Un posto magico

12 0 0
                                    

Ogni volta che attraverso le tue strade di cemento piccole e intricate assaporando il profumo del bosco e della pioggia autunnale mi sembra di essere in un sogno. Mi guardo attorno e vedo le tue case antiche. Immagino di vedere i loro abitanti che ormai sono solo aliti di vento. Sento le loro voci, i loro occhi brillano nelle stelle che vedo alzando lo sguardo. Sotto le stelle gli alberi si abbracciano, uno accanto all'altro. Si raccontano storie che solo loro possono comprendere. Sono sussurri che narrano di tempi lontani, di esseri magici, di arcani segreti. La nebbia li avvolge con il suo manto pesante e, bianca come il latte, occulta questi discorsi profondi e non li rende accessibili all'orecchio umano. Continuo a camminare. Il mio respiro si fa affannato mentre salgo per la strada in salita che porta fino alla chiesa. Arrivata nel piazzale alberato di fronte al cimitero inspiro profondamente. Quell'aria sa di erba bagnata, fiori e muschio. È un profumo che conosco bene, è parte di me. Guardo verso il grande prato che si trova di fronte a me e in lontananza vedo le luci delle tue case, lontano sotto di me. Il vento mi accarezza la pelle, è come se volesse salutarmi essendo io tornata dopo tanto tempo. Mi siedo sul muretto vicino al cimitero e chiudo gli occhi. Mi tornano alla mente ricordi frammentati, e sensazioni passate: parole indistinte, risa di bambini, il suono lontano e ripetitivo delle campane. Apro di nuovo gli occhi e sorrido. Passo una mano sulla superficie fredda del marmo. È ruvida al tatto. Mentre le mie dita scorrono leggere sulla pietra, come se ne conoscessero ogni scanalatura, ripenso a quante volte mi ero seduta proprio lì da bambina. Quante volte ero salita in piedi su quel muretto, quante volte da lì mi ero gettata saltando nel grande prato di fronte a me, un tempo fiorito. Chiudo la mano a pugno e la porto vicino al mio viso. Le dita sono leggermente ricoperte da un sottile strato di polvere luccicante. Le osservo muovendo lentamente la mano mentre esse continuano a brillare alla luce della luna che ormai ha occupato il suo posto nel cielo. Alzo lo sguardo. È luna piena. Mentre la fredda luce lunare si riflette nei miei occhi lucidi, una lacrima mi scende dall'occhio destro. La sento scorrere sulla mia guancia ma non la asciugo. So che non è una lacrima di tristezza. È una lacrima di nostalgia. La mia pelle rabbrividisce nel vento fresco della sera e il mio sguardo si perde di nuovo all'orizzonte.

🫧Solo pensieri al vento☁️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora