4) Stage Fright

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Riesco ad entrare a scuola giusto in tempo per il suono della campanella. Il respiro affannoso tradisce la mia corsa sfrenata, ma almeno non sono in ritardo.

Mentre mi avvio verso l'aula, il corridoio è già affollato di studenti che si dirigono alle loro rispettive classi.
Quando arrivo in aula, noto che i miei compagni sono già seduti. Trovo il mio posto accanto a Jasper, che mi lancia uno sguardo curioso. "Ce l'hai fatta per un pelo, eh?" mi sussurra con un sorriso divertito.

"Non mi parlare, sono ancora vivo per miracolo," rispondo cercando di riprendere fiato. "Stanotte ho fatto un sogno assurdo, e stamattina mi sono svegliato con il cuore a mille."

"Che tipo di sogno?" chiede, lanciandomi un'occhiata interessata mentre la professoressa di inglese entra in aula.
"Te lo racconto dopo," gli prometto, mentre la lezione inizia.
“Oggi, chi ieri era assente recupererà il compito” lancia un’occhiata malevola a me e Jasper, poi passa lo sguardo su altri 2 studenti.

“Scusi quale compito?” chiede uno dei due che sta fissando.
“Quello a sorpresa di ieri che i vostri compagni hanno svolto tanto diligentemente” Ha un tono provocatorio, sta prof credo sia bipolare, fa la carina e poi la stronza.

“Io correggo i compiti mentre voi lo fate, tutti zitti o vi mando dal preside”
Passa un paio di fogli a un ragazzo al primo banco e lui comincia a distribuirli agli assenti.

“Occhi sul foglio o metto insufficiente” dice prima di abbassare la testa con la sua penna rossa in mano.
Guardo Jasper che è visibilmente disperato, mi guarda supplicante di suggerirgli ma non mi è ancora arrivato il foglio.

“Prof scusi non ho capito una cosa” Dopo qualche minuto a cercare di dirgli le risposte da quando ho visto il foglio, Jasper alza la mano.
“Vieni qui, porta il foglio e dimmi cosa non capisci” La professoressa lo accoglie in modo amorevole, non perché lo adori, ma perché è bipolare.

“Qui… sì… perché” sento parole sconnesse nel loro discorso, ma mi limito a fissare il mio amico mentre legge tutte le soluzioni dai compiti già corretti senza ascoltare nulla. “Grazie mille” dice tornando a posto.

“Ragazzi per chi non avesse capito…” la professoressa Ellsworth comincia a spiegare cosa ha appena detto a Jasper, ma io mi limito a guardare il biondo che con un sorriso a 32 denti riempie la verifica poi scrive tutto su un foglietto e me lo tira.

Mi sorride e mi fa l’occhiolino e io procedo a copiare quella parte della verifica che serve ad arrivare alla sufficienza.
Ovviamente ripete la tattica più volte e io intanto mi limito a svolgere il resto senza il suo aiuto un po’ illegale.

Mentre rispondo alle domande, mi ritrovo a pensare ancora alla figura nel mio sogno, a quell'inquietante sussurro.
Cerco di concentrarmi sul compito, ma i pensieri continuano a vagare.

Quando finalmente suona la campanella dell'intervallo, consegno il foglio, finito circa 5 minuti prima.
Mi dirigo con Jasper verso il cortile lui saluta tutti quelli che incontriamo, qualcuno mi rivolge un sorriso conoscendomi per il teatro ma nulla di più.

Andiamo in palestra dove non c’è nessuno, Jasper divora il suo panino in meno di un minuto, passa ai dolcetti con cui si riempie la bocca come uno scoiattolo poi si alza e prende una palla da Basket.
"Allora, raccontami del sogno," dice Jasper mentre fa qualche tiro a canestro, tutti perfetti come ci si aspetta da un titolare della squadra.

Gli racconto tutto, dalla figura misteriosa nel bosco alle risate inquietanti, fino al risveglio improvviso. Jasper ascolta attentamente, senza interrompermi, o almeno ci prova. Mi fermo ogni volta che tira a canestro, so che lo aiuta a concentrarsi quindi non dico nulla. Quando ho finito, resta in silenzio per un momento, riflettendo su ciò che ho detto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24 ⏰

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