LA SCUOLA DEI DEMERITI

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di unagocciadipioggia

Sono appena tornata, ed ho avuto la fortuna di tornare con un ottimo libro!

La scuola dei Demeriti (Shortlist Wattys 2023), si ambienta in un mondo distopico, dove chi non nasce perfetto è costretto a prendere con puntualità delle pillole, pena l'essere spedito nella scuola dei demeriti. La storia segue trentacinque, un bambino che nonostante abbia preso tutte le pillole, con la massima puntualità, viene comunque ritenuto colpevole di non essere perfetto. 

NOTE POSITIVE

1. La madre

Forse conta come baro, ma riprendo un concetto che avevo già espresso nel libro in inglese: nella maggior parte dei teen/YA (soprattutto i distopici), il potere dei genitori è molto, molto sottovalutato.

Per un bambino/ragazzo, l'occasione di "sacrificarsi" è spesso sovrapposta all'inizio di un'avventura. Raramente infatti si ha il concetto di mortalità prima di una certa età. Allo stesso tempo, il lettore è tranquillo che il protagonista sia al sicuro: altrimenti su cosa verterebbe il libro?

Ma se né il protagonista né il lettore comprendono davvero la gravità di un incidente scatenante, la forza di questo viene meno. La chiave, in questo caso, è il genitore.

Lui/lei ha eccome il concetto di mortalità! In più, in questo caso non gli viene chiesto di sacrificare la propria vita, ma quella della persona a cui tiene di più.

Per questo ho amato tantissimo il tuo primo capitolo!

2. Ordine

Per i fantasy, i distopici e la fantascienza, l'arena è chiave ed essenza della storia.

Ma costruire un intero mondo è difficilissimo, e spesso (anche in casi di scrittori importanti e pubblicati) si trovano errori banali, che ti fanno uscire dalla storia.

Per me, un indicatore di una buona arena è semplice: l'arena esiste/sta in piedi senza il suo protagonista?

Immagina una casa: se quando il protagonista esce da una stanza la luce di questa stanza si spegne e questa rimane immobile, quella non è una buona arena.

Se pensi a GoT, Approdo del Re, Grande Inverno, le isole di Ferro, sono tutti luoghi che esistevano prima di quel momento nel tempo, ed esisteranno dopo. Non faccio esempi negativi perchè ci tengo alla pelle (*coff* ToG *coff*)

Tornando al tuo libro, il mondo non si dipana solo per gli occhi di 35. C'è stato un altro bambino con quel nome, ce ne sarà uno dopo. La madre, che da più tempo vive in quel mondo, lo conosce meglio.

Anche se 35 non conosce a memoria le regole del codice penale, queste esistono e vengono spiegato per i nostri occhi e la nostra comprensione.


NOTE NEUTRALI

1. 35

I nomi dei tuoi personaggi dicono molto sulla tua storia.

Raramente la impattano a livello qualitativo (per questo questa nota è neutrale) ma decidere il nome di un personaggio è un piccolo concentrato di creatività per l'autore. Pensa ai misteriosi "Rica" e "Nigel" del fabbricante, che riflettono la totale decontestualizzazione della storia.

Quindi: perché 35?

Perché è un nome assegnatogli, come 11 di stranger things. Lo adoro.

La nota è questa: dandogli un numero, finisci per togliergli sempre un pochino di personalità. Se noi conoscessimo il suo nome di prima, magari attraverso la madre?

NOTE NEGATIVE

1. Linguaggio

Quanti anni ha 35?

Nel primo capitolo, con la madre, 35 dimostra circa 7-8 anni. Non è a conoscenza di molte cose, ragiona in modi semplici, si affida molto al genitore.

Capitolo 3, 35 si trasforma in un piccolo gentiluomo mentre parla con il nuovo compagno di stanza.

2. Spiegoni

In particolare nel capitolo 2, troviamo diversi paragrafi a "spiegone". Non è un errore grave, in quanto il flusso narrativo rimane comunque fluido (li hai incorporati bene ai pensieri del bambino), tuttavia non catturano l'attenzione del lettore.

Abbiamo poca azione, poca reazione emotiva, conosciamo poco 35. È certamente importante conoscere il mondo in cui si muove (tant'è che l'hai costruito molto bene), ma i primi tre capitoli sono essenziali perché il lettore venga catturato dalla tua storia.

L'azione arriva solo sul finale, ma perché i sorveglianti rompono il lucernario?

L'azione non ha una causa né conseguenze, togliendo molto della suspence ed aspettativa che aiuterebbero la lettura.

Consiglio: prova a concentrarti su di loro. Meno spiegazioni, meno elementi (la corrente può arrivare dopo, o i meccanismi medici) introdotti tutti assieme, focus sui nuovi personaggi.

3. Realismo

In un certo senso, questo libro sembra mischiare l'atmosfera distopica ad un Alice nel paese delle meraviglie, con personaggi bizzarri visti attraverso le lenti di un bambino.

Tuttavia, i libri distopici brillano principalmente per il contrasto fra il realismo della vita di tutti i giorni unito a piccole modifiche, che ti portano a riflettere su come possa cambiare la tua routine.

Per questo, nonostante apprezzi molto il tuo stile di scrittura e l'atmosfera magica che lo pervade, trovo che in questo caso non sia adatta. Spesso (ad esempio, i Sorveglianti) appare in momenti chiave, andando ad indebolire i fondamenti del genere.

(semplicemente: se cambia l'arena, ti chiedi come i personaggi realistici reagiscano a ciò. Se usi personaggi particolari, il lettore si aspetta che questi siano abituati all'arena, per quanto bizzarra sia essa). 


In generale: 

Si tratta di un distopico solido e ben scritto, con una componente infantile e magica unica nel suo genere. Non voglio avanzare ipotesi strampalate, ma la "critica" che avanza, accostabile credo al discorso delle malattie mentali, è sicuramente moderna, importante e molto ben trattata!

In generale lo consiglierei a tutti gli amanti del distopico per avere un esempio fuori dal coro. 

Per @unagocciadipioggia: perdona l'ultima critica. Potresti provare a fare editing, sperimentando con uno stile più freddo, oppure, se proprio non è per te, non scoraggiarti. 

Ho dato un'occhiata anche agli altri tuoi libri, che ho trovato molto interessanti e decisamente arricchiti dal tuo stile!

Grazie di esserti fidata del mio giudizio, come al solito i commenti sono aperti per qualsiasi discussione :)


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