Unfortunate Tales

Prologo

Mai capito il concetto di morte; L'idea che qualcuno semplicemente cessi di esistere é qualcosa di impensabile per la maggior parte degli esseri umani, nonostante anche prima della nascita la nostra esistenza era nulla.
Ma è perché comunque è un'esperienza diversa.
Prima non eravamo ancora, con la morte invece non siamo più.

Proprio per non pensare al vuoto la gente ha creato l'aldilà, che con l'avvento del cristianesimo si trasla in Inferno e  Paradiso, dove le anime vengono smistate a seconda dei peccati.

L'inferno: Un luogo buio, tetro, angosciante, dove il dannato é costretto a  scontare una lunga pena, in completa solitudine.

Quindi forse lui era morto a Londra.
Forse io sono morto adesso.

Epicuro diceva di non temere la morte, perché nel momento in cui arrivava noi già non c'eravamo più.
Non si coesiste con la morte.
Secondo questo ragionamento non puoi accorgerti di essere morto.
Puoi sentire la morte avvicinarsi ogni tanto, ma non puoi accorgerti di quando arriva.

Questo è l'inferno.

Il marmo é gelido e non c'è più anima viva a farmi compagnia, solo fantasmi che vagano assenti nella notte e stelle lontane, troppo alte e irraggiungibili per intervenire in alcun modo.

Nell'antico Egitto l'inferno non c'era, se impuro il tuo cuore veniva mangiato dai mostri.
Eri semplicemente impuro.
Non entravi nell'aldilà.

Non credo agli egizi.
Non credevo a nulla, ma ora per certo non credo ai loro miti.
Il cuore lo sento, nonostante la mia dannazione, brucia ancora nel mio torace, come se volesse ustionarmi da dentro.
È la pena, è per questo che so di essere impuro, e lo so con la stessa certezza con cui dico che questa pena non finirà mai.

Il tempo della redenzione, il tempo per migliorarmi ora è terminato, ma forse dovrei raccontare di quando ancora c'era possibilità.

E di come sono finito quì.