- Un giorno come un altro – continuo a ripetermi dentro.
- Questo è un giorno come tutti gli altri – penso, anche se so che non è vero.
Devo concentrarmi per evitare di esplodere, per evitare di diventare una mina vagante. Forse ricordarmi che cosa è successo mi aiuterà a calmarmi, a riordinare i pensieri. Pensare alla mia vita, a come sembrava semplice e normale. Come ha fatto il caos a prendere il posto di comando? E dire che sembrava un giorno come gli altri, normale.
La sveglia continuava a martellarmi senza sosta. Erano le sette in punto, l'orario in cui mi svegliavo solitamente quando avevo scuola. Può sembrare assurdo ma a volte rimpiango anche quei giorni, quei piccoli momenti che prima trovavo semplicemente insopportabili. Spento l'allarme del cellulare, andai intontita in bagno per sciacquarmi il viso. Raccolsi l'acqua gelida e me la gettai in faccia con forza per svegliarmi alla svelta. Dopo essermi asciugata, fissai incantata il riflesso dello specchio. Avevo gli occhi provati dalla notte movimentata che avevo avuto, così tanto da oscurare l'iride chiara con il rosso irritato del resto dell'occhio. Ero piuttosto pallida, più del solito data la mia carnagione particolarmente chiara, ma non feci niente per ritoccare il mio aspetto perché non mi piace truccarmi. Presi l'elastico e, dopo aver districato i nodi della mia riccia e castana chioma, li legai a coda di cavallo. Dopodiché uscii dal bagno per prendere dei vestiti decenti per la scuola. Misi una maglia scura, dei jeans larghi e mi infilai le scarpe di corsa per scendere a fare colazione con i miei genitori.
Di solito io e mia madre non riusciamo a fare colazione insieme a mio padre perché lui si dirige presto in ufficio per lavorare ma oggi era riuscito a prendersi il giorno per lavorare da casa. Ancora debole scesi gli ultimi gradini e mia madre si staccò dalla cucina per salutarmi.
- Buongiorno! – gridò con fin troppo entusiasmo per i miei gusti – Come stai? Dormito bene? Cosa vuoi mangiare?
Mi ci volle un attimo per recepire tutte quelle domande in una volta. Non mi ero mai sentita tanto debole e intontita dopo una semplice nottata di riposo.
Alzai lo sguardo e le risposi con voce ancora un po' rauca: - Mi sento come se un camion mi avesse investita e mi fossi appena svegliata dopo mesi di coma.
- Oh, mi dispiace tesoro – affermò mortificata mia madre – Quindi vuoi del latte e un muffin?
La abbracciai e mormorando le risposi dicendo – Meglio una brioche al cioccolato, se c'è.
Mia madre si mise subito a scaldare il latte e la brioche mentre io mi misi ad apparecchiare. Mio padre intanto leggeva le ultime notizie sul suo telefono. Adoro mia madre, è la persona più gentile del mondo. Lo si capisce guardandola: il suo sorriso è sempre cortese, contagioso ma soprattutto costante e questo, infatti, le ha causato delle piccole rughette attorno agli occhi che lei copre sempre con i suoi occhiali. Visto che lavora in un piccolo studio legale, è sempre vestita molto elegante, anche di prima mattina. Ricordo ancora come si era vestita quel giorno: indossava un tailleur color verde smeraldo, uno dei suoi vestiti preferiti, e aveva come al solito i capelli scuri raccolti elegantemente con un fermaglio non troppo vistoso.
Alla fine, mi sedetti a tavola nel mio posto, tra mio padre e mia madre che ci servì la colazione: un bicchiere di latte e una brioche al cioccolato per me, una tazza colma di caffè nero per mio padre e un cappuccino con delle fette biscottate alla marmellata per mia madre. Credo che mia madre mi vizi un po', specialmente la mattina, e questa è anche una teoria di mio padre. In effetti è vero, però io non intendo fare niente per fermarla perché la mattina ho bisogno di essere coccolata.
Mio padre può sembrare da subito parecchio minaccioso, visto che è alto e imponente, ma in realtà è tutta apparenza. In effetti ha anche i tratti del viso che incutono timore. Tiene sempre la testa rasata perché sta iniziando a perdere i suoi capelli bianchi e fini. Il suo volto è incavato e dall'incarnato olivastro con due splendidi occhi che mi hanno sempre incantato: anche se un po' infossati, spiccano con il colore azzurro dell'iride. Gli voglio molto bene anche se è parecchio rigido nei miei confronti. Mio padre e mia madre sono la prova vivente che gli opposti si attraggono e questo mi piace perché infonde speranza anche nei miei confronti. Non sono interessata ad avere una relazione o ad essere la ragazza di qualcuno ma un giorno potrei cambiare idea e so già di essere un tipo molto difficile.
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Elect Project
Science FictionHannah è una ragazza come tutte le altre. Ha una famiglia affiatata, una cara amica e tanti progetti. Non vede l'ora di finire la scuola e godersi il suo meritato anno sabbatico, a dispetto di quello che pensa suo padre. Tutto sembra andare di bene...