Two - Men and Job Interview

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La mattina dopo, andai in un bar per fare colazione dato che non avevo sbatti di andare a fare la spesa, e avevo pochi soldi.

Appena mi sedetti in un tavolo, una cameriera venne verso di me e chiese cosa volessi ordinare.

Essendo che avevo un po' lo stomaco chiuso, presi un semplice caffè. Non ho molta fame ultimamente.

La ragazza arrivò molto velocemente con ciò che avevo chiesto, e, mentre stavo per adagiare la tazzina sulla superficie delle labbra, vidi un uomo entrare.
Era quello di ieri.

I nostri sguardi si incrociarono e notai tutta la sua bellezza che non si era ben vista al buio.
Era abbastanza strano che un bell'uomo come lui mi avesse parlato ieri, forse non mi aveva vista bene.

I suoi occhi scesero più in basso, perlustrandomi per filo e per segno. Mi sentivo in soggezione, mai ero stata guardata in questo modo da qualcuno.

A Lipsia, la gente mi riservava sguardi puri di ribrezzo e disgusto. Ma alla fine, qua nessuno mi conosceva, né conoscevano il mio passato.

Non sapevo se salutarlo, o distogliere lo sguardo, ma alla fine fu proprio lui a smettere di fissarmi.

Deglutì e continuai a bere il mio caffè stringendomi di più nel mio cappotto per il freddo.

🩶

Stavo tranquillamente girando per le strade di Chicago in cerca di qualche volantino che offrisse lavoro. Oggi dovevo trovarlo, ne avevo bisogno.

Camminai a lungo e riflettei un po', su tutto ciò che avevo subito da parte di mia madre e dai quei vecchi. Arrivando a una conclusione che, quando tua madre, la persona più importante della tua vita, inizia a farti fare cose schifose per una bambina, inizi a smettere di fidarti degli altri.

Quando sei letteralmente cresciuta con pedofili che amavano il corpo di una ragazzina e che ti usavano per propri bisogni, capisci che sarà difficile fidarsi nuovamente di un uomo, che magari potrà darti tutto l'amore possibile, ma saprai che troverai sempre qualcosa in lui che ti spaventerà.

E io vorrei tanto trovare l'amore, ma non ci riesco.

Sono bloccata a quelle immagini, al fatto che non riesco proprio a pensare di concedermi a qualcuno. Mi fa schifo anche vedermi allo specchio prima di fare la doccia, a guardare la mia pelle toccata da... tutti.

Fortunatamente qualcosa mi distrasse da quei pensieri orribili.

Avevo camminato a lungo e mi ritrovavo davanti a un locale gigante, dove sulla porta di ingresso, era attaccato un volantino rosso con una scritta rigorosamente bianca che diceva:

"Cerchiamo barista"

E sotto c'erano altre informazioni. Ma cos'è un miracolo questo?

Me la cavavo abbastanza bene nel fare i drink, nonostante fossi astemia. Quelle volte in cui non venivo usata nei locali, mi mettevo a fissare il bancone e a vedere come si faceva a preparare un cocktail.

Spero che mi prendano.

Accanto alla scritta, c'era un numero di telefono, che mi affrettai a chiamare.

Mi rispose una donna dalla voce fredda e sicura, molto diversa dalla mia che era abbastanza impacciata.

Riuscì a farmi dare un appuntamento per questo pomeriggio, grazie al cielo. Ritornai a casa un po' felice, per essere quasi riuscita a raggiungere un obbiettivo, si spera.

🩶

Per il pomeriggio, mi ero preparata un discorso che alle mie orecchie suonava abbastanza convincente dal farmi prende come barista.

Avevo cercato nel pc quali fossero le domanda standard per un colloquio di lavoro, dato che era il primo che avessi mai fatto in vita mia.

Mi ero scritta anche su un foglio le risposte che avrei dato, me me lo sono dimenticato a casa.

E quindi ora sono qua, davanti al Latin Bliss, un po' impaurita ma pure decisa a prendere questo lavoro.

Entrai dentro al locale ma due grandi uomini vestiti di nero mi bloccarono il passaggio.

<<Scusate? Io dovrei fare il colloquio di lavoro.>> chiesi mantenendo la calma mentre uno di loro mi fulminava con lo sguardo.

<<Un'altra?>> disse seccato l'altro prima di liberarmi il passaggio. Decisi di stare zitta e ignorarli, e venni condotta in delle scale che mi portarono poi davanti alla porta di una stanza.

Bussai prendendo un lungo respiro e sentì un freddo "Avanti" dall' interno.

La voce era maschile, non femminile come quella della chiamata. Probabilmente era la segretaria del capo? Non ne ho idea.

Aprì la porta e vidi un uomo anziano seduto in una sedia mentre si puliva gli occhiali da vista. <<Accomodati.>> aggiunse dopo.

Quella sala era gigante, ma non sfruttata come si deve. C'erano delle due finestre abbastanza grandi che portavano molta luce e nel caso questa fosse troppa, c'erano delle bellissime tende rosso chiaro. Vicino a un muro c'era una grande scrivania, dove stava appunto seduto il signore; era molto disordinata, davanti c'erano due sedie. Poi ci stavano alcuni armadietti stracolmi di roba, ma per il resto era vuota.

Mi sedetti davanti all'uomo composta cercando di nascondere il tremolio delle mani e lui iniziò a parlare.

<<Sei qua per il colloquio mi ha detto Jade.>> supposi che Jade fosse la donna al telefono, non c'era spiegazione altrimenti.

Annuì. <<Esatto.>> .

Si svolse tutto in un arco compreso tra i 20 e i 45 minuti e mi fece domande del tipo: "Parlami un po' di te" "Hai esperienza?" .

Diciamo che alcune cose le ho "inventate" ma non del tutto eh!

<<Quindi...>> chiesi speranzosa. Pregai tutti i santi che conoscevano, sarebbe stato difficile trovare un altro volantino nel caso venissi rifiutata.

<<Puoi cominciare da stasera. Jade ti darà gli orari.>> .

FANTASTICO!!







🩶♾️🌟







Buona mattina stelline mie!

Sono riuscita, fortunatamente, a finire il capitolo anche se è molto molto noioso 😩. Ma non volevo che tutto si svolgeva velocemente come su The Password.

Però spero vi piaccia ;).

Al prossimo capitolo ❕❕

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