1 D'accapo Holly

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"Tsubasa, sbrigati, alzati!" è la prima cosa che sento oggi, sono stanco ed è troppo presto, mi rigiro nel letto esausto, forse non avrei dovuto giocare a pallone ieri sera.

Do un occhiata alla sveglia, giusto per essere sicuro di non essere troppo in ritardo ma come temevo scopro che in effetti è davvero tardi Mi precipito fuori dal letto e scendo le scale facendo slalom tra gli scatoloni del trasloco. Trovo i miei genitori in cucina intenti a preparare la colazione mentre chiacchierano del giornale che sta leggendo papà.

Io non ho il tempo di farla, perciò prendo al volo una mela. Afferro il mio zaino con tutti i libri per oggi a scuola e il mio pallone. "Vado! dopo scuola, faccio un giro in città." urlo prima di uscire. "D'accordo non perderti" mi rispondono quasi all'unisono, cerca di farti qualche nuovo amico, strano non l'abbiano ancora detto. Mi sbatto la porta alle spalle e mi fiondo in strada.

Mi sono appena trasferito nella citta di Nankatsu, mio padre lavora in mare, sta via ogni anno diversi mesi così ci ritroviamo io e mamma soli. Prima abitavamo a Tokyo, troppo affollata, troppo trafficata, tropo frenetica ed impegnativa, troppi ricordi. Tutte le strade sono più o meno simili qui, le casette sono carine e un fiume la attraversa quasi a metà. E' una cittadina tranquilla e verde, serena.

Il nuovo anno scolastico finisce  tra un paio di settimane per le vacanze estive. frequento il secondo anno di superiori, ho 17 anni e sono appena iscritto alla scuola superiore Nankatsu. Tutti i nuovi iscritti devono passare un test, il mio è proprio oggi. Sono sempre stato bravo a scuola, voti eccellenti, comportamento ottimo ma non mi faccio mai tanti amici.

Ripeto tutto quello che mi ricordo nella mia testa, breve ripasso per dire di aver almeno fatto qualcosa per superare la prova, mentre corro per la città calciando la mia palla, facendomi strada tra gli sconosciuti. Arrivo con cinque minuti d'anticipo.

L'edificio è bello ed imponente, molto moderno. Un grande giardino si trova proprio di fronte. La scuola è deserta. Mi avvio verso l'entrata mettendo via il pallone, una signora mi trova confuso, e mi indica l'aula d'esame, la 3C al primo piano, sulla destra.

Una volta entrato, mi sistemo su un banco in prima fila, vicino alla finestra che da sul retro dove s'intravedono due porte da calcio e una pista d'atletica, "Così mi sentirò a mio agio" penso. Non sono l'unico nuovo qui: una ragazzina, capelli rossicci con uno sguardo annoiato, è seduta all'ultimo banco, intenta a sopportare un ragazzo che si trova vicino a lei e le sta raccontando quella che ha tutta l'aria di essere una storia inventata sul momento, forse voleva farla ridere.

Il professore arriva finalmente in aula col sorvegliante, e ci distribuisce i nostri fogli, per poi sistemarsi dietro alla cattedra. "Avete due ore per completarli. Tra una settimana scoprirete se avrete passato la verifica e parteciperete alle lezioni in autunno." Lo ascolto distratto mentre do uno sguardo veloce all'intera prova e non sembra troppo difficile.

Ho già risposto ad una decina di quesiti, che fa il suo ingresso un altro ragazzino. Alzo la testa per osservarlo con gli occhi socchiusi accecato da un raggio di sole che m'infastidisce. Lui è alto, capelli castani scendono sulla fronte, più lunghi dietro fino quasi a toccare le spalle e le iridi brillano scure, quasi dello stesso colore dalla pupilla. Ha stampato in faccia un sorrisino timido e si sta scusando del ritardo con l'insegnante. Dopo avergli comunicato il nome, che non riesco a sentire, si guarda intorno e il suo sguardo incontra il mio e subito m'immobilizzo.

Con i fogli in mano si dirige verso di me, ha un passo veloce ed agile. Prima che possa accorgersi che lo sto fissando, abbasso gli occhi sul mio compito, con le guance bollenti, riprendo la penna in mano e scrivo qualcosa non calcolandolo più. Sento il rumore di una sedia, troppo vicina, che striscia sul pavimento e con la coda dell'occhio noto che ha deciso di sedersi sul banco alla mia destra. Per un po' resto immobile. Concentrato, rispondo ad una decina di domande finché in meno di un ora giungo all'ultimo foglio che riesco a completare in due minuti. Di tanto in tanto mi giro per coglierlo mentre scrive o riflette su qualcosa, ma, fortunatamente lui sembra non accorgersene.

Tutta d'un fiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora