Capitolo uno

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Il ragazzo biondo alzò il viso dall'asfalto, leccandosi le labbra e assaporando il sangue su di esse.

Sollevò lo sguardo sfidando la sagoma davanti a lui "È questo tutto quello che sai fare? Se hai coraggio" ghignò lui alzandosi e avvicinandosi pericolosamente alla ragazza minuta davanti a lui.

Lei gli tirò un pugno nello stomaco, ma ricevette in risposta solo un piccolo gemito di dolore "Più male fai, più male ricevi" disse semplicemente tirando i capelli lunghi e chiari di Lola.

Lei strinse i denti gettando la testa all'indietro, cercando di sentire meno male "Perchè stiamo facendo questo?" chiese la piccola con voce strozzata.

Lui sorrise avvicinandosi al viso di Lola "Voglio vederti piangere, perchè sei carina quando piangi" sussurrò lento in tono spaventoso e lasciò andare bruscamente i suoi capelli.

Abbassò la testa "Ho sempre pianto lacrime che tu non hai mai visto. Ogni volta che venivi a fare il bullo e a farmi del male, piangevo in silenzio" si strinse le braccia attorno al bacino.

Luke alzò le spalle "Questo lo fanno tutti, che differenza fa se lo fai anche tu?" Lola alzò bruscamente la testa con le guance umide "Sono una ragazza, dovresti portare rispetto per le donne", il biondo cominciò a ridere rumorosamente, quasi come un pazzo, "Portare rispetto? Io? Questa è una bella battuta" rise ancora "Ho le lacrime agli occhi" la prese in giro asciugandosi teatralmente una goccia sotto l'occhio.

"Non prendermi per il culo" sputò piena di odio allontanandosi da lui "Ci vediamo domani a scuola" sussurrò ammiccando, anche se ormai la ragazza era già lontana per sentire e vederlo.

* * *

Dalla porta entrò velocemente una signora bassa sui sessant'anni, sbattendo i libri sulla cattedra e chiudendo con forza la porta.

"Inizio col dirvi che non è stata una mattinata facile, quindi non fatemi esasperare" sbuffò aprendo il libro di Algebra "Andate a pagina quarantacinque. Quinn, venga alla lavagna e mi faccia l'esercizio otto" disse velocemente sedendosi sulla sedia in legno.

Un ragazzo alto e non troppo magro si alzò svogliatamente dal banco, prendendo il suo libro e dirigendosi verso il quadro nero e opaco.

Stette mezz'ora a fissare la pagina del libro finchè non alzò lentamente il braccio, con il gessetto in mano, scrivendo numeri e lettere.

I suoi movimenti erano lenti e stanchi; nonostante questo, eseguì correttamente l'equazione.

La professoressa annuì e cancellò la lavagna mentre il cosiddetto Quinn si risedette al suo posto.

Lola guardò lo schermo del mio cellulare, nascosto dietro all'astuccio, per notare che mancavano solo dieci minuti alla fine della lezione: giusto il tempo per svolgere un altro esercizio.

La vecchia guardò tutti gli alunni in classe attentamente, scegliendo chi svolgerà l'esercizio nove.

Si soffermò su di lei, poi su Hemmings e infine su Clifford.

Si vedeva chiamaramente che stava scegliendo fra loro tre "Clifford, alla lavagna" pronunciò il verdetto velocemente.

Lui emise un sonoro gemito di frustrazione, si alzò velocemente e scarabocchiò qualcosa sulla lavagna.

"Cos'è questa cosa? Hai scritto delle cose a caso e di certo 'pene' non è la soluzione" sbottò cancellando la parola e tutto il procedimento, "Vai subito al posto se non vuoi che ti mandi dal preside" si sedette mentre il bruno tinto sbuffò tornando al proprio banco.

"Sempre la stessa storia, Clifford?" ghignò Hemmings voltandosi verso di lui "Lo sai come sono" sbattè la testa contro il banco aspettando la campanella.

Di loro, la ragazza, conosceva solo i cognomi, non si chiamavano per nome quindi non poteva scoprire come si chiamavano ma in ogni caso li conosceva di vista.
Escludendo Hemmings che la importunava ogni giorno.

Scoprì anche che aveva un gruppetto: Irwin, Hemmings, Hood e Clifford.
Tutti li chiamavano per cognome e dicevano che chi li avrebbe chiamati per nome avrebbe fatto una brutta fine.

Lei non ci credeva tanto. Suonava come una stupida leggenda metropolitana, di quelle che se fai o dici qualcosa arrivano gli spiriti e cose varie.

Appena udì il trillo della campana mise il mio zaino in spalla e si avviò verso l'uscita del liceo.

Sentì una voce "Rogers!" forse più di una, sembravano più persone assieme.

Si voltò bruscamente vedendo i quattro ragazzi insieme, si congelò vedendo loro avvicinarsi velocemente e accerchiandola.

"Cosa volete?" balbettò guardando in faccia ad ognuno di loro "Bei capelli, perdente" disse Hood prendendo una ciocca dei suoi capelli pallidi.

"Sei albina per averli così?" ridacchiò Irwin, Lola prese un berretto nero dallo zaino e lo infilò in testa, cercando di non far notare il colore.

Clifford lo tolse velocemente con uno strattone "Questo è mio ora" sorrise incrociando le braccia.

"Okay, ora basta ragazzi" Hemmings alzò leggermente gli arti, il bruno le lanciò il berretto "È tutta tua" disse Hood allontanandosi con gli altri.

Il biondo rimase in silenzio e dopo qualche secondo li seguì, passandole accanto con una spallata.

"Ci vediamo domani" disse semplicemente senza voltarsi, "Ti odio" borbottò lei uscendo e tornando a casa.

A/N: quanto so' simpatici sti ragazzi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21, 2015 ⏰

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