•E tu chi sei?

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Quando Manuel aprì gli occhi quella mattina, avrebbe voluto si trattasse solo un orribile, brutto, grande incubo; ma il guardarsi intorno e trovarsi ancora nella casetta in piscina di Villa Balestra, gli suggerirono il contrario.

Distrattamente si stiracchiò e si alzò per andare in bagno a darsi una sciacquata e buttarsi su qualche vestito che l'avvocato gli ha dato la sera prima, una t-shirt bianca e un paio di jeans, che gli vanno enormi oltretutto.

La luce che proveniva da fuori per via delle vetrate, illuminava tutto il piccolo loft. Si fermò per un attimo ad osservare fuori, il sole sorto da poco che rifletteva sull'acqua della piscina e creava tante piccole linee lumisone, l'atmosfera calma, di pace, il silenzio, la tranquillità. Si chiese come sarebbe stata la sua vita se fosse nato in quella famiglia, se avesse avuto un padre e una madre presenti, pronti a non fargli mancare nulla, se non fosse stato solo come è sempre stato.

Magari in un universo parallelo la sua vita è proprio cosi.

Dopo una ravvivata veloce ai ricci, esce dal loft e prende coraggio per fare ingresso in villa; che per quanto vorrebbe evitare di incontrare la signora Floriana, è obbligato a recarsi lì per mettere qualcosa nello stomaco.

Per sua fortuna, in casa non c'è nessuno, e si stupisce di come Dante si fidi così di lui a tal punto di lasciarlo solo in casa sua.

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Sono dovuto andare in ufficio a sbrigare un paio di pratiche, mia moglie sarà fuori tutto il giorno. Mangia qualcosa e fai come se fossi a casa tua.
Ci vediamo più tardi per occuparci di te.

Dante

E così fa, d'altronde ha avuto il permesso dal padrone di casa. Apre il frigo recupera del succo di frutta e poi cerca nei pensili qualcosa da mangiare. Trova per sua fortuna delle nastrine, le sue preferite e qualche cornetto da riempire con una quantità quasi imbarazzante di vasetti marmellata di ogni tipo.

Odia le marmellate, preferisce di gran lunga la cioccolata, ma sembra non ce ne sia traccia da nessuna parte in quella benedetta casa, quindi si accontenta di una nastrina scaldata nel forno elettrico.

Sta proprio per addentarla, seduto comodamente su uno degli sgabelli della cucina, quando un tonfo sordo della porta lo fa scattare. In un primo momento si preoccupa, insomma sa di essere solo quindi chi può essere?

Si fa prendere un po' dal panico, quindi afferra il primo oggetto che si trova davanti, un candelabro singolo in ottone, anche abbastanza pesante, e si mette nascosto al lato della porta d'ingresso della cucina, pronto a colpire chiunque abbia cattive intenzioni.

Gli tremano le mani, perché non abituato a vivere in un ambiente simile, la prima cosa di cui si convince, è che una villa del genere può essere sicuramente oggetto di interesse di qualche male intenzionato.

Trattiene il respiro finché succede tutto in maniera veloce.

Simone varca la soglia della cucina con ancora il borsone da rugby tenuto in bilico sulla spalla, e indossando la tuta della società per cui gioca, lui sta per sferrare il colpo quando il primo si volta nella sua direzione e sbarra gli occhi.

Emette un urlo spaventato lasciando cadere il borsone e portando immediatamente le mani alzate davanti a lui, e Manuel si blocca proprio poco prima di colpirlo.

Hanno il terrore negli occhi, entrambi. Manuel per lo spavento di aver quasi colpito un ragazzo che tutto sembra tranne che un ladro, Simone perché si trova davanti un tizio, in casa sua, nascosto, che lo ha quasi colpito.

«E tu chi sei?» se lo chiedono entrambi, nello stesso momento, con lo stesso sguardo confuso.

«Io qui ci vivo! Tu chi sei!» ribatte per primo Simone, ancora un po' diffidente, ma accorgendosi nell'immediato che l'altro porta i suoi vestiti addosso, quindi dubita possa essere un ladro.

A beautiful disaster || AU Simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora