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Nella mia vita sono sempre stata determinata a realizzare quello che volevo in completa autonomia.
La mia teoria di vita é sempre stata fondata da una sola convinzione,  ovvero se si vuole ottenere bisogna fare e fin'ora la mia teoria non é stata mai smentita.
Questa teoria la applicavo in tutte le situazioni della mia vita.
Studio,lavoro,famiglia.

É tutto un dare per ricevere. Sei consapevole quando dai, ma mai si sa quandoriceverai.
Ma ogni gesto ha una conseguenza, o in malo modo oppure no.
Sono andata avanti cosí per ventisei anni e non mi sono mai pentita di nessuna mia azione.
Non ho pensato al mio passato, ero troppo concentrata a costruire un futuro perfetto per me.
Il passato non é mai stata una mia preoccupazione.

Sono stata un'illusa a pensare che sarei potuta andare avanti senza alcun ricordo. La personalità della persona si forma anche grazie  a dei ricordi.
Tuttavia, per tutto quello che riguarda la mia infanzia ho un vuoto.
Più io provo a ricordare più mi fa male la testa.

L'unica cosa che ricordo é che i miei primi sei anni di vita gli ho trascorsi in Corea del Sud,il mio paese natale, ma per il resto nella mia mente c'é solo il buio.
Mi sentivo incompleta, avevo l'impressione che nemmeno io sapessi veramente che tipo di persona ero.
La notte era ancora più opprimente e sofferente.
Sognavo me con un altro bambino, non riuscivo a vedere il suo viso e non riuscivo nemmeno a sentire la sua voce.
Però sapevo che me lo stava chiedendo con occhi supplichevoli.
Io continuavo ad annuire,glielo promettevo.

Ma cosa?
A chi?

Mi alzavo nel cuore della notte e mi appoggiavo al parapetto della finestra e stavo lì,  per ore a guardare il cielo così buio,come i miei ricordi.
Avevo bisogno di mantenere quella promessa, dopo ventisei anni, quello era il mio unico rimpianto e non riuscivo a continuare a vivere così.
Consultavo uno psicologo che mi diceva che dovevo cercare di andare avanti perché quello che era successo era ormai andato e che probabilmente quel bambino sarà cresciuto come me e non avrà più bisogno si me.

Oppure mi sta ancora aspettando...
Non stavo bene con l'anima,  questa era la situazione più certa.
Ero andata avanti, o almeno ci ho provato.
Ho avuto una relazione con un ragazzo fantastico di nome Jay, anche lui corano,che come me ha dovuto trasferirsi in America.
Non é mai stato quel tipo di ragazzo geloso che non ha accettato il fatto che io stia cercando un ragazzo.
Lui appoggiava le mie decisioni e cercava anche di aiutarmi in qualche modo,anche se a volte riuscivo a vedere la delusione nei suoi occhi quando parlavo in continuazione di quel ragazzino che mi supplicava e mi obbligava a prommeterglielo.

Avevo pensato che dopo sette anni si fosse stufato di me e mi considerasse una pazza, ed invece no. Mi faceva viaggiare, mi distraeva. Faceva tutto il possibile per farmi sentire a mio agio.
Mi amava...

Veramente avevo bisogno di tornare indietro e cercare un qualcuno che non vedo da ventun'anni?
Ero un'ingrata ?
Con il tempo ho iniziato a sentirmi male anche fisicamente.
Ogni parte del mio corpo mi torturava per alzarmi e cercare quella parte di me che mi mancava, di un qualcuno di cui avevo urgentemente bisogno.
Non vi bastava più la presenza della mia famiglia o di Jay...Avevo bisogno di lui e dovevo mantenere la mia parola

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Ecco il primo capitolo, spero vi piaccia.
Sono soddisfatta del risultato spero che per voi sia altrettanto.
Comunque non  so scegliere tra l'adorabile baby Vernon o il super macho Vernon attuale...

Deja vúDove le storie prendono vita. Scoprilo ora