-Daniel! C'è qualcuno che ti vuole conoscere, sono qui per adottare un bambino-
Qualcuno si dirigeva molto velocemente verso camera di Daniel.
-Alzati, almeno oggi non essere in ritardo e fatti trovare presentabile, ha già fatto il giro di tutte le stanze. Appena sei pronto vai in sala ricevimento ospiti. -
Si dimenò nel letto, non voleva vedere più nessuno, era stufo dei colloqui, era stufo di venir rifiutato, era stufo delle false speranze, era stufo pure di prepararsi nel cercar di fare bella figura, ma era obbligato, doveva farlo.
Si vestì, si pettinò al meglio possibile, indossò le scarpe e come consuetudine rifece il letto, nel caso la famiglia volesse far visita alla sua camera, un'altra cosa che odiava.
Arrivò sul ciglio della porta, prese una gran respiro a pieni polmoni e, trattenendolo, scese le scale, davanti a lui passò un corteo di bambini con in mano dolciumi di ogni tipo.
-Daniel, Daniel! Guarda che gentile il signore, ci ha dato le caramelle-
-Spero mi adotti- gridò uno, e in coro gli altri risposero.
-No, sceglierà me! -
Capì che doveva fermarli prima di far scoppiare una lotta. Si buttò in mezzo a loro nel vano tentativo di separarli.
-Se fate così non sceglierà nessuno, chi vuole dei bambini cattivi?
Tutti si fecero seri, l'idea di rimanere terrorizzava, tutti a parte Marcus, lui no, lui non mosse nemmeno un muscolo. Continuò dritto fino alle cucine dove a grandi polmoni lo salutarono le cuoche, una gli fece il segno di essere forte con il braccio, un'altra gli gridò un'imbocca al lupo e un'ultima gli offri dei biscotti dicendo che doveva essere pieno e in forze per andare a conoscere i suoi nuovi genitori. Facevano così ogni volta, ogni singola volta.
Si fermò alla stanza prima, sentì una voce maschile che diceva:
-Posso offrirle un altro goccio di questo prelibato vino? L'ho preso in un viaggio in Inghilterra, a Londra, costava molto, lo producono nei vigneti reali fuori città-
La Butcherson rispose in un modo troppo smielato con una voce simile a quella di una ragazzina di 18 anni che ci prova con il suo fidanzatino.
-Oh, caro ma certo, fai pure, tu che sembri così forte, io non sono in grado di alzare una bottiglia così pensante, sai l'età-
Tutto ciò gli faceva sanguinare le orecchie. Doveva interrompere il momento, sfoderò il suo più grande sorriso e andò.
-Buongiorn...- si bloccò.
Quel signore, con il bastone e il vecchio cilindro in testa, era Oliver. Perché? Cosa ci faceva lì?
Probabilmente aveva uno sguardo troppo perso perché prontamente colei che prima cercava di sedurre Oliver ora era quasi emozionata alla probabile idea che loro si conoscessero e infatti lo domandò.
-Oh oh, no, mi sa che mi ha confuso con qualcun altro-
Gli aveva mentito, sarebbe meglio che continuasse a tenergli il gioco o sul serio non si ricordava di lui?
-Potrebbe lasciarci soli? -
La Butcherson gli sorrise e si alzò, lo spinse nel tentar di passare nello stretto corridoio e uscì dalla stanza.
-Ciao Daniel- disse con tono talmente basso che per capirlo dovette leggergli il labiale.
Smentita l'idea che non lo riconoscesse.
-Perché sei qui? - disse altrettanto piano.
-Mi hai chiamato tu non ricordi? ieri sera. Che fortuna che Owahl non si è perso, è un vecchio gufo, ho mandato lui perché è l'unico di cui mi posso fidare cecamente, ultimamente però non porta a termine tutti i viaggi, sta invecchiando come me-
Ecco come si chiamava il gufo.
-Non ha funzionato bene? -
Cosa? si chiedeva Daniel, cosa aveva funzionato?
-La pozione che ho dato alla dama, funziona per qualche giorno, è molto potente meglio non correre il rischio che ci batta sul tempo-
-Con questo intruglio sarà facile ammaliarla e renderti libero-
Pure nelle pozioni credeva, certo ieri notte non si può dire che non sembrasse magia, ma con la modernità di questi anni si riescono a fare molti trucchi che ci ingannano, anche se ingannare la Butcherson sembrava impossibile Daniel aveva capito che quella parola più di una volta veniva usata a sproposito, soprattutto perchè nonostante non sembri è comunque umana.
Oliver si alzò e si andò a sporgere dalla porta chiedendo qualcosa alla Butcherson, lei ci pensò un attimo e con occhi sognanti rispose. Rispose a tono talmente alto che pure Daniel capì: -Va bene giovinotto, tutto per te-
Iniziava quasi a credere che fosse una vera pozione. Probabilmente con l'età anche lei si stava ammorbidendo, spesso Daniel si chiedeva come potesse essere stata da giovane, la riuscuva ad immaginare solo con quella faccia vecchia, come se lei non potesse essere stata bambina, lei era un'entità nata anziana venuta per rovinargli la vita. Non credeva di esagerare, a volte si convinceva fosse vero.
-Se vuoi questo pomeriggio puoi venire con me-
Cosa.
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L'emporio di Oliver
FantasyNella triste e decadente città di Hastonville appare una luce, una magia che sa di biscotti alla cannella e popcorn, peccato che solo alcuni possono vederla, uno tra questi è il giovane Daniel. Daniel, un bambino di 10 anni pieno di curiosità e vog...