1. Ritorno in Grecia

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Qualche anno fa, in un'intervista, mi venne chiesto di descrivere la mia vita con una sola parola.

Io ovviamente non seppi rispondere con una sola, unica e misera parola. Ad oggi, però, pensandoci, avrei sicuramente detto "movimentata".

Un rombo tuona per tutta la casa.
Quasi mi rovescio il caffelatte addosso per lo spavento.
Valter mi sfreccia davanti con la sua moto giocattolo, anche se di giocattolo non ha un bel niente perché potrebbe benissimo gareggiare contro una Kawasaki e vincere.
Ha 10 anni e sta crescendo un po' troppo velocemente per quanto mi riguarda. È un bambino brillante e molto intelligente, a scuola i maestri e i compagni di classe lo adorano. Ma rimane ugualmente una piccola peste.

Mamma non fa altro che controllare le valigie da questa mattina. Probabilmente è qui da quando si è svegliata, sempre se ha dormito. «VALTER!» strilla. «SCENDI SUBITO DA QUELLA MALEDETTA MOTO! SIAMO IN RITARDO, PERDEREMO L'AEREO! ASTERIA!» Oddio no, qualcuno mi aiuti, vi prego.
«Sì, mamma?» domando senza ricevere risposta, mentre la vedo controllare la stessa borsa per l'ennesima volta in dieci minuti.

Esasperata prendo la mia tazza vuota, metto in bocca l'ultimo pezzo di cornetto al cioccolato e la lavo velocemente nel lavandino. Sia mai lasci qualcosa fuori posto prima di partire. 
Mi dirigo verso il bagno e prendo il mio spazzolino con la testa da unicorno. Lo bagno sotto il getto d'acqua, spruzzo il dentifricio e bagno di nuovo.

«ASTERIA!!!» Oh no. Di nuovo. Ma porca di quell- «ASTERIA!»

«Sschi mammua...dimmui tuttscho» Non sono completamente sicura mi abbia sentito, o comunque, se abbia capito cosa le abbia detto. Ne ho la conferma quando si affaccia alla porta del bagno facendomi saltare letteralmente in aria. Sciacquo la bocca e sputo nel lavandino i residui di dentifricio.

«MI DICI DOV'È TUO PADRE?!» Sì, certo. Papà. E io che ne so?
«Mamma, non ne ho la minima idea» le dico cercando di assumere uno dei toni più tranquilli che mi riesce.
«Ma vuoi capire che rischiamo di perdere l'aereo?! Siamo in ritardo! Anzi, super ritardo. Dio mio! Il jet dei Williams arriva alle 11 in punto» Alza le braccia all'aria.
Attivo il display del mio telefono. Segna le 8:35. Ritardo?
«Mamma, saremo gli unici passeggeri a bordo del jet. Di conseguenza non credi che sarebbe strano se partissero senza di noi? Letteralmente sarà vuoto a parte il personale» Le faccio presente. Lei sembra non ascoltarmi neanche. Corre via ad assicurarsi, un'altra volta, di aver preso tutto.

Il rumore della porta d'ingresso che si chiude attira l'attenzione mia e di mamma. Prima di recarmi a vedere che succede di là, lancio uno sguardo allo specchio.
I miei capelli ricci scuri hanno vita propria. Provo a sistemarli, anche se somigliano molto ad un cespuglio incolto. Per il make-up, questa mattina non avevo proprio voglia di fare chissà cosa, anche se solitamente amo truccarmi, mi rilassa molto. Ho optato per un po' di correttore, una pettinata veloce alle sopracciglia, un filo di mascara e il mio immancabile burro cacao alla vaniglia. Ringrazio madre natura per avermi dato almeno delle belle labbra carnose, una delle poche cose che mi piace del mio aspetto fisico.

Esco dal bagno e dò un'occhiata anch'io alle valigie. Il mio sguardo si sofferma su una custodia lunga e bianca. Il mio vestito.

Quest'anno debutterò come organizzatrice ufficiale del Kalokairinós Chorós (Ballo d'Estate) tenutosi in Grecia, precisamente nella bellissima Santorini.
In contemporanea, la serata d'apertura, 19 giugno, coincide esattamente con il mio 18° compleanno.

Da anni i miei genitori, Alessandra Russo e Andrea De Angelis, e Hannah Baker e Jonathan Williams sono gli organizzatori del Ballo d'Estate.

La mia famiglia proviene, dall'Italia, esattamente viviamo a Roma, la capitale, nella grande e maestosa Villa Russo-De Angelis. Durante il loro viaggio di nozze, appunto in Grecia, i miei conobbero ad una cena Hannah e Jonathan.

Loro sono come una seconda famiglia, o meglio, sono la mia famiglia. Vivono in Inghilterra, a Londra e trascorrono l'estate in Grecia, a Santorini. Precisamente nella grande Villa Baker-Williams, che ospita noi e tutti gli invitati al Ballo.

Da lì divennero grandi amici e, non sapendo come spendere i loro soldi da miliardari, decisero di organizzare ogni estate, in Grecia, un Ballo a scopo di beneficenza.

In realtà, inizialmente l'idea era quella di allestire una sorta di banchetto con dei giochi nei quali parte dei soldi vinti sarebbero andati poi in beneficenza. Col passare degli anni queste serate si sono trasformate in veri e propri balli. Con buffet infiniti colmi di cibi di qualsiasi genere, musica dal vivo e splendidi vestiti.
Quest'anno saranno 8 serate.

Il rumore di un clacson mi risveglia dai miei pensieri. Sarà arrivato l'autista che ci accompagnerà fino al jet dei Williams.
Di già?
Controllo l'orario e noto che effettivamente siamo leggermente in ritardo. Sono le 9:34, la base in cui atterrerà il jet è a circa mezz'ora da qui, motivo per il quale ci conviene sbrigarci.

Noto che ci sono anche una serie di messaggi da parte delle mie migliori amiche.

Sblocco il telefono e inizio a scorrere i 17 messaggi inviati nel giro di un minuto.

Biscottino alla marmellata(Lara): BUONGIORNO AMICHE MIE. Oggi la nostra Ast andrà via da noi!!😭😭

Pinguino arrabbiato(Cristina): bg ragazze, che tragedia...

Orsacchiotta (Giorgia): Scommetto che sarà super triste🙄

Biscottino alla marmellata: Già, che noia. Un'estate intera in una mega Villa da ricconi, con abiti da sogno, cibo che sfamerebbe il mondo intero per circa 30 anni e due fratelli che sembrano delle divinità greche.

Pinguino arrabbiato: Letteralmente;)

Gli altri messaggi sono praticamente tutti uguali.
Mi stanno prendendo per il culo.

Stronze

Rispondo con un paio di messaggi, stando al loro gioco.

>>Buongiorno ragazze mie.
>>Purtroppo mi mancherete molto. Che peccato non poterci vedere per tutta l'estate. Io sarò sola senza voi nella mia Villa da ricconi :((

La verità è che credo proprio verranno a trovarmi. I miei si sono offerti di pagar loro i biglietti per l'aereo, non volendo chiedere nuovamente il jet dei Williams.
Ed è impossibile che tre ragazze come loro si lascino sfuggire un occasione del genere.

Metto il telefono in tasca, prendo la mia borsa di tela ed esco fuori dal portone.

Aiuto a sistemare le valigie nel portabagagli e prendo posto in macchina accanto a Valt. È impegnato con un piccolo videogame portatile che gli ho regalato il giorno del suo compleanno. Gli scompiglio i lunghi capelli, del mio stesso colore, a differenza che lui li ha liscissimi. Fa una piccola smorfia distorcendo il nasino pieno di lentiggini.

Dio, questo bambino farà una strage di cuori. Anche se qualcosa mi dice che sia già accaduto. Poco gelosa la ragazza.

Leggo il nome sul cartellino appeso alla camicia dell'autista, Diego. Mette in moto e vedo casa mia farsi sempre più lontana.

Cuffiette bluetooth alle orecchie, con la mia amata playlist di Lana, Olivia Rodrigo e Isabela. La Trinità.
Si parte...

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