I had no chance to prepare

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Clara

«Tu ti rendi conto di quello che gli hai fatto, vero?».

Le parole di Sveva, mia cugina, non escono più dalla mia testa. Neanche io sapevo effettivamente cosa dirle, come giustificarmi.

Sono stata pessima, non c'era bisogno della sua conferma.

Forse, nei limiti della mia ingenuità, mi aspettavo una parola di conforto e non uno schiaffo in faccia, contrariamente a quanto avvenuto.

Sia chiaro, lei non è contro l'inseguimento dei miei sogni, ma è a favore della trasparenza e della sincerità, come me fino a qualche ora fa, prima di fare ciò che ho fatto.

E penso a tutto ciò ora, durante una delle mie prime lezioni qui, invece di concentrarmi a 360° su quello che sto facendo, sul sogno che sto realizzando.
Forse non è stata la scelta migliore prendere tutto e scappare come un ladro, forse comunicare sarebbe stata la cosa più saggia da fare, perché seppur gli abbia scritto di aver preso questa (pessima) decisione per non ritrovarci schiavi di una vita vissuta a metà, alla fine mi son ritrovata schiava lo stesso del rimorso. Non tanto meglio, insomma.

È stata una giornata ricca di cose da fare questa, tra scartoffie burocratiche da firmare, compagni e insegnanti da conoscere, camera da rendere mia e 6 lezioni da seguire. L'idea di poter tornare in quel buco che è ora la mia stanza mi sembra l'unico modo di alleviare il dolore, anche se so bene che invece sarà proprio il momento peggiore, perché penserò ancora di più.

Recupero il borsone dallo spogliatoio femminile e saluto le mie compagne, declinando anche un loro invito ad uscire questa sera: dovrei dire di si, per potermi creare una vita nuova di zecca, ma non riesco. Non oggi. Sono arrivata ieri ed ho ancora bisogno di concretizzare il tutto.

Salgo le scale del dormitorio lentamente, quasi come se non volessi effettivamente arrivare a destinazione (che poi infondo è la verità).

Una volta nel corridoio però, ciò che vedo mi spiazza.

Joseph. Seduto per terra, con la schiena poggiata alla mia porta.

Mi blocco. I miei piedi sono completamente incollati al pavimento, quasi hanno messo le radici. Il borsone mi cade dalla spalla, scivolando lungo il braccio e atterrando con un tonfo sul pavimento.

Ed ecco che alza lo sguardo.
Mi vede.
Ed io mi sento morire.

Mi si blocca il respiro.

«Pensavo di star sognando quando mi dicesti "Ti amo" mesi fa. Mi sentivo talmente leggero, talmente felice che ero convinto che mai nessuno sarebbe stato capace di scoppiare la bolla nella quale mi avevi fatto entrare. Mai avrei pensato che l'avresti scoppiata tu» dice amaramente, ma guardandomi per bene negli occhi.

Non l'ho mai visto così...
Non saprei neanche come definirlo.

«Ti amo ancora» quasi sussurro, con voce flebile.
«No, 'ste stronzate non me le bevo più, Clara. Tu non hai neanche idea delle ultime 24 ore che ho vissuto. Non te le puoi neanche immaginare. Mi sono sentito così preso in giro, così svalutato» si avvicina lentamente, ma io indietreggio ad ogni suo passo verso di me.

Mi pizzicano gli occhi.
Vorrei essere altrove.
Scuoto la testa.

«Non credere sia stato facile per me».
«Oh no, figurati, immagino quanto sia stata dura mandarmi a fanculo» ha un tono duro, aspro. Brucia come il sale sulle ferite.
«Sai che non volevo» tiro su col naso, mentre le lacrime ormai mi tradiscono.
«Ma l'hai fatto».
«Ma non volevo» insisto.
«Ma l'hai fatto, cazzo!» alza il tono della voce e noto una ragazza girarsi verso di noi, mentre era intenta ad entrare nella sua camera.

Mi guarda come a chiedermi se sia tutto ok e io la rassicuro.

«Andiamo in camera» gli passo oltre, recuperando il borsone da terra. Cerco velocemente le chiavi, per poi inserirle e girarle nella serratura.

Entra in quelle quattro mura in rigoroso silenzio.

Mi chiudo la porta alle spalle, senza sapere cosa dirgli nel momento in cui ci troviamo faccia a faccia.

Avrei dovuto essere pronta ad un confronto del genere, conoscendolo me lo sarei dovuta aspettare.

Scoppio a piangere.
E lui fa lo stesso.

Ora so quanto gli ho fatto male, perché non ho mai visto Joseph cacciare una lacrima.

I tought that I was dreamin'
when you said
you loved me.
The start of nothin'
I had no chance to prepare
I couldn't see you coming

Ivy -HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora