Hunger Games- Gli angeli caduti

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Dedicata a tutti gli angeli che hanno spiccato il volo troppo presto.

Casa Mellark casa era silenziosa.
Peeta aveva portato i bambini nei boschi del 7, e Katniss non aveva trovato la forza di alzarsi dal letto quella mattina.
Era restata distesa, a fissare il soffitto senza la voglia di pensare, parlare, ricordare.
Ma i volti di coloro che amava le tornarono puntuali in mente, ferendo la donna ormai fragile, facendole sentire quel mattone nello stomaco, quel groppo in gola, gli occhi bruciare, la voglia di urlare per sovrastare le voci dei suoi pensieri, che a poco a poco iniziavano a farsi più rumorosi, più dolorosi.
Chiuse gli occhi e li strinse forte, provando a pensare che non poteva fare più niente, che avrebbe potuto piangere tutte le lacrime che aveva, ma che nessuno, nessuno di loro sarebbe tornato indietro, nessuno sarebbe tornato per darle un ultimo saluto.
Era solo quello che voleva, un ultimo abbraccio da Rue, un ultimo sguardo da Prim, un ultimo sorriso da Finnick, un'ultima frase da Cinna, un ultimo saluto, solo un momento, solo un attimo, e poi il buio l'avrebbe avvolta di nuovo.
Avrebbe solo voluto farla finita, chiudere gli occhi e non riaprirli più.

Katniss non capiva, come poteva capire? Come poteva andare avanti, con il peso di tutti quegli angeli caduti sulle spalle, che non avrebbero più visto la luce del sole, e non avrebbero più sentito il vento sulla loro pelle rovinata dalla guerra e dalla fame?
Era impossibile capire, dare un valido motivo a tutto questo. A cosa era servita la morte di milioni di bambini, donne, uomini? Katniss aveva sempre lottato per un futuro, ma non riusciva a vedere un futuro senza sua sorella, senza la sua ragione di vita.
Adesso aveva una famiglia, dei figli, aveva Peeta, e questo era tutto ciò che la faceva andare avanti, ma c'erano giorni come quello in cui il suo castello di cristallo crollava, e le tornava in mente ciò che le disse una volta Finnick, al distretto 13: "Rimettere insieme i pezzi richiede dieci volte il tempo che serve per crollare."
Ed era vero, ogni giorno che passava, Katniss si rendeva conto che quella era la verità più pura. Impiegava così tanto tempo per mettere insieme quei frammenti, ognuno di loro era un angelo caduto, uno per Boggs, uno per Prim, uno per tutti i tributi che hanno partecipato ad un grande, orribile incubo, uno per suo padre, e così via.
Alcuni pezzi, per quanto piccoli, pesavano troppo per la donna, piena di rimorsi e frustrazione, che, quella mattina più che mai, voleva solo raggiungere quella tanto attesa fine.
Ma come sempre fu costretta ad alzarsi, ad aprire gli occhi e a sorridere, mentre la tempesta infuriava dentro lei e le urla del suo passato le riempivano la testa, il cuore, le ossa.
Eppure non si fermava, continuava a bruciare.
La Ragazza Di Fuoco non si è ancora spenta.

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Salve.
Ammettetelo che non vi aspettavate qualcosa di serio u.u
Cooomunque..non lo so mi andava di scrivere qualcosa e l'ho fatto, questa è una fanfiction di UN capitolo. Forse ne farò altri ma chissaaaà, non lo so non costruite castelli in aria e lalalal anche perché non sono un grandissimo genio letterario che scrive poesie di amore ai panda della Bolivia.
Mi sono un po' stufata di scrivere cose sugli Hunger Games .-.
Aspettatevi qualcosa di diverso, di più grande, anche se non arriverà presto. Ho troppe idee che non riesco a connettere nella mia mente ritardata.

Dunque, A R R I V E D E R C I
CAPRE 💟
-PrimroseTrisPotter

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