Quella notte Yoko non riusciva a dormire, continuava a rigirarsi nel letto con il pensiero fisso di Faye nella testa. Quella donna le aveva fatto proprio un bell'incantesimo, si ritrovò a pensare con gli occhi aperti che fissavano il soffitto. Il loro era stato un pomeriggio molto semplice, non avevano parlato di chissà cosa, avevano parlato solo di università, esami e lezioni di arte. Tuttavia, Yoko stava rendendosi conto che non era stato solo quello: si rese conto che forse quella professoressa le aveva smosso qualcosa, non riusciva a togliersela dalla testa. Pensò ai suoi occhi, alla sua bocca carnosa, a quei denti bianchi e perfetti, ma soprattutto a quella bocca che avrebbe tanto voluto sentirne la morbidezza. Accortasi di quello che stava pensando, Yoko, sbatté i piedi sul letto. Ma che stava pensando? Era una donna, e per giunta più grande di lei! Era la sua professoressa! Non doveva avere questi pensieri, però non riusciva a farne a meno. Con il sonno che non accennava a ritornare, si alzò e prese il suo telefono ed iniziò a cercare "professoressa Malisorn"; rintracciò qualsiasi indizio che le raccontasse qualcosa in più di lei che ancora non sapeva. Tra le varie pagine, venne fuori un articolo di giornale che la incuriosì subito: parlava di certi Malisorn, ricchi industriali che avevano appena comprato una delle aziende più grandi di Bangkok, ampliando così il loro patrimonio. Sotto l'articolo una foto, probabilmente non aggiornata, della famiglia dei Malisorn. Yoko la ingrandì e vide che una delle bambine in foto assomigliava tantissimo alla sua professoressa. Miss Malisorn era una ricca ereditiera? E se fosse stato così, perché insegnava a scuola? Yoko voleva sapere ancora e ancora e decise che, il giorno dopo, avrebbe chiesto a Marissa di indagare, lei sì che sapeva ricercare bene le informazioni. Improvvisamente il sonno arrivò e Yoko, spento il telefono, si addormentò con il pensiero di vedere Faye il giorno dopo.
Quella mattina, Faye era arrivata presto all'università. Aveva posato la sua borsa piena di fogli e libri nel suo ufficio e aveva atteso l'orario della sua prossima lezione a telefono. Le venne in mente di cercare la sua studentessa preferita: scrisse il suo nome e cognome su Instagram ed eccola trovata. Il suo profilo era aperto e Faye si mise a guardare ogni foto che la giovane aveva scattato e postato sui social. Il suo profilo era pieno di foto artistiche. Un sorriso piccolo le scappò, osservando una delle foto che ritraeva la studentessa piena di colore e sorridente. Era bella quella foto, era bello il soggetto, era bello quel sorriso che aveva sulle labbra, erano belle quelle labbra che avrebbe voluto baciare, sentirne il sapore e la morbidezza. Faye scosse la testa e spense il telefono, spostando lo sguardo fuori dalla finestra. Non poteva essere possibile una storia tra di loro. Non sapeva neppure se a Yoko piacessero le donne. Non sapeva assolutamente nulla di lei e non poteva permettersi di fare scandalo a scuola. E poi, Yoko era troppo giovane, aveva tutta la vita davanti per rovinarsela con lei. Tristezza e amarezza cancellarono il sorriso della professoressa che, con un sospiro, si avviò verso l'aula. Aprì la porta dello studio e non si accorse che qualcuno ci era andato a sbattere. Sentì improvvisamente un tonfo sordo e un "Ahia!". Faye corse subito in aiuto della povera malcapitata e guarda caso, quella che era a terra a massaggiarsi il capo per la botta ricevuta, era proprio Yoko. "Yoko!" Faye si inchinò subito per aiutare la giovane e preoccupata le chiese "Ti sei fatta male? Lascia che ti aiuti." La aiutò a tirarsi in piedi, Yoko inciampò e andò ad appoggiarsi completamente a Faye, le sue mani sulle spalle, i loro visi pericolosamente vicini. Subito le due fecero un passo indietro e Yoko si scusò "Mi scusi, professoressa, è stata colpa mia, devo stare attenta a dove vado". "No no, assolutamente è colpa mia. Non ho guardato se c'era qualcuno quando ho aperto la porta. Lascia che ti porti in infermeria". "Si figuri, non è niente, miss Malisorn. Stavo giusto muovendomi per non arrivare in ritardo alla sua lezione". Yoko le sorrise e Faye si sciolse completamente in un piccolo sorriso. "Allora incamminiamoci assieme". Le due arrivarono all'aula della lezione in silenzio, non si dissero nulla, imbarazzate entrambe per quel contatto fisico avuto poco prima. Un contatto fisico inaspettato ma che causò in entrambe i brividi. "Miss Aparsa... volevo dire, Yoko, permettimi di offrirti un pranzo in segno di scuse". Non c'era niente da fare: più Faye cercava di starle distante, più istintivamente voleva averla vicino a sé. "Se mi vuole invitare per quello che è successo, non accetto, se è per un altro motivo, allora sì". E questo coraggio dove lo aveva trovato? Lasciò la professoressa su due piedi ed entrò in aula con un sorriso stampato sulle labbra. Faye rimase interdetta; Yoko si aspettava quindi una risposta?
Dopo la lezione Faye aveva perso di vista la giovane studentessa, che era uscita subito dall'aula appena era finita la spiegazione. Infatti, Yoko aveva una missione: trovare Marissa e spiegarle la situazione. L'amica la stava aspettando seduta al loro solito tavolo. "Marissa! Ho bisogno di parlarti assolutamente adesso!". "Oddio Yoko, che è successo?". "Ho bisogno che indaghi sulla professoressa Malisorn" sussurrò piano in modo che nessuno sentisse. "Eh?? E perché?", Marissa si meravigliò della richiesta dell'amica e aggiunse "Perché devo indagare su di lei? E' una mafiosa?" chiese ridendo. Yoko, invece, era seria: "No, stupida, voglio sapere chi è e il suo nome". "Ma per il nome non basta che guardi sul sito dell'università? E poi, perché ci tieni tanto a sapere questo?". A questa domanda Yoko divenne tutta rossa e deviò lo sguardo su qualche quaderno posato sul tavolo. Marissa rimase in attesa di una risposta ma, conoscendo l'amica, sapeva che ci avrebbe messo molto per parlare, sapeva che avrebbe dovuto tirarle fuori le parole di bocca. Eppure, era molto semplice capire il perché dell'imbarazzo della giovane: le piaceva, e anche tanto. Marissa lo sospettava ma non infierì, perché sapeva che erano argomenti delicati e non avrebbe mai insistito nel fare una cosa che Yoko non voleva fare ancora. Così, Marissa prese la parola "E va bene, indagherò, ma sappi che mi devi una cena!". Yoko la ringraziò più e più volte, contenta dell'aiuto della sua migliore amica. Era davvero fortunata ad averla vicina a sé.
Le due ragazze, tra una parola e l'altra, si misero a ripassare alcune lezioni. Erano così concentrate che nessuna delle due si accorse della presenza di Faye di fronte a loro. Yoko alzò la testa e istintivamente si alzò in piedi, salutando la professoressa: "Miss Malisorn!". Anche Marissa seguì l'amica e si inchinò in segno di scuse: "Ci scusi, non ci siamo accorte del suo arrivo". "State tranquille, volevo solo fare due parole con Miss Aparsa". Gli occhi di Faye si incollarono a quelli della giovane e Marissa, notando la tensione che si era instaurata tra le due, capì la situazione e con una scusa tolse il disturbo "Vado a comprare uno snack, torno subito!". Lasciò, quindi, Yoko sola in compagnia di Miss Malisorn che, per smorzare la tensione, chiese "Cosa stavate studiando?". "Oh, stavamo ripassando alcune lezioni di storia della fotografia. E' l'unico corso che abbiamo in comune". Faye fece un cenno con il capo e, senza perdere tempo, raccolto molto coraggio, le disse "Comunque, volevo dirti che ci tenevo ad andare a pranzo con te". Yoko sorrise, intendendo che la maggiore ci teneva davvero tanto alla sua compagnia, "E come mai? E' per farsi perdonare per avermi sbattuto la porta in faccia?" la prese in giro. "Io non ti ho sbattuto la porta in faccia, sei tu a non aver visto che la aprivo", la canzonò Faye. "Comunque, non saprei, sono una ragazza molto impegnata, sa?", Yoko si stava divertendo a lasciarla sulle spine, ma, vedendo che Faye si stava rattristando per paura di un suo "no", Yoko aggiunse subito "Mi farebbe molto piacere uscire con lei a pranzo". Prese un post-it e le scrisse il suo numero di telefono. "Mi scriva l'orario e l'indirizzo, dovrei essere quasi sempre libera". Faye lo prese timidamente tra le mani e lo fissò, un piccolo sorriso apparse sulle sue labbra. Da quando Yoko era così sicura di sé? Le piaceva questa sua sfrontatezza, questa sicurezza. Faye fece un cenno con la testa e, vedendo Marissa ritornare, salutò entrambe. Yoko la guardò andarsene via, il sorriso non aveva ancora abbandonato le sue labbra.
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You turned my life upside down - #fayeyoko
RomanceCosì diverse, eppure così simili. Forse la solita storia sdolcinata, ma mi piace vedere la vita così: qualche gioia e qualche dolore. Fan fiction a tema #fayeyoko