Dicono che più si complica più il fatto é ciclico, dicono che il tempo sia un eterno ritorno, dicono che chiusa una porta si apre un portone e dicono che dopo una fine si é persone nuove, migliori o peggiori. Ma la fine é sempre contemplata? Quando la fine é vicina, ma non si vuole accettare, l'uomo é davvero capace di opporsi? Eppure tutto finisce e niente dura per sempre. Eppure c'è un organo all'interno del nostro corpo che conserva ogni parte del nostro vissuto, ogni parte finita o mai iniziata: il cuore. Quest'ultimo non dimentica, permette di metabolizzare la fine e magari la nasconde anche per un po', ma un giorno fa risalire tutto a galla così senza preavviso e lo fa attraverso un momento, una canzone, un oggetto, una frase o una parola e persino attraverso uno sguardo che si sa senza dire niente dice già tutto. La fine spaventa, destabilizza, ti fa capire come la tua vita potrebbe continuare e manda in completa estasi e confusione insieme la mente umana che non é mai pronta al cambiamento vero e proprio quello che arriva senza avvisare e che non puoi far cessare nemmeno con tutta la forza del mondo. Alla fine ti devi arrendere, perché la battaglia é già persa in partenza ed é stata scritta dal destino che ci governa come un burattinaio gioca con le sue marionette durante uno spettacolo, che inermi si lasciano comandare senza possibilità di opporsi. É finita quindi, a malincuore, si deve voltare pagina mettendo una pietra sopra e continuando con la propria vita eppure non sembra sia finita davvero, eppure non finirà mai.
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Diario
Non-FictionMetto tutto qui dentro, dove so che nessuno li leggerà, per non incasinare troppo la mia testa contorta