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sottofondo musicale: My Life Be Like (Ooh Aah), di Grits e TobyMac

sottofondo musicale: My Life Be Like (Ooh Aah), di Grits e TobyMac

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OLIVIA



Arrivo nella divisione di Devin con il cuore che pulsa in gola, come se l'adrenalina della corsa non si fosse mai spenta.

La paura di una morte scampata mi pizzica le dita. Invisibile e irremovibile si camuffa come un camaleonte nei miei polpastrelli, che tremano ancora sulla fibra del volante.

Ma è tutto passato.
Sono viva, ciò vuol dire che per lei c'è ancora una speranza.

Cerco di ignorare il suono dello sparo che rimbomba nel mio cranio come metallo caduto al suolo e mi concentro su quella di My Life Be Like (Ooh Aah), di Grits e TobyMac, che riempie la divisione arbitraria di Devin Namara.

La musica delle casse riempie la sezione illegale dove avvengono le street races a suo nome, dando un ritmo da seguire ai fianchi delle ragazze che hanno scelto il mondo più vizioso per mostrare fisici statuari.

«Ma ditemi voi se quella stronza in gonnella non è Oliviera!»

Riconosco subito la rauca accoglienza di Sven, il meccanico costantemente strafatto che vanta di più tatuaggi in corpo che neuroni. Il serpente inciso nel suo collo striscia fino alla testa rasata di un biondo platino, di cui ricrescita castana dona un effetto dorato quando si avvicina con una birra in mano e una sigaretta incastrata all'orecchio.

«Olivia» rettifico e scendo dall'Aventador con zero voglia di scherzare. «Ecco, tieni. Sistemala prima di darla a Devin» mi sbarazzo delle chiavi dell'auto con un lancio flemmatico.

E pensare che questa Lambo sarebbe potuta essere la mia bara.

Le due sfere ghiacciate di Sven mi percorrono dalla testa ai piedi prima di farlo con il gioiellino a quattro ruote danneggiato.

«Cazzo, Liv, non è da te portarmi macchine così messe male»

«E sì, Sven, anche io sto bene, grazie» mi tolgo un pezzo di vetro dallo zigomo.

Appena lo sorpasso non è solo il suo odore di erba e muschio a pizzicarmi le narici, ma anche il suono della sua voce maschile che mira al mio udito come un missile a sensore ottico.

«Oliviera»

Mi fermo e mi giro.

«Olivia. Che vuoi?»

Con mia sorpresa, Sven mi rilancia le chiavi della Lamborghini.

«Non posso aggiustare la macchina»

«Oh, ma andiamo, è solo un finestrino rotto» gliele rigetto.

«Non è per il finestrino rotto» me le ributta lui.

Una risata nervosa mi buca le guance.

Anche Sven lavora per Devin. Rimette a lucido i gioielli sportivi che entrano nelle tasche di Namara per conto mio, scommesse e talvolta vittorie. Poi vengono rivendute a chi vuole gareggiare ma si presenta senz'auto, o ad altre divisioni illegali che fanno richiesta.

RIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora