Passai diverso tempo ad esercitarmi cambiandomi diverse volte. Prendevo fuoco ma lentamente e non ancora in maniera fluida mentre non riuscivo a passare allo stadio glaciale. A metà mattina rientrai nella sala principale della palestra.
- Bene! – urlò Mei a pieni polmoni – Quindici minuti di pausa e poi si ritorna al lavoro!
Rompemmo tutti le righe. Sembravano tutti esausti tranne me. Avevo provato più volte a cambiare il mio aspetto ma non ero ridotta come gli altri. C'era chi era madido di sudore e chi si era addirittura sdraiato per terra.
- Come è andata? – chiese Blake – Gli altri li abbiamo potuti vedere ma tu...
Matt interruppe deluso: - Parla per te! Tu non avevi un visore sulla faccia e cuffie che mi isolavano dagli altri. Cavolo! Avrei voluto vedere Aaron muovere un dito più del solito.
Strizzava continuamente gli occhi, probabilmente a causa di un mal di testa.
Lo guardai con un filo di malignità e ironizzai: - Sembra che nonostante quello che pensano tutti, tu ce l'hai un cervello!
- Ah ah ah – scocciato fece una finta risata – Non c'è qualche altro amico in giro? Qualcuno che tiene a me? Che ne so... Un sicario con una mia foto in tasca...
Sorrisi: - Come fai a fare battute con un'emicrania del genere?
Matt mi fece l'occhiolino: - Si chiama talento. Vi prego, ce l'avete un'aspirina?
Blake gliela diede scherzando: - Credo che i tuoi poteri sono paragonabili a quelli di Superman vicino alla Kryptonite.
- Ma cos'è che ce l'avete con me? Siete solo invidiosi. – prese la pastiglia – Torniamo all'argomento d'origine: come ve la siete cavata?
Blake digrignò i denti: - Insomma. Ci ho provato ma più andavo avanti più dovevo variare la potenza di fuoco. A volte drasticamente e mi è venuto mal di gola. Hannah?
Non sapevo se vergognarmi del fatto che sembravo essere quella messa meglio: - In realtà non ho fatto gran che. Non so perché ci vadano piano.
Blake sorrise con un lato della bocca: - Mi piacerebbe vederti in azione.
Gli sorrisi a mia volta. Era tanto detto da Blake, uno che come me vedeva negativamente questa situazione.
Matt spiegò con voce sofferente: - Anche io avevo una specie di simulazione. Sono passato dal replicare una voce di una persona che sentivo in una stanza vuota a riconoscerne una nella confusione di un centro affollato. Per forza mi è venuta l'emicrania!
Il rumore di un fischietto echeggiò per tutta la stanza facendomi prendere uno spavento.
Matt si premette a fondo le tempie: - Ci mancava questo!
Era Mei: - La pausa è finita. Ognuno raggiunga la propria postazione. Hannah, con me.
Tutti mi fissarono. La seguì in preda all'imbarazzo.
Mentre ci allontanammo, diede un avvertimento a tutti gli altri: - Ricordate che, anche se sono in un'altra stanza io vedo tutto. TUTTO.
Continuammo senza sosta a rendere la mia trasformazione tra le fiamme più fluida e rapida ma in tutta la mattina non riuscii a tornare allo stato che ibernava il mio corpo. Era impossibile. Ma ero determinata. Dovevo riuscirci.
Pian pianino la mia determinazione si stava affievolendo. Erano passati tre giorni ma non riuscivo ancora a controllare il mio stato gelido o anche solo a trasformarmi in quello stato. Mi allenavo mattina e pomeriggio, sempre in disparte dagli altri, mentre il resto del tempo gli altri non facevano che fissarmi. Ogni tanto, quando pranzavano e cenavano, si univano a noi anche Ryan e Mei e iniziarono a far parte del nostro piccolo gruppo di amici. Più passavo del tempo con Mei più riuscivo a capirla. Sembrava incredibile ma era come se finalmente riuscivi a cogliere la sua minuscola emotività che trapelava a fatica con quel fare robotico. Diventammo amiche ma, nonostante ciò, ero ancora bloccata.
In più Matt ci martellava con la festa organizzata da Aaron. Da un lato avevo piacere che i miei amici non mi forzassero a parlare di quello che succedeva mentre era da sola nella stanza insieme a Mei ma una festa era l'ultima cosa che avrei accettato. Non avevo detto ancora a nessuno la mia instabilità emotiva dovuta ai miei poteri e non volevo farlo. Pensare di dirlo agli altri mi faceva stare male. Come se rivelando questa nuova parte di me avrebbe cancellato definitamente chi ero prima dei poteri.
Mancava ancora un giorno al nostro meritatissimo pomeriggio di libertà. Moore ci aveva dato carta bianca su cosa fare ma aveva comunque messo dei paletti. Non potevamo allontanarci più di tanto dalla struttura. Se volevamo svagarci e prendere un po' d'aria fuori dal bunker potevamo andare solo nel paese vicino, ma non oltre. Con tutte le cose che c'erano da fare all'esterno perché volevano stare tutti ancora rinchiusi? Più avanti avrei avuto la risposta.
Quando ebbi finito gli allenamenti del pomeriggio, uscii di nuovo demoralizzata dalla stanzetta in cui ero brevemente esiliata ma cercai di non darlo a vedere. Blake approfitto di un momento di distrazione di Matt per venirmi a parlare in privato. Strano.
- Voglio parlarti ma non qui. Non voglio che Matt senta.
Si voltò per controllare che fosse ancora impegnato: - Penso che dovremmo accettare di andare alla festa.
E ora?
Contavo sul fatto che anche Blake non volesse andare a quella festa. Non avrei dovuto dare spiegazioni sulla folla che avrebbe potuto scatenare l'ansia: - Come mai dici questo? Non eravamo d'accordo? Insomma, anche tu odi le feste.
- Matt fa tanto per noi. È un buon amico. Anche se non può capire come ci sentiamo ed ha un'opinione totalmente diversa riguardo a quello che ci sta succedendo, penso che dovremmo fare anche noi un passo incontro a lui.
È il momento giusto per parlarne?
- Io...
Matt arrivò e non feci in tempo neanche a iniziare la frase: - Come è andata ragazzi? Per la prima volta mi è venuto un semplice fastidio alla testa e non la classica emicrania stile trapano sulle tempie.
- Bene, anche io sto migliorando
Non dissi niente. Dovevo scegliere: andare ad una festa rischiando tutto o parlare della mia situazione?
- Devo dire una cosa...
Presi fiato ma non so perché ma scelsi l'opzione meno logica: - Io e Blake abbiamo deciso di venire alla festa.
- Davvero? - Matt sembrava così felice che quasi si mise a piangere - Vi adoro ragazzi! Non ve ne pentirete! Vi divertirete con il favoloso re delle feste: il fantastico Matt!
- E a quanto vedo è anche umile!
Non riuscii a ridere alla battuta di Blake. Mille pensieri si aggiravano per la testa.
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Elect Project
Science FictionHannah è una ragazza come tutte le altre. Ha una famiglia affiatata, una cara amica e tanti progetti. Non vede l'ora di finire la scuola e godersi il suo meritato anno sabbatico, a dispetto di quello che pensa suo padre. Tutto sembra andare di bene...