Capitolo 12

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"Il suo ragazzo è in coma" quelle parole si ripetono nella mia mente distruggendomi sempre di piu.
Riesco a raggiungere il St.Vincent Hospital grazie ad un taxi
Entro nella grande struttura e nell'ingresso c'è un enorme bancone con dietro delle infermiere
- dove si trova il ragazzo in coma? - chiedo ad una infermiera che mi guarda confusa
- ehm...qualche altra informazione? - chiede
- cazzo mi avete chiamato adesso! - urlo, sono tutte teste di cazzo qui dentro, perché il mio Lou è qui dentro? E tutta colpa mia non dovevo lasciarlo
- lei è il ragazzo con cui ho parlato poco fa? - si intromette un'altra infermiera bassina molta giovane, riconosco la voce
- Si cazzo! Cose successo? Come sta? - inizio a piangere, non voglio perderlo, non posso ho bisogno di lui
- un incidente d'auto, si trova nel reparto terapie intensive, mi dispiace ma solo un parente può accederci - dice abbassando lo sguardo
- sono il fratello! - dico, fa male definirlo tale ma infondo è la verità
- ha detto di essere il fidanzato - ribatte l'infermiera dispiaciuta
- no, siamo fratellastri è complicato ma è la verità - dico, sapere che si trova in maledetto reparto dove possono accedere solo i parenti mi fa stare male dovrei esserci io al suo posto
- mi segua - si arrende
Mi accompagna in un enorme corridoio con la scritta terapia intensiva e si ferma di fronte alla porta con scritto B12
- è q..qui? - chiedo, anche se già so la risposta
- si, la informò che messo davvero male - sentire quelle parole mi fa sentire male, sento ormai le lacrime inzuppare il mio viso e non sono più sicuro di voler entrare, non voglio vederlo così.
Prendo un po di coraggio e appoggio la mano sul pomello argento della porta aprendola, il mio cuore batte sempre più forte, ho paura, paura di perderlo, di vederlo.
Entro nella stanza illuminata soltanto dalla luce che entra dalla finestra, riesco a voltarmi e vederlo, non riesco a muovermi non riesco neanche a respirare, immobile nel vedere il suo viso graffiato e ricoperto di bende sporche di sague il suo sangue, nelle sue braccia anche esse ricoperte di bende sporche sono collegate a delle macchine
- c..c'è la f..farà? - chiedo guardando il pavimento, i miei occhi sono ormai pieni di lacrime che lentamente scivolano sul mio viso e cadono sul pavimento come la pioggia cade sull'asfalto
- dipende da lui, è messo davvero male ma potrebbe farcela - non è giusto, tutto questo è bagliato, dovrei esserci io al suo posto, mi avvicino al suo corpo ma l'infermiera mi avverte di non toccarlo.
- questi sono del ragazzo - dice indicando degli oggetti sulla sedia dietro di me, il suo telefono e i suoi documenti, prendo il cellulare per chiamare Johannah anche se forse non c'è ne bisogno, perché lui si sveglierà e continuaremo questa piccola vacanza. No lui mi abbandonerà come tutti, mi lascerà solo se ne andrà via da me e non potrò più vederlo lui morirà lasciandomi per sempre da solo.
Lui è forte, lui c'è la farà per me...no lui c'è la farà per Johannah per le sue sorelle di cui non ha mai parlato c'è la farà per Luke, di certo non per me!

My brother/ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora