Prologo

159 14 3
                                    

3 anni prima

Mi giro e mi rigiro nel letto, il sudore causato dalla afosa notte non mi dà tregua. Non si respira, l'aria non passa da nessuna fessura e il mini ventilatore posto ai piedi del letto non riesce a darmi sollievo.

Le mie gambe nude sembrano dei Marshmallow attaccati.

Innervosita scaccio via il lenzuolo facendolo cadere a terra.

Questa azione fa mugolare le pesti ovvero la mia sorellina di un anno, Ariadne, e il mio fratellino di cinque, Levi.

Lentamente apro gli occhi abituandomi con altrettanta lentezza all'oscurità che circonda la mia camera.

Ormai tutte le notti le passo in piedi, puntualmente mi sveglio alle 3:00. È come se avessi impostato un orologio, peccato che quel orologio sia l'estate torrida che ha colpito New York.

Con le dita sposto una ciocca di capelli dal mio volto, posso ancora sentire l'odore della tinta appena fatta.

Per curiosità afferro il cellulare dal comodino, osservando poi l'orario, sapendo tuttavia già che ore sono.

Eh infatti, ecco che sono le 3:00.

Mancano poco meno di tre ore, dopodiché dovrei stare a scuola.

Sbuffando, mi rigiro nel letto guardando in fine il soffitto.

Cosa ho fatto di male per meritarmi solo qualche ora di sonno? La notte era l'unica mia salvezza, l'unico momento dove poter stare tranquilla e in pace nel mio mondo, nella mia camera.

Beh non proprio mia, visto che la condivido con i due birbanti che dormono beati nei loro lettini difronte a me.

Con le mani mi alzo su l'enorme maglietta di Silas, mio fratello maggiore, quando la poca aria del ventilatore solletica la mia pancia, un senso di leggero benessere si irradia in me.

Peccato che dura poco.

Decido di alzarmi, è inutile stare a poltrire in questo letto.

Spero che il poggiare i miei piedi a terra mi dia un po' di sollievo, a contatto con le mattonelle, peccato però che queste siano ardenti.

Ma che cavolo? Mai una gioia!

Mi alzo da letto e in punta di piedi mi dirigo verso la porta, tuttavia prima di aprirla sono costretta a spostare, cercando di non fare rumore,  la poltrona davanti ad essa.

Fortuna che le due pesti non si svegliano, non si accorgono di nulla. Ne tanto meno della poltrona che viene spostata.

Da quando Theo, il nuovo compagno di mia madre nonché padre di Ariadne e Levi, ha avuto dei comportamenti ambigui nei miei confronti, ho deciso di dormire sempre con la porta sbarrata.

Inizialmente sembrava una persona a posto, faceva il simpatico e faceva di tutto per conquistare me, mia sorella Nikla e Silas. Ci è perfino riuscito, ma ci sono stati dei comportamenti, delle azioni che hanno fatto scattare in me un campanello d'allarme.

La prima volta ho pensato che la mano passata sul mio sedere fosse solo una coincidenza, una svista in mancanza di spazio a causa di un party affollato tra amici.

FighterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora