la mia fiaba

12 3 2
                                    

Caro Diario, c'era una volta una bambina che fu obbligata a crescere suo fratello. Il fratello di questa bambina aveva molti problemi e per la bambina riuscire ad educarlo fu molto difficile, ma ci riuscì.

Passarono degli anni e la bambina cominciò a sentire la trascuretezza che le veniva riservata.
Cercava le attenzioni della madre, ma lei era sempre china su suo fratello e la scacciava con un gesto del mento o con una brutta parola.
La bambina desiderava solo essere amata dalla madre, ma questo non accadde, fino al giorno in cui sua madre andò a lavorare.
All'epoca la bambina aveva 12 anni e fu in quel momento che una terribile malattia la prese e la trascinò nel buio, era: Depressione.

Depressione era un brutto mostro che faceva a coppia con Anoressia.
I due mostri entrarono nel corpo della bambina e mentre depressione la faceva cadere a pezzi, Anoressia la trascinava in una galleria fatta di numeri.

La bambina dopo 8 mesi non riuscì più a sopravvivere e prese cinquanta pastiglie che la mandarono al pronto soccorso, ma i farmaci non erano letali e Depressione rideva di questo suo tentativo di scappare lontano da lei.

Anoressia ormai aveva fatto ammalare troppo la bambina che non riusciva più a reggersi in piedi, ma questa volta la bambina decise di controbattere e, usando tutte le sue forze, rinchiuse Anoressia in una gabbia nel suo cervello, da cui lei poteva solo gridare, ma non aveva più controllo della bambina.

Intanto Depressione si era un po' ritirata spaventata dalla possibilità che venissero prescritte delle medicine alla piccola.
Le medicine non vennero prescritte, ma le fu data una fata gentile, una psicologa.
Insieme alla psicologa la bambina riuscì ad andare avanti.

Poi un terribile male prese tutto il mondo, era il Coronavirus.

Il Coronavirus fece ammalare molte persone, ma fece anche chiudere le scuole e di questo la bambina ne gioì. Ormai aveva 13 anni e i suoi compagni di classe la bullizzavano, anche per questo erano arrivate Depressione e Anoressia.

Rinchiusa nella sua casetta la piccola stava bene, aveva sempre sua mamma vicina che finalmemte cominciò a calcolarla.

Il Coronavirus continuava a fare vittime, anche la piccola se ne ammalò, ma riuscì a sconfiggerlo.

IL tempo passava e Depressione aveva deciso di far compagnia ad Anoressia nella testa della ragazza.
Da quel momento lei le chiamò: Voci.
Il nome gli fu dato visto che parlavano e parlavano in continuazione. E alla fine la ormai ragazza ci fece amicizia e le definì le sue uniche amiche.

E mentre le voci scavavano lentamente nel cervello della ragazza, lei veniva promossa e andava alle superiori.

Alle superiori la ragazza ci entrò sperando che le lacrime nei bagni, gli sguardi, le risate, i biglietti...fossero ormai acqua passata, ma si sbagliava.

Al primo anno Depressione tornò e Anoressia riuscì a rompere la gabbia e uscì.
La ragazza ricominciò a perdere peso e a stare tutto il giorno a letto, non riusciva a studiare né a fare altro. Poi una seconda fata gentile arrivò, si chiamava Federica.

Federica prese per mano la ragazza e riuscì a farla mangiare, ma questo fece arrabbiare Anoressia che per vendetta si divise in molte voci con nomi diversi e convinse la ragazza che erano persone.

La ragazza non sapeva che fare, ogni giorno la sua testa veniva riempita di urla, lacrime, insulti, litigate tra le svariate voci.
Ne parlò con la psicologa, ma lei non riuscì ad aiutarla.

L'anno scolastico terminò e la ragazza venne promossa (non si sa come, forse un miracolo).
E arrivò l'estate, ma la ragazza non ha ricordi di quell' estate quindi non posso narrarvela.

Arrivò il secondo anno e anche di quello non ci sono ricordi. Tranne quando la ragazza chiuse con Federica perché si era innamorata ma non era ricambiata.

Poi di colpo le voci se me andarono, scomparvero e lasciarono da sola la ragazza che cadde di nuovo in depressione. Aveva chiuso con la sua unica amica e anche le sue voci non la volevano più.

Ma ora basta caro diario, continueremo un' altro giorno. Grazie per avermi ascoltata, ma per il resto della storia c'è da girare la pagina.

diario di una diciottenne Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora