La chiamano consapevolezza,
ma a volte è una rinascita.
~ Grazyetta ~Izuku osservava il vapore che si arricciava e danzava sopra la sua tazza di caffelatte, perdendosi nei residui di un sonno fin troppo tranquillo, le palpebre ancora pesanti e uno sbadiglio ad ogni boccone di croissant che faceva.
«Buono?».
La voce gentile di Mitsuki lo ridestò dal suo stato catatonico. «Mh-m.», annuì lui con la bocca piena, prendendo poi un sorso di caffelatte per deglutire meglio.
«È della pasticceria qui di fronte!», aggiunse lei, carezzandogli i ricci verdi con tocco lieve, sistemandogli qualche ciuffo ribelle. «Quando ti va puoi andare a prendere ciò che ti piace... Noi abbiamo un conto aperto!», e ridacchiò, sedendosi di peso accanto a lui, concedendogli una spallata lieve e giocosa.
Non poté fare a meno di paragonare quel continuo tocco gentile di Mitsuki a quello che sua madre gli aveva riservato, tanto tempo prima.
Era un tratto universale delle madri, si chiedeva, questa innata capacità di confortare e nutrire?«Buongiorno!», anche Masaru interruppe i suoi pensieri, accomodandosi di fronte a Izuku con un sorriso. «Non hai chiamato, stanotte. Deduco tu abbia dormito bene...»
L'uomo gli aveva chiesto di tenere la porta della camera aperta quella notte e, contrariamente a quanto pensava all'inizio, questa cosa gli aveva fatto un gran bene. La scusa era stata quella del sonno leggero di Masaru, che in realtà voleva solo che Izuku si sentisse al sicuro con loro.
E la fiducia che sentiva che quei due adulti riponevano in lui, aveva riempito Izuku di così tanto calore e gratitudine da farlo dormire come un moccioso. Si era sentito accolto, come se appartenesse per davvero a quello spazio sicuro.
La gentilezza dimostrata dalla famiglia Bakugō si era infiltrata nelle sue ossa, garantendogli un senso di sicurezza che non provava da molto tempo.
«Sì... Sì ho dormito bene.», balbettò, con le guance arrossate dall'imbarazzo per essere ancora una volta al centro immeritato dell'attenzione. «A-apprezzo molto quello che state facendo per me.»
Il sorriso dell'uomo di fronte a lui era genuino e arrivava perfino a illuminargli gli occhi. «Non ringraziarci. Sei della famiglia, o-»
«Masaru!» Il grido acuto di Mitsuki fece sobbalzare Izuku sulla sedia, mentre abbassava lo sguardo appena in tempo per vedere l'uomo che mancava la tazza e il caffè gli sporcava irrimediabilmente cravatta e camicia, mentre la donna si alzava a recuperare un canovaccio per tamponare a quel disastro.
«Mi dispiace, cara...», mormorò, con il viso arrossato dall'imbarazzo. «Non volevo...».
«Non importa.», sospirò Mitsuki: «Vai a cambiarti immediatamente e a mettere in ammollo i vestiti! Non voglio fare tardi al lavoro proprio oggi!»
«Giusto, giusto!», concordò Masaru, allontanandosi in fretta dal tavolo, un'occhiata di scuse a Izuku prima di scomparire oltre la porta della cucina.
«Ragazzi...», mormorò Mitsuki sottovoce, scuotendo la testa, prendendo un lungo sorso di caffè nero. «Sempre così goffo...».
Izuku non poté fare a meno di ridere alla scena, anche se sentiva uno strano mix di ansia ed eccitazione che gli pulsava nelle vene: sarebbe stato il giorno in cui Katsuki l'avrebbe portato al lavoro con lui e per lui era un'opportunità per saperne di più su quel ragazzo, per capire meglio il mondo in cui viveva. Eppure, non poteva fare a meno di sentirsi scoraggiato dalla prospettiva che quella fosse solo una facciata, che lui servisse solo di rappresentanza in quella giornata.
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Worship me | {BakuDeku - Omegaverse}
FanfictionAi generosi Omega, che hanno saputo trasformare la società portando una luce di pace e di giustizia. Agli operosi Beta, che popolano il mondo e lo rendono prospero e vitale. E agli ignobili Alpha, che cercano di sopravvivere ogni giorno tra la soffe...