Capitolo 1

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Studiare arti comunicative era da sempre stato il sogno di Yoko fin da quando era bambina. Avere a che fare con qualsiasi cosa che urlasse "arte", "colori", "forme" l'aveva sempre attratta. Mentre si incamminava verso l'università, ricordò ancora uno dei tanti regali che le fece la sua cara nonna: un blocco da disegno e delle matite. Quello fu uno dei giorni più belli; "Yoko, mi manderai in bancarotta a forza di comprare colori e matite!", le diceva sempre.

Con questi ricordi, varcò le porte dell'università. Subito la vennero ad accogliere i suoi amici più cari: Folk e Marissa. Anche se frequentavano lezioni diverse dalle sue, avevano sempre modo di vedersi nelle pause e tra una lezione e l'altra. "Yoko, siamo qui!" Marissa la richiamò sbracciandosi, seduta al loro solito tavolo dove si mettevano a studiare e a fare gossip sulle loro vite. Yoko li raggiunse e li salutò: "Ciao ragazzi, pronti per questa nuova giornata?". "Cavolo, Yoko, hai per caso dormito bene stanotte?" le chiese Folk, e lei alzando le spalle rispose, "chissà perché ma ho la sensazione che questa sarà una giornata da ricordare". Rimasero a parlare per qualche minuto, fino al momento in cui, guardando l'orario, Yoko si accorse di essere in ritardo per la prima lezione di arte; "Oddio ragazzi, scusate ma devo scappare! Ci vediamo dopo!". Raccolse tutti i libri che portava con sé e si mosse per raggiungere l'aula dove si sarebbe svolta la lezione.

Yoko era una ragazza molto semplice: lunghi capelli neri, un viso angelico e piccolino, un grande cuore e tanta insicurezza. Aveva fatto davvero fatica ad entrare in quell'università prestigiosa poiché la madre, morta durante il parto, le aveva dato vita prematuramente. Aveva sempre vissuto con la nonna, la quale, giusto qualche anno fa, l'aveva lasciata da sola al mondo. Da quel momento Yoko aveva dovuto vivere completamente da sola: trovarsi un lavoro, mantenere l'università e anche una vita sociale. Non aveva proprio tempo per altre cose, specialmente per l'amore. Aveva letto storie, sentiva nel poco tempo libero podcast di persone che parlavano di amore e relazioni ma lei, cosa fosse, non lo sapeva proprio. Non si era mai innamorata, non aveva mai conosciuto qualcuno che le facesse smuovere il cuore, che le rubasse completamente l'anima, che la lasciasse insonne la notte. Nonostante ciò, era contenta della vita che aveva: un lavoro come cameriera in un café che le consentiva di mantenersi, il suo corso all'università per un futuro nell'arte e i suoi amici Marissa e Folk. Non c'era posto per altre persone o altre cose nella sua vita. Eppure, proprio quando meno te lo aspetti, la vita ti sorprende nel modo più inspiegabile del mondo e Yoko, quella mattina, non se lo sarebbe mai aspettato di vivere proprio quel momento.

Quando varcò le porte dell'aula, la lezione era già iniziata. La professoressa, una giovane donna mora, alta, dal fisico slanciato, con occhiali da vista neri, una camicia bianca e dei semplici jeans blu, la osservò in modo stizzito. "Signorina, non ammetto ritardi alle mie lezioni. Mi viene da pensare che lei non sia interessata alla materia in questione." Yoko diventò rossa in viso per l'imbarazzo e si scusò subito inchinandosi: "Mi scusi professoressa, ho avuto un contrattempo, non succederà più". L'insegnante la squadrò da capo a piedi, sospirò e pronunciò alcune parole, rivolgendosi anche all'intera classe: "Non esigo ritardi alle mie lezioni, lo ripeto a tutti in modo che sia chiaro. Signorina...?" "Aparsa!" "Signorina Aparsa, può andare a sedersi e stia attenta". Yoko si inchinò un'altra volta in segno di scuse e andò a sedersi nel primo posto che trovò libero, guarda caso in prima fila, proprio di fronte all'insegnante. "Lo ripeto per chi non era presente, io sono la professoressa Malisorn e insegnerò questo corso di arte per tutto l'anno. Non sarà facile, non vi chiederò nozioni di arte, voglio che ognuno di voi mi trasmetta ciò che sente attraverso essa. Come? Lo vedrete strada facendo." Yoko notò subito come la professoressa fosse capace di far prestare attenzione a tutti, perfino a chi non aveva voglia di ascoltare o impegnarsi. La sua figura era statuaria, sapeva gestire gli spazi in cui camminava e si poteva benissimo capire che tutti la osservavano ammaliati dalla sua bellezza. Aveva uno sguardo freddo e magnetico, lunghi capelli neri raccolti all'indietro in un codino alto. Gli occhiali li usava per leggere alcune nozioni veloci dal libro che teneva tra le mani. A volte li portava tra i capelli, lasciando ricadere qualche ciuffo sul viso pulito. Yoko era interessata alla lezione, prendeva appunti a non finire, rapita dallo charme della giovane donna di fronte a lei. I loro sguardi a volte si incrociavano e quando ciò succedeva, Yoko distoglieva lo sguardo imbarazzata ancora per la figura fatta qualche istante prima. Quando la professoressa era intenta a guardare altri studenti o a leggere, fissava senza rendersene conto i suoi occhi: le trasmettevano tanta sofferenza, tanto dolore che cercava di nascondere con il suo comportamento freddo e distaccato.

