Eppure non poteva fare a meno di odiarlo. Matt. Matt che era andato via con Mello. Se ne erano andati insieme. Chissà se loro avevano fatto sesso insieme. Chissà se a loro piaceva... Chissà se in realtà lo avevano fatto con le donne.
Il fumo richiamava sempre domande dolorose, a cui Near non sapeva se volesse trovare o meno una risposta.
Che schifo le donne e che schifo Matt con la sua puzza di fumo, anche se rideva, anche se scherzava.
Mello no però. Mello non gli aveva mai fatto schifo, la pelle degli esseri umani così disgustosa, che produceva sudore, per qualche motivo stava bene solo a Mello, anche da bruciata.
Near si rimise nel letto e si sitemò addosso solo la camicia da notte, lasciando mutande e pantaloni là dove erano finiti, in giro per la camera.
Aprì il cassetto del suo comodino e tirò fuori un rosario.
Quel rosario.
Si sdraiò e sollevò un braccio per tenerlo alto, per permettere alle luci notturne che entravano dalla finestra di illuminarne il crocifisso che volteggiava davanti ai suoi occhi.
"Mello, mi chiedo cosa mi avresti detto se avessi saputo qual era il mio desiderio..." disse al rosario,
"...magari saresti rimasto sorpreso, magari lo avresti trovato divertente, magari lo avresti accettato... ma più probabilmente mi avresti guardato e mi avresti detto sbalordito solamente:
'Che schifo.'"

Che schifo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora