Non credere a tutto ciò che vedi, pure il sale sassomiglia allo zucchero.
[sconosciuto](Vaniglia's pov) La prima volta che varcai la soglia di casa nostra, non avevo una chiara idea di quello che fosse accaduto, ma quando ho visto in fondo al corridoio, mio fratello che tentava di togliersi la vita, non mi importava più di cosa stesse succedendo, il mio primo pensiero è stato di fiondarmi da lui e fermarlo. Quella sera me la ricordo ancora molto bene, la prima sera in cui vidi delle macchie di sangue sul lavandino nel bagno all'entrata, e sentì mio fratello singhiozzare nell'altra stanza; quando mi fiondai da lui ero rimasta paralizzata, non capivo nulla, e per un momento vidi tutto nero, poi capì subito che dovevo fare qualcosa, subito, quindi abbracciai mio fratello e ne parlammo insieme.
Alex è sempre stato una persona stupenda con tutti, empatico e solare, la persona che tutti vorrebbero al loro fianco, mi ricordo che quando mi veniva a trovare ci fiondavamo subito sul divano, solo per parlare di come avevamo trascorso la settimana; alcuni pomeriggi suonavamo perfino insieme. Alex trovava la felicità nelle piccole cose, per ciò non sognavamo mai in grande, non eravamo abituati ad'avere sogni "irrealizzabili" o irrealistici, perché non avremmo mai trovato la felicità in qualcosa che non poteva legarci ancora di più.
Col passare del tempo Alex smise di venire a casa mia, così dopo svariate chiamate nel fine settimana, decisi di andare io a trovarlo e non smessi per un paglio di settimane, più precisamente, fino a quella sera; di fatti dopo di essa decisi di esserci di più per alex, in pratica mi trasferì a casa sua; ogni giorno cucinavamo insieme, per poi pranzare parlando delle nostre vite, era tutto stupendo, così com'era.
Una sera decisi di fargli una sorpresa, gli volevo portare il gelato per farmi perdonare di non essere stata tanto presente negli ultimi giorni, poiché due mie care amiche ricoverate in ospedale e avevo deciso di andarle a trovare, e per ciò ero stata assente per Alex; riuscivo anche a vedere il dolore nei suoi occhi, riuscivo a vederlo perfino nei messaggi dove mi chiedeva per che ora tornavo a casa; ovviamente Alex non mi parlò mai esplecitamente di ciò, piuttosto lo nascondeva, perché sapeva che stavo passando un brutto momento, e soppratutto sapeva quanto mi mancasse passare del tempo con lui, per ciò prendemmo la decisione di sorvolare l'argomento.Prima di tornare a casa gli chiesi, tramite messaggio, se potevo tardare, e lui mi rispose che andava bene e che non c'era nulla di cui preoccuparsi; anche se in realtà ero sempre in pensiero per lui, soppratutto dopo le ultime settimane. Avevo cominciato a fare incubi molto vividi; per ciò avevo sempre la testa piena di pensieri; tra le mie amiche in ricovero e mio fratello non sapevo più dove riporre tutti quei pensieri, quindi, ho deciso di sistemare il casino nella mia testa; e anche se ci sto mettendo molto, ci sto riuscendo, onestamente alcune volte ho avuto davvero paura di non uscirne, ma Alex crede in me,e le mie amiche hanno bisogno della mia presenza, per ciò c'e la devo fare.
-11:30 P.M-
Vaniglia:" Tutto bene lì? sono sotto".
Salì le scale tenendomi al corrimano, con un passo frettoloso, per paura di far scioglere il gelato, e appena arrivata nell'appartamento di Alex, lo misi immediatamente nel freezer. Qualcosa non andava.
Alex non c'era.Avevo già capito cosa fosse successo, ma questa volta era diverso, Alex non era in casa; quindi presi la prima idea accartocciata da una parte del mio inconscio che ancora non era stata svegliata, e mi precipitai sul tetto.
L'aria era gelata, e la brezza notturna mi sfiorava il viso violentemente, Alex era ancora lì, non per molto, ma era lì; così mi precipitai verso di lui.(Alex's pov)
appena mi consegnai nelle braccia della morte, avevo troppa confusione nella testa per pensare a ciò che si trovava attorno a me; ho sempre avuto tanta confusione, di conseguenza, non riuscivo a sentire la mia stessa voce, e quel giorno capì anche il perché; la voce degli altri sovrastava la mia in tal modo da non riuscire nemmeno ad'arrivare a me stesso e quel giorno lo capì , perché c'era solo la mia voce su quel tetto, l'unica che ero in grado di sentire.Gli altri mi facevano sentire così invisibile, forse ora non lo sarò più?.
il momento dopo che varcai il confine del tetto, non sentì esattamente quello che mi aspettavo; guardai in alto e vidi mia sorella che mi stava tenendo stretto il braccio, a quanto pare non era ancora giunta la mia ora.
Vaniglia incredibilmente riuscì a salvarmi; subito dopo mi tirò uno schiaffo, era in lacrime, e cadde per terra a piangere, mi sedetti vicino a lei per abbracciarla, la rassicurai, le spiegai tutto, le spiegai il modo in cui mi sentivo soppraffatto da qualsiasi cosa mi circondasse, e in qualche modo si ritrovò nelle mie parole:
"Ho provato a migliorare la situazione nella mia testa, te lo giuro, ma é tutto così fuori posto", disse piangendo, menzionò anche un'argomento che per noi era diventato tabù, la sua assenza nei giorni precedenti; mi disse che era dispiaciuta, ma ci voleva essere per tutti, lei voleva migliorare come persona, proprio come me, pretendeva il meglio da se stessa, mi disse che non sapeva come fare a gestire entrambi le situazioni, per ciò diede priorità a chi aveva meno tempo, senza mai accorgersi, che io stesso tentai di rigirare la clessidra che determina il tempo che mi rimane.
Nascosi il mio malore così bene che neanche lei arrivò a configurare cosa avevo dentro di me, cosa mi divorava giorno per giorno, e onestamemte, neanche io lo sapevo, lottavo contro mostri tre volte più grandi di me.Alla fine rientrammo in casa e mangiammo il gelato, aprendoci l'uno con l'altro, come mai avevamo fatto prima, scherzandoci anche un pò su.
Ignari dei mostri che si celavano al di fuori di quelle 4 mura.Vaniglia pensò tra se è se se fosse veramente finita.
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storie di piccole vite
Historia Corta(TW:suicidio, autolesionismo, disturbi alimemtari e della personalità) Alex, lasciandosi il passato alle spalle decide di migliorare, ma i ricordi del passato sono ancora in qualche angolo della sua testa a perseguitarlo. questo libro parla di relaz...