6. Maschere e gelosie

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Chris

«Ragazzi venite pure voi da Johnny?»

Declan e gli altri hanno deciso di passare dal nostro amico e compagno di squadra Johnny, prima di andare a celebrare la vittoria della partita vinta questa mattina, in qualche locale.

«Io passo» dico continuando a camminare con al mio fianco Aiden. Quest'ultimo a sua volta declina l'offerta.

Mentre gli altri sono felici e non vedono l'ora di festeggiare, io e il biondo non siamo proprio in vena. Il nostro umore è di merda.

Aiden è uscito dallo spogliatoio con il volto completamento nero, non ha spiccicato nemmeno una parola da quando abbiamo iniziato a camminare. Non ha nemmeno avuto la voglia di guidare, infatti la sua macchina l'ha utilizzata sua sorella per tornare a casa.

«Siete sicuri? Dai il capitano non può mancare! Ci sarà tanto alcol e ci saranno tante belle ragazze pronte per noi...» il tono di voce del nostro amico è scherzoso e allusivo, come sempre.

«Andate voi a festeggiare, sarà per una prossima volta» finalmente dopo tanto sento la voce del biondo.

Declan non insiste, sa che sarebbe una battaglia persa. Ci saluta e raggiunge gli altri, sparendo subito dopo. Io e Aiden invece continuiamo a camminare con il borsone sportivo sulle spalle.

Per qualche minuto in torno a noi regna il silenzio, l'unico suono udibile sono solo le nostre scarpe sull'asfalto. Poi decido di rompere la quiete schiarendomi la gola e togliendomi quel sassolino che proprio mi dà fastidio da stamattina.

«Comunque Blanchford vedi di mettere in riga la tua nuova sorellina» esclamo con un tono leggermente aspro. Se ripenso alla scena di questa mattina nei corridoi della Fenix mi ribolle il sangue nelle vene.

Aiden volge il suo sguardo su di me, in un primo momento aggrotta le sopracciglia poi in un secondo momento capisce che mi sto riferendo a zucchero filato aka fenicottero aka Deva.

«Non deve mettersi in mezzo tra me e King» esclamo quasi infastidito nel ripensare al suo snervante comportamento da guerriera amazzone.

«Lei fa quel cazzo che le pare, non devo mettere in riga nessuno» il tono di voce del mio amico è calmo, fin troppo a dire la verità. Tuttavia se si è bravi ad ascoltare, si può notare un leggero fastidio nel suo tono di voce.

«Che c'è? Stai dalla sua parte ora?» gli domando quasi ridendo per il nervoso, mentre lo osservo. Lui continua a camminare, non dice nulla.

«Ti ha già fottuto il cervello?» lo provoco.

Aiden si ferma senza preavviso, si volta completamente verso di me lasciando cadere il borsone a terra.

«Bada a come parli Thomas! Non mi ha fottuto un bel niente, non mi interessa e non voglio parlare di lei né ora e né mai!» dice puntandomi un dito contro, il suo atteggiamento mi sorprende, cosa gli succede?

Subito dopo riprende il borsone in mano e continua a camminare. Io a mia volta riprendo a camminare, seguendolo.

Osservandolo da dietro posso notare che mentre cammina il suo corpo ha dei sussulti, come se fosse talmente dolorante da non poter fare nemmeno un movimento.

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