Faye Malisorn era una giovane donna dalle nobili origini. La sua famiglia era una delle più influenti sul territorio thailandese; erano proprietari di numerosi terreni e aziende. A differenza della sua famiglia, Faye non voleva agiarsi del benestare di essa, delle loro proprietà, per questo motivo a diciotto anni era scappata di casa e aveva chiuso i rapporti con tutti, creando finalmente il suo mondo. Si era data da fare in tutti i campi lavorativi, continuando a studiare arte: aveva lavorato come cameriera, come cuoca, come lavapiatti, come donna delle pulizie, tutto questo pur di vivere la vita che voleva. Fino al momento in cui, racimolati un po' di soldi, era riuscita a fare domanda per una cattedra nell'università prestigiosa di Bangkok. Ed ora eccola qui, pronta a insegnare alla sua prima classe di studenti. L'agitazione la nascose dietro al suo tono di voce deciso, dietro agli occhiali neri e ad uno sguardo che non lasciava trasparire nulla, o almeno, così pensava.

Yoko era talmente presa dalla figura di lei, che non si accorse che la lezione era finita e che tutti gli altri studenti si erano alzati per uscire dall'aula. Così raccattò velocemente le sue cose e, nell'uscire dall'aula, venne richiamata proprio dalla professoressa Malisorn. "Signorina Aparsa, le vorrei parlare due minuti". Yoko la raggiunse a testa china, pronta ad essere richiamata per l'ennesima volta. "Ho sentito parlare molto bene di lei dai miei colleghi. Mi hanno riferito che è una studentessa modello, ha tutti ottimi voti, frequenta assiduamente le lezioni e non è mai in ritardo. Mi meraviglio, quindi, del ritardo che ha avuto questa mattina nella mia lezione". "Mi scuso di nuovo, miss Malisorn, mi è sfuggito di mano l'orario e ho fatto ritardo ma non succederà più, glielo prometto!". Forse, per la prima volta nella mattinata, Yoko fissò lo sguardo su quello dell'insegnante, la quale rimase piacevolmente sorpresa nel notare la determinazione e la sincerità impressa negli occhi della studentessa. "Va bene, miss Aparsa, ci vediamo allora alla prossima lezione", le disse dopo qualche secondo di silenzio. Miss Malisorn recuperò il suo libro e, superando Yoko, uscì dall'aula. E lei, Yoko, rimase lì immobile per qualche secondo, le mani strette ai libri; il cuore aveva improvvisamente iniziato a battere forte e insistentemente. Portò una mano sopra esso e si chiese cosa mai poteva aver provocato una tale reazione. Si sentì per la prima volta avvampare, ma non per imbarazzo o vergogna, non capì che sentimento stava provando in quel momento. Si ritrovò a pensare che, sicuramente, era dovuto al fatto che miss Malisorn provocava timore negli studenti, sia per la bellezza naturale, sia per il comportamento deciso che aveva. Con questi pensieri e ancora il cuore che batteva all'impazzata, uscì dall'aula. Doveva decisamente parlare con Marissa.

You turned my life upside down - #fayeyokoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora