IL CASO DI ROSEMARY BROWN

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Rosemary Brown nacque in una vecchia casa di Londra e crebbe in una famiglia dotata di scarsi mezzi economici.
In gioventù si dedicò allo studio musicale con scarsa convinzione: i suoi insegnanti non la ritenevano affatto talentuosa tant'é che a fatica la ragazza si rivelava in grado di distinguere un'opera di Mozart da una di Bach o Schubert.
Divenuta ormai adulta, si sposò e divenne un'ottima madre per i suoi due figli che dovette allevare pressoché da sola quando il marito, dopo una lunga malattia, si spense nel 1961 lasciandola nella più assoluta indigenza.
Se questa é la vita apparentemente normale di una donna apparentemente comune, Rosemary scrisse tuttavia una delle pagine più curiose della parapsicologia. Un caso che ancor oggi fa parecchio discutere.
Sin da piccola, la Brown affermava di essere in grado di scorgere esseri ai più invisibili.
Aveva solamente sette anni quando, per sua stessa testimonianza, vide per la prima volta lo spettro di Franz Listz: mentre si trovava da sola in un angolo della sua stanza vide materializzarsi la figura di un anziano dai capelli bianchi e con una tunica color nero.
In quella prima apparizione, lo spettro del noto musicista si presentò rivelando la sua identità: le disse che durante la sua esistenza era stato musicista e compositore e che sarebbe tornato a farle visita per insegnarle la musica.
Stando a quanto narrò la Brown, il Fantasma fu di parola: non solo riapparve alla bimba, ma si mostrò in compagnia di altri illustri musicisti che furono lieti di dettare le loro composizioni alla spaventatissima ragazzina.
Una vera e propria passerella di compositori tra loro diversissimi trasmisero ognuno la propria musica: Listz, Beethoven, Debussy, Chopin, Schubert, Bach.
Grazie a questi misteriosi contatti, la Brown disse di essere stata in grado di trascrivere più di quattrocento composizioni.
Quando Rosemary rese note le sue esperienze, pubblicando l'opera autobiografica dall'affascinante titolo "Unfinished Symphonies", la critica musicale si scagliò naturalmente contro l'autrice avanzando l'ipotesi che quanto da lei riprodotto altro non fosse che una imitazione (più o meno inconsapevole) dei grandi mostri sacri del passato.
Il tutto stava per essere accantonato con qualche commento ironico quando alcuni esperti e critici musicali s'insospettirono nel constatare la sua eccezionale bravura nel riproporre le peculiarità e le sfumature dei diversi compositori.
Per sgombrare il campo da ogni dubbio, si giunse a confrontare al computer la musica della Brown con i pezzi originali dei musicisti citati.
Un vero e proprio colpo di scena si ebbe quando il celeberrimo direttore d'orchestra Leonard Bernstein, dopo aver personalmente interpretato un pezzo che la Brown attribuiva a Rachmaninoff, ebbe ad affermare che tale composizione non poteva appartenere ad altri se non al
"vero Rachmaninoff".
Ma Listz pare essersi dimostrato estremamente magnanimo anche verso altri: ne sa qualcosa il noto compositore contemporaneo Virgil Fox.
Mentre si trovava intento a suonare l'organo della cattedrale di Saint Stephen a Vienna, sforzandosi di interpretare nel miglior modo possibile un'antica opera di Listz, vide comparire lo spettro dell'autore.
Lo studioso Frank C. Tribbe che raccolse questa testimonianza così descrisse quanto accadde: "Guardando all'estremo della tastiera dell'organo, Fox vide un uomo magro, vestito secondo la moda del XIX secolo, che lo fissava.
In quel preciso istante cominciò a ricevere istruzioni telepatiche dal compositore su come interpretare il brano musicale".
E' interessante notare come le cronache di tutto il mondo riportino casi simili nei quali la scrittura automatica si riprodurrebbe tra righi e spazi.
Anche in Italia parrebbero essersi verificati, anche in tempi molto recenti, fenomeni simili.
Se da un lato rimane qualche seria perplessità in merito ad una presunta "interazione" di tipo apparizionale, dall'altro restano ancora estremamente interessanti alcuni sconcertanti ed autorevoli pareri.
Bernstein prese davvero un granchio?...

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