Il dolore

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Era tutto tranquillo, il sole splendeva sull'erba verde e tenera di primavera. I fiori erano di tutti i colori. Chiazze vermiglie, marine e candide. Le nuvole erano come cotone, bianche e pigre attraversavano il cielo limpido e azzurro, come schiuma sul placido oceano. Gli alberi invocavano la luce, la loro fonte di vita con le braccia nodose protese verso l'alto. Esse erano ricoperte da foglie smeraldine e da ricami floreali che ornavano la loro chioma verdeggiante. Una brezza leggera sfiorava l'acqua di un piccolo ruscello lì vicino che con la sua musica lenta e regolare accompagnava il canto degli uccelli. Poi, senza preavviso un dolore lancinante attraversò il cielo con un lampo fulmineo. Era rosso sangue. Pervase la la radura con il suo grido ultraterreno. E gli uccelli tacquero e l'acqua del ruscello si zittì, e la brezza scomparve. Silenzio. Il cielo era grigio, le sue ferite scure facevano cadere dalle nuvole scure gocce di sangue nero, dense, torbide. Bruciavano il terreno appena lo sfioravano. E i fiori cominciarono a gemere. Piangevano in silenzio lacrime di dolore. Le ferite lancinanti che il catrame celeste provocava loro, trafiggevano i morbidi petali come spade. Gli alberi smisero di cercare la dea luce per guardare quello spettacolo doloroso a cui erano costretti a partecipare. I loro rami s'incurvarono, le loro foglie ingiallirono e i loro fiori bruciarono dissolvendosi. La pioggia cadeva e tutto era silenzio. Le gocce continuavano a cadere lentamente, senza sosta. E il ruscello le chiamava pregandole di venire da lui. Non poteva più assistere a quella maligna tortura, e le chiamava, desiderandole. Esse allora cadevano leggere sulle sue acque ormai silenti, e si mescolavano all'acqua pura sporcandola. Ma egli continuava a chiamarle, le amava. Ed esse cadevano, torturandolo in eterno. Il sangue degli uccelli morti e dilaniati si mischiava goccia dopo goccia a quel liquido nero, a quella bile velenosa che riempie la testa, la gola, il collo, il petto e lo stomaco del moribondo prima di ucciderlo soffocandolo. Questo è il dolore.

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