2. Alki Beach

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-You know I never meant to let you down-

D I A M O N D

Atlanta

«Ti giuro, Eleonor Miller, che ho perso dieci anni di vita.» sbotto seguendo mia madre fino al piano di sopra.

Non ho dormito per tutta la notte, non è tornata a casa ieri sera e io e Dionne stavamo per chiamare la polizia, i soccorsi, molto probabilmente.

Ma stamattina abbiamo sentito la serratura della porta sbloccarsi, e l'unica ad avere le chiavi oltre noi poteva essere solo nostra madre.

«Sono adulta, Diamond, posso prendermi la responsabilità di passare una notte fuori per qualche problema. Sto bene.»
Sbuffa come se la madre della situazione fossi io, in questo momento.

«L'auto funziona almeno?» chiedo frettolosamente.

«Sì, per ora. Dovremo andarla a fare controllare ancora, così ha detto Joe.»
Borbotta aprendo la valigia posizionata sul letto in stoffa bianca.

«Joe?» chiedo appoggiando la spalla allo stipite della porta, osservandola per bene.

Sapevo fosse successo qualcosa, non mi si può mentire. Mai.

Mia madre non è solita a frequentare uomini, o ad usare scuse come "è una cena di lavoro" quindi non mi sono mai posta il problema nuovo papà.

Dopo il divorzio da papà non ha mai provato ad andare avanti prima d'ora, sono passati ormai anni dalla separazione, da quei momenti in cui io e Dionne non facevamo che stare in silenzio per tutto il giorno, a pensare a come potrebbe essere stata la nostra vita senza mamma con papà.

«Il meccanico, Di.» mi guarda assottigliando gli occhi in uno sguardo assassino, ha capito perfettamente cosa sto cercando di dire.

Di.

Annuisco mordendomi l' interno guancia per non sorridere.

«Ieri ci stavamo perdendo» mi schiarisco la voce,«ci ha aiutate una ragazza, una vicina.»

La mia mente non fa che tornare a ieri, a quel ragazzo e alla bellezza che sputava da tutti pori presenti sul suo corpo, ma nello stesso stronzo e presuntuoso. Come mai?

«Già nuove amicizie?» chiede aggiustando per bene tutti gli indumenti nei vari cassetti, alcuni nell'armadio grande e bianco.

«Già...» affermo, ricordando gli avvenimenti del giorno precedente.

«Io vado di sotto, ti aspettiamo per pranzare.»
Le dico per evitare di continuare questa conversazione che sta prendendo una brutta piega.

Scendo le scale sentendo già l'odore della buonissima e squisita insalata mista con pollo grigliato di Dionne. Quello sì che è buono, le chiedo sempre di farlo.

Le vado dietro abbracciandola e guardando il pollo sulla griglia con l'acquolina in bocca.

«Sei la migliore, lo sai?» le dico posandole un bacio sulla guancia e provocandole un sorriso.
«Sì, me lo dicono in tanti.»

Summertime Love|Javon Wanna WaltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora