Ⅱ La Figuraccia

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Mi alzo di colpo. Ho il cuore che mi batte all'impazzata per colpa di questa sveglia, ho dei traumi per colpa sua.
Stavo sognando che andavo a fare colazione colazione con Monica e facevo una figuraccia di quelle clamorose davanti a un bel ragazzo e questo rideva di me. Ma come ti permetti. Vabbè diciamo che la giornata non è iniziata bene, spero che finisca meglio di come è iniziata.

Decido di mettermi dei hip-hop shorts in denim color jeans e una maglietta grigia leggermente attillata. Il fit è perfetto: ho messo le culotte a fiorellini con il merletto in pizzo che fuoriesce leggermente dal pantalone, gli shorts sono a vita bassa ma non troppo da far vedere tutte le mutande e la maglietta grigia a mezze maniche leggermente attillata che fa vedere la mia vita stretta e sottolinea le mie curve, la maglietta arriva perfettamente sopra di pochi millimetri le mutande, poi scarpe bianche e grigie della nike con un calzino fuxia, che si intravede leggermente dalla scarpa, per smorzare un po' il tutto. Il fit della vita, perfetto, nessuno poteva rovinarmi questa bellissima giornata.

Faccio lo zaino, prendo i soldi, le chiavi, saluto mamma che si sta preparando per andare a lavorare ed esco di casa.

Sono in ritardo.

Cerco di camminare velocemente verso scuola, ma mi perdo e metto il nome della via su Google Maps e arrivo con cinque minuti di ritardo.

«Ehy Moniz, allora? Come stai?»
«Ma come sei bella stamattina! Comunque sto bene e tu?»
«Grazie stella. E sí, sto bene anch'io. Prendiamo qualcosa da mangiare?»
«Andiamo»

Prendiamo da mangiare e ci sediamo al tavolino fuori il bar.
«Certo che sei proprio sfigata, per iniziare la giornata bevi il succo alla pera» si mette a ridere.
«Oh ma che vuoi, mica voglio cagarmi addosso il primo giorno di scuola per colpa del latte» dico un po' troppo ad alta voce e sento un gruppetto di ragazzi vicino al nostro tavolo ridacchiare. Sono un po' imbarazzata, infatti le guance mi si infuocano subito ma comunque gli rispondo «Sono intollerante al lattosio e allora? Qua sembra di stare all'asilo invece delle superiori»
Dopo questa mia affermazione guardo negli occhi Monica e si stava pisciando addosso dalle risate.
«COSA RIDI CRETINA!»
«No no, niente. Finiamo di mangiare e andiamo in classe per favore»
Spero di finire di mangiare il più veloce possibile, non voglio restare vicino a quel gruppetto ancora un secondo in più.

«Andiamo a pagare?»
«Aspetta che prendo i soldi»
Prendiamo le nostre cose, ci mettiamo gli zaini in spalla e portiamo i piattini al bancone da brave clienti.
Poso il mio piattino e il bicchiere sul bancone.
«Grazie mille, gentilissima» mi sorride il barista.
Gli sorrido anch'io. Adoro ricevere complimenti sinceri.
«Chi paga per primo?»
Rimango confusa. Giro la testa leggermente a sinistra e vedo un ragazzo di quel gruppetto che stava ridendo di me. CHE IMBARAZZO! Voglio sprofondare.
«Prima le signore» dice, facendo un passo in dietro
«Se ti sembro una signora...» gli dico guardandolo male, ma avevo comunque le guance rosse per l'imbarazzo.
Pago. Poi paga anche lui, penso anche per i suoi amici perchè loro sono rimasti fuori a guardare. Li ho visti con la coda dell'occhio. Poi finalmente ha pagato Monica. La prendo per mano e cammino a passo veloce fuori dal bar e insieme ci dirigiamo a scuola.

«Senti una cosa, ma... cosa voleva quel ragazzo?»
«Eh? Che stai dicendo. Quale ragazzo?»
«Dai t/n, quello che ti ha dato della signora»
«Ah ho capito. Ma che stai dicendo? Mica mi ha detto altro»
«Ma se continuava a chiamarti picchiettandoti sulla spalla»
«Ma che dici, io non ho sentito niente»
«Ma come»
«Monica ma se ti dico che non ho sentito niente»
«Madonna che scema che sei»
«Oh ma non è mica colpa mia se non l'ho sentito. Ma adesso sono curiosa di cosa volesse da me..»

Mi sento toccare la spalla destra. Salto in aria peggio di un gatto.
ERA LUI
«Mi hai spaventata! Cosa c'è?»
«Prima, al bar, hai lasciato il resto sul bancone e volevo ridartelo ma non mi hai calcolato nemmeno»
«Ah..» arrossisco. «Grazie per avermi riportato i soldi»
«Non c'è di che»
Mi da i soldi e poi fa per andarsene.
Che ragazzo gentile.
«Aspetta» MA COSA STO FACENDO! T/N FERMATI ORA CHE SEI IN TEMPO!!!
«Dimmi»
«Ehm.. come ti chiami?» balbetto un pochino.
«Alessandro, ma puoi chiamarmi Alex»
Che bel nome.
«Grazie Alex per i soldi» aiuto mi sento la faccia bollire dall'imbarazzo. «Comunque io sono t/n»
«Magari ci becchiamo in giro t/n. Ciao»
«Ciao» soffoco un po' questo saluto.
«Madonna come sei rossa. Tutto bene?»
«Si, certo. Ma sono rossa perchè fa caldo»
«Eh si vede, hai entrambe le ascelle pezzate»
«COSA STAI DICENDO MONICA?!»
«Dai stai tranquilla, adesso entriamo in classe e prendiamo posto che già abbiamo i posti davanti, ci manca solo che stiamo in prima fila»
«Hai ragione, muoviamoci!»

Cutie Pie (alexnauts x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora