"Sto andando ad appendere l'orario" Parcheggia la macchina velocemente ed apre la portiera uscendo con un foglio bianco e degli orari sopra.
"Spero vadano bene" comincia a camminare verso l'entrata ed io lo seguo come un cagnolino. Ci manca solo che gli guardi il culo...Eh te pareva ora che l'ho pensato, mi scende lo sguardo, sicuro fa palestra, non puó essere che lo abbia cosí naturale. Il tessuto dei pantaloni avvolge perfettamente la sua forma, solitamente é Tiff che si lamenta invidiosa di ragazzi che hanno un bel culo, ora peró la capisco.
Distolgo lo aguardo prima che possa accorgersi che lo sto guardando. "Oliver" Sobbalzo al sentir pronunciare il mio nome, pronto a essere esposto, scoperto dal mio stesso professore conosciuto questa mattina.
"Vanno bene gli orari vero?" non mi ero accorto fossimo davanti alla bacheca, quando abbiamo varcato la porta? quando siamo arrivati nel corridoio?
Controllo velocemente gli orari, domani alle 15:30 fino alle 5:30, lunedí alle 5 fino alle 8 e martedí alle 4 fino alle 7:30. "Le stai guardando perplesso, cosa c'é di strano?"
"Avevamo la prima uno di questi giorni" la mia voce suona spezzata, perché ? perché sono triste, mi preparo per la prima da tutto l'anno.
"Lo so, la faremo, solo un po' piú tardi" cerca di confortarmi e appoggia una mano sulla mia spalla, accenna un sorriso rassicurante e mi guarda negli occhi aspettando qualcosa.
"Di quanto?" la domanda non sembra sorprenderlo, lascia ricadere il suo braccio sul fianco, la manica della camicia ricade giú sul polso e comincia a camminare davanti alla bacheca.
"Voglio solo conoscere il vostro potenziale, finiti gli incontri cercheremo la data perfetta" annuisco mentre lui continua a fare lentamente avanti e dietro nel corridoio.
"È un po' tardi, dovresti tornare a casa Oliver" torna a guardarmi dall'alto in basso. "Vuoi un passaggio?" guarda fuori dalla grande vetrata, mi giro anche io e noto le nuvole grigie che ricoprono il cielo precedentemente azzurro.
"Va bene, grazie," rispondo cercando di suonare più sicuro di quanto mi senta in realtà. Mi fa un cenno e ci dirigiamo verso la sua macchina.
Il tragitto è breve ma mi sembra durare un’eternità. Ogni passo che faccio dietro di lui, mi accorgo di quanto la situazione sia surreale. Lo seguo con gli occhi abbassati, cercando di non sembrare troppo nervoso.
Quando arriviamo alla sua macchina, mi apre la portiera del passeggero. "Entra, Oliver," dice con un sorriso. Salgo e mi siedo, cercando di rilassarmi. Lui si sistema al volante, mette in moto e partiamo. L'aria all'interno della macchina è fresca, il rumore del motore riempie il silenzio tra noi.
"Spero che gli orari vadano bene per tutti," dice dopo un po'. Annuisco, fissando il cruscotto. "Sì, credo di sì," rispondo, la mia voce suona più sicura di quanto mi senta davvero.
"Tu sei uno dei ragazzi più promettenti del corso, lo sai? Il preside mi ha mostrato le precedenti commedie che avete inscenato"
Il suo complimento mi coglie di sorpresa. Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi per un attimo prima di distoglierlo di nuovo. "Grazie," mormoro, sentendo le guance che si scaldano.
La strada scorre davanti a noi e il cielo grigio comincia a liberare qualche goccia di pioggia. "Sembra che pioverà," commenta, come se leggesse i miei pensieri. "Sì, è meglio che io abbia accettato il passaggio," ammetto con un sorriso forzato.
Arriviamo finalmente a casa mia. Parcheggia e spegne il motore. "Grazie per il passaggio, professore," dico, affrettandomi ad uscire dalla macchina.
Ma prima che possa farlo, mi ferma. "Oliver, chiamami Harold fuori dalla scuola," dice con un sorriso gentile. "Va bene, Harold," rispondo, sentendo una strana sensazione di calore dentro di me.
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Face Your Lies
RomanceOliver è un ragazzo semplice, sa recitare come nessun altro, un bugiardo insomma, ma così bravo che riesce a farti credere cose che anche un idiota capirebbe che non sono reali. Questa sua dote la usa spesso, ma soprattutto per le persone a cui vuol...