L'incredulità

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Passo dopo passo, minuto dopo minuto le bizzarrie del mondo continuavano ad accumularsi.

In men che non si dica si rivide sui giganteschi schermi pubblicitari alla New York o alla Tokyo etichettato come soggetto non identificato ed essendo dunque nel mirino della polizia per l'identificazione decise dunque di trovare discretamente un riparo dove stabilirsi.

Alla luce di questa decisione s'incamminò quasi furtivamente cercando di mescolarsi alla gente ma senza molto successo fino ad arrivare in un vicolo poco illuminato ma al contempo molto pulito.

Le persone lo notavano e continuavano a fare foto e video, così non aveva nessuno scampo dalle autorità e non sarebbe mai riuscito a scappare; doveva trovare un modo per confondersi.

D'un tratto un uomo gli si avvicinò dal nulla offrendogli il suo aiuto dicendo che però in cambio aveva bisogno della sua più completa collaborazione ma senza aggiungere informazioni utili in più, a quella proposta il nostro protagonista, dopo aver chiesto ulteriori informazione ma non avendole ricevute, si spaventò e gli rispose negativamente e appena n'ebbe l'occasione se ne andò dal quel vicolo; l'uomo svanì nell'ombra come quando comparve poco prima.

Poco più avanti, in un vicolo molto simile al primo, incontrò un gruppo di ragazzi intenti a fare discorsi che non sembravano molto amichevoli, non li approcciò ma loro lo videro e lo sequestrarono per prenderlo di mira. Cominciarono a fargli domande e minacciarlo, fino a picchiarlo e a rubargli il poco che gli era rimasto.

I ragazzi scapparono con tutti i suoi averi, mentre lui rimase accasciato a terra completamente nudo e pieno di lividi. Un senzatetto volle offrirgli il poco a sua disposizione per aiutare un compare e il nostro protagonista si sentii di accettare soltanto il minimo indispensabile ma senza togliere troppo al buon samaritano.

Trovando dei vecchi vestiti nel cassonetto se ne accontentò, erano logori, consumati e sporchi ma si accontentò; si trattò di un completo verde scuro e scarpe nere, con una camicia bianca e cravatta nera; puzzavano un po' di pattume ma almeno era vestito e poteva più facilmente confondersi tra la gente.

Ringraziò quindi il senzatetto, e dopo aver preso coraggio, si rimise in marcia alla scoperta di questa futuristica metropoli in cui era misteriosamente stato catapultato.

La gente si girava per l'odore mente il nostro primattore gli passava da parte camminando per le strade della città; molte strade e molti sguardi con nasi tappati dopo, un negozio di vestiti spuntò di fronte a lui sull'altro lato della strada.

Attraversata la strada si affacciò alle vetrine del negozio e vide bellissimi vestiti, per lo più furono maschili, c'erano pochi vestiti femminili, erano per lo più completi a tinta unita di colori diversi e ognuno era contrassegnato con un cartellino che indicava l'occupazione alla quale si adattavano quegli indumenti come i colori stessi.

Guardando oltre gli indumenti esibiti in vetrina si nota sullo sfondo un negozio curato con un pavimento in granito lucido pregiato e guardaroba di legno altrettanto lussuoso.


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