Ⅲ L'Aula Di Arte

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La fortuna vuole che io e Monica troviamo un banco a tre libero in seconda fila. Non gli chiedo nemmeno se gli piace come posto che mi fiondo direttamente lì ad occupare il posto.
Ovviamente mi metto nel banco di mezzo, così posso appoggiare lo zaino sull'altra sedia e a Monica lascio il banco appoggiato al muro, che alla fine non è così male. Glielo lascio perchè so che lo preferisce.

Fortunatamente vicino a me non si siede nessuno.

La lezione inizia con il professore di italiano che si presenta. Mi perdo nelle sue parole, è proprio un bell'uomo ed è vestito molto bene: indossa una camicia nera a maniche lunghe, dei pantaloni neri in tessuto che gli stanno alla perfezione e un bel mocassino. Porta i capelli raccolti in un codino a cipolla, penso proprio che li abbia lunghi. Porta degli occhiali fini neri, al polso sinistro ha un orologio e a quello destro un bracciale di quelli classici da uomo. Lo squadro meglio e vedo  che ha degli anelli sulle dita delle mani; chissà, magari è sposato o fidanzato, oppure sono solo per bellezza.
Non ha degli occhi particolari, sono marroni e i suoi capelli sono del medesimo colore.

È finita la prima ora. Bussano alla porta
«Avanti»
«Buon giorno ragazzi, scusate il disturbo. Professore devo parlare con lei»
«Certo, mi dica pure»
Bisbigliano qualcosa.
«Grazie collaboratrice, arrivederci»
La salutiamo in coro.
«La collaboratrice scolastica mi ha detto che devo sostituire il professore di questa ora e quindi dobbiamo inventarci qualcosa da fare»
«Spero non ci dica di fare italiano» bisbiglio a Monica.
«Speriamo di no»
«Cosa ne dite se facciamo un giro per i laboratori?»
«Andiamo in quello di arte?» dice una ragazza.
«Se a gli altri sta bene»
Ci guardiamo un po' tutti e annuiamo all'unisono.
«Perfetto. Allora alzatevi senza fare troppo rumore e andiamo nell'aula di arte»
«Chissà perchè vuole andare proprio in quella di arte» dico a Monica all'orecchio.
«All'artistico ci sono sempre dei boni assurdi»
«Hai ragione, ma mai boni quanto quelli di informatica»
«Ma perchè, quelle del turistico no?» si aggiunge Raffaele. Un ragazzo gentile ma un po' casinista, in poche parole è il clown della classe. È amico di tutti, te pensa a una persona e lui la conosce, è il classico bonaccione a cui tutti vogliono bene.
«A noi mica piace la patata come a te»
«E chi ha parlato di patata?» ci mettiamo tutti e tre a ridere.

Finalmente arriviamo davanti all'aula di arte. Come sempre Raffaele non bussa e apre la porta senza neanche chiedere il permesso al prof.

L'aula era piena.
Tutti si girano verso di lui e il nostro prof lo sgrida e chiede scusa alla professoressa di arte e agli alunni. Chiude la porta e ci riporta in classe.
«Tu, come ti chiami?»
«Raffaele Verdi...»
«Verdi ma cosa ti è saltato in mente? Questo è il vostro primo giorno di terza in questo plesso e già vi fate riconoscere. Pensavo di iniziare questo anno scolastico bene, ma forse mi smagliavo. E..»
Il professore non fa in tempo a finire la frase che viene interrotto da una ragazza di quell'aula.
«Mi scusi professore»
Il prof mette le dita sulle tempie e due secondi dopo si gira verso la ragazza.
«Mi dica»
«Se i ragazzi vogliono vederci lavorare posso entrare, basta che non tocchino niente»
Alla ragazza di prima si illuminano gli occhi.
«Si prof, la prego! Faremo i bravi e non toccheremo niente»
«Va bene, ma alla prossima cavolata non uscirete più da quella classe nelle mie ore»

«t/n ma hai presente quella ragazza che prima è uscita "a chiamarci"»
«Si. Dimmi»
«Non è quella che era nel gruppo di stamani?»
«Eh? Non è capito nulla»
«Madonna t/n. Dai quelli che stamattina ridevano di te»
«Ah si si»
«Eh...»
«AH MA ERA LEI»
«ZITTA! Che sennò ci sentono»
«Ok scusa»

«Comunque sono bravi a disegnare»
«Eh si sai. Dovrebbero fare l'artistico»
«Oh Monix basta prendermi per il culo»
«Le parole ragazzi!» dice la professoressa.
«Upsi..»
«Oh ma ti fai sempre riconoscere» Monica si mette a ridere.
«Stai zitta andicappata»
Mi da un nocchino. Io per vendicarmi gli prendo il braccio e gli do un morso e si mette ad urlare.
«ADESSO BASTA! Voi due separate. Te qua e te rimani pure dove sei» Ci urla il prof di italiano. Mi sa che lo abbiamo fatto arrabbiare.
Ovviamente sono io quella che si deve spostare e OVVIAMENTE vicino a quella del gruppo.
In lontananza vedo Monica che ride e cerca di non farsi sentire io le manda un dito medio tattico e lei risponde con la mia stessa moneta.

Mi sto annoiando. Provo ad allungare l'occhio per vedere cosa sta disegnando quella ragazza.
«Vuoi vedere cosa sto disegnando?»
Arrossisco dall'imbarazzo. Pensavo di essere tipo
anti-sgamo.
«Ehm... Si grazie» Gli sorrido.
Sposta la sedia più a sinistra per far entrare anche me.
«Wow. Ma è bellissimo»
«Grazie» mi sorride.
«Te sai disegnare?» continua lei.
«Seeeh. Manco un cerchio col compasso so fare» Ridiamo insieme.
Dai non è malissimo questa ragazza.
«Come ti chiami?»
«Anna e te?»
«t/n, piacere»
«piacere» mi sorride. Ha proprio un bel sorriso questa ragazza.

Passiamo il resto dell'ora a parlare. Chissà che starà facendo Monica; provo a girarmi per vedere che sta facendo ma non riesco a vederla. Dopo le racconto tutto.

Cutie Pie (alexnauts x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora