Arija Krieger.

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[I personaggi di questa storia non hanno niente a che fare con i personaggi della vita reale.
I riferimenti sono puramente casuali.]

-"Dovresti portare con te anche questo."
-"Ah, già."
Mia madre sembra spaventata all'idea di separarsi da sua figlia che tra poco sbarcherà negli Stati Uniti d'America.
Sono sempre stata una cosiddetta 'Homsick'*, ma da quando mio padre ha fatto i bagagli ed è partito per LA, ho deciso di raggiungerlo.
Ha dovuto spostarsi ed allontanarsi da noi per lavoro. Ogni anno, a Dicembre, io, mia madre e la mia piccola sorellina andavamo a trovarlo.
Gli studi per finire il college e raggiungere il diploma mi avevano trasformata in un'asociale, l'ultimo anno è stato piuttosto frustrante.
-"A cosa pensi?"
Una mano sulla mia spalla, accompagnato dallo sguardo comprensivo e dolce di mia madre. Risulta molto giovane all'apparenza rispetto alla sua età reale -53-.
Non mi ero accorta di essermi imbambolata a fissare l'ultima foto che avevo scattato con i miei amici e di essermi persa tra i miei pensieri solo fino a quando lei mi attirò di nuovo nella realtá presente.
-"Oh, nulla mamma. Dov'è Kija?"
Mia sorella l'ha presa piuttosto male quando le ho detto che sarei partita, siamo molto unite e siamo famose per la nostra solidarietà.
Si è rinchiusa in stanza da ieri sera, quasi quasi andrei a vederla ma so bene com'è fatta, bisogna lasciarla sola per un pò.
È grande, ha diciassette anni e dovrebbe maturare a quest'età.
La donna al mio fianco fece un piccolo gesto con la mimica facciale e gli occhi che puntarono verso la parte sinistra della casa subdorme in cui vivevamo, ovvero dove si trovava la stanza di Kija.
Annuii e continuai a posare i miei indumenti nella valigia.
[...]
Bussai alla porta che portava alla camera di mia sorella: non rispose.
Mi limitai ad abbassare la maniglia ed entrare dentro quello spazio, trovando lei distesa sul letto a fissare impertinente il soffitto.
-"Mh, pure io trovo interessante il soffitto."
Dissi con un accenno di ironia nella voce, ma lei rimase ferma e in silenzio.
-"Kija.."
-"Che vuoi?"
Si alzò di scatto dal letto, unendo le labbra in una linea sottile e aggrottando la fronte, assumendo così un espressione arrabbiata.
-"Domani parto."
-"Sì, lo so bene."
-"Stai facendo la bambina, non puoi arrabbiarti solo perchè io mi farò un futuro."
-"Punto primo: io non sto facendo la bambina.
Punto secondo: ...non c'é un punto secondo ma sono comunque arrabbiata."
-"cretina."
-"ha parlato."
Ci scambiavamo sguardi di intesa, fino a quando scoppiammo entrambe a ridere.
Finiva sempre così.
La presi tra le mie braccia, la strinsi forte al mio petto, quasi le rompevo le costole ma diamine, mi mancherà dannatamente tanto.
-"Arija."
-"sì?"
Giocherellai con la punta della sua lunga treccia, mentre lei picchiettava con l'indice sulla mia schiena.
-"Non te ne andare."
[...]
Ho lo stomaco pieno, le lasagne di mia madre mi hanno saziato del tutto, mi mancherà quel sapore casalingo che ho gustato per ben venti anni.
L'aria di Madrid è fresca, da ciò si può dedurre il fatto che si stia avvicinando l'autunno.
Amo le stagioni invernali, amo il freddo, la pioggia, i temporali e le nevicate improvvise.
Mi accoccolai nell'acqua calda della vasca, il bagnoschiuma alle orchidee profumava la mia pelle.
Quell' atmosfera era così rilassante, così in un battito di ciglia, mi persi nei miei pensieri.
Ero davvero felice del fatto che ora mi sarei fatta una fantastica carriera nella mia città preferita, ovvero la famosa Los Angeles, città subdorme dopo la grande mela: NY.
Ho avuto un'infanzia diversa da quelle degli altri bambini, viaggiavamo spesso, dato che la mia famiglia dirigeva e dirige grandi aziende di moda, mio padre sta a capo della "Vogue magazine America."
Ho sempre avuto un sogno nel cassetto, ovvero quello di diventare una modella e di creare la mia catena di negozi, ho sempre voluto fare la fashion designer.
E quest'anno riuscirò a raggiungere questo mio obbiettivo.
Inoltre mi hanno fatto molte richieste da studi medici e psicologici, il mio curriculm è perfetto e sono uscita a pieni voti.
Non per vantarmi, ma in campo psicologico sono ottima come medico.
Ma quello non è ciò che voglio fare.
Io voglio camminare sulle passerelle di famose case di moda, come Versace; CK; Burberry o Guess, voglio diventare un'incona di moda.
Scossi il capo e prendendo una boccata d'aria, immergendomi poi completamente in acqua.
[...]
Mi guardai allo specchio.
La canotta e gli shorts aderivano al mio corpo snello.
Il tessuto era morbido e non c'era una sensazione più piacevole del fresco pulito sulla mia carnagione pallida.
Mi ritengo una persona che è letteralmente ossessionata dal pulito, ma questo è di famiglia.
I capelli sono mori e lunghi, molto lunghi: ormai superano l'altezza delle spalle, poggiandosi più in giù.
Al tatto sono morbidi, quasi setosi e incorniciano il mio volto scolpito.
Le mie labbra sono più carnose e rosee, la pelle curata e quasi di un colore biancastro.
Dovrei andare al mare.
Ho un fisico abbastanza slanciato, stomaco piatto e gambe snelle.
L'unica pecca è il mio seno.
Ho sempre avuto questo problema, porto una seconda scarsa e ciò mi rende un pò insicura.
Ma in compenso ho un bel fondoschiena.
Mi coricai a letto, tutti questi pensieri e tutta quest'ansia pre-viaggio mi mandavano in palla, provocandomi un dolore assurdo al capo.
Presi il cellulare e iniziai a scorrere i messaggi.
_da Xenja:
Domani vengo a prenderti io in aereoporto o tuo padre?
_A Xenja:
Non preoccuparti, prenderò un taxi. (:
_Da Xenja:
Come fare questo alla mia migliore amica? Oh, scusa, volevo dire: futura modella.
_A Xenja:
Smettila e vai nanna, vah.
Buonanotte cretina. 💕
_Da Xenja:
💕.
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*homesick: aggettivo inglese;
/homsik./
-nostalgico.
-ammalato di nostalgia.
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Heilà.
Spero che questa prima parte vi piaccia, non ho mai provato a scrivere storie qui su wattpadd, e spero davvero di fare cilecca.
Prometto che aggiornerò una/due volte a settimana.
All the love. Xx.

✖️Miks.✖️

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