Capitolo 9

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Ci lasciarono il pomeriggio libero. Non mi andava per niente di rimanere nella mia stanza con quella psicopatica della mia coinquilina quindi passai da Ryan. Fu sorpreso di vedermi.

- Hai bisogno di qualcosa? – chiese – Oppure sei solo passata per salutare? Te lo chiedo perché sono veramente in pochi a passare per quest'ultimo motivo.

- Come mai?

Si tolse gli occhiali: - In realtà proprio non lo so. Forse hanno paura che riveli qualcosa o mi vedono solo come medico piuttosto che come persona. Mei non me lo ha voluto dire.

- Mei? Che cosa c'entra?

- Ok, visto che mi sembri una brava ragazza ti rivelo un piccolo segreto: Mei è gli occhi di tutta la struttura. – mi confidò – A volte è piacevole, ma la maggior parte delle volte è una seccatura!

Il suo cellulare cominciò a vibrare. Pensando ci fosse un'emergenza, domandai: - Scusa, è meglio che me ne vado?

- Oh, no. Questo non è il cellulare per le emergenze ma quello privato. Non so perché lo tengo, in fondo non mi scrive nessuno se non Mei.

- Salutala! - disse rivolgendosi alla telecamera alle mie spalle.

- O-ok - puro disagio - Quindi lei vede tutto? Perché è gelosa o glielo hanno comandato?

Il telefono vibrò ancora. Ryan mi mostrò il messaggio ricevuto: Diciamo che unisco l'utile al dilettevole.

Non ce l'avrei mai fatta a stare con una persona del genere. Provai comunque pena per Ryan. Non aveva nessuno con cui stare o parlare. Solo lei.

- Ero venuta per salutare ma vista la situazione, non è che vi piacerebbe pranzare al nostro tavolo Domani? – il gesto altruistico venne fuori in automatico - Tu e Mei intendo.

Non riuscì a trattenere il sorriso: - Ok, grazie. Sarà di sicuro più piacevole di pranzare qui da soli.

Un improvviso dettaglio mi passò alla mente: - Ho sentito che domani ci sarà un allenamento. Per caso hai qualche consiglio?

Ryan mugugnò ma non mollai: - Non ho idea di quello che faremo ma se il mio problema è mentale, dubito che qualche flessione possa aiutarmi. Non voglio essere del tutto imprevedibile.

- La chiave di tutto potrebbe essere rivivere mentalmente quei ricordi che possono sembrare spiacevoli. Tutto quello che ti ha portato ad azionare la miccia: sensazioni, sentimenti, e tutto quello che possa collegarsi.

La cosa non mi andava per niente. Fino a quel momento tenevo quei ricordi chiusi a chiave nelle profondità della mente. Me se adesso non affrontavo di nuovo i momenti che per me sono stati i più brutti della mia vita non sarei mai riuscita a controllare quelli che erano i miei demoni interiori. Gli stessi che spazzavano via ogni traccia positiva della mia vita precedente. I brevi attimi di felicità, le mie sicurezze, le speranze e i sogni futuri. E Julie.

-Devo rivivere tutto? Ogni volta?

-No, non credo sia necessario.

Si fermò a riflettere mentre attutivo il colpo: - Ho formulato un'ipotesi che potrebbe aiutarti. Correggimi pure se non sei d'accordo o ti viene in mente qualche altro particolare.

Ero piena di curiosità e lui continuò: - La chiave è l'ansia.

Ansia. Non riuscii a capire. In fondo era uno stato d'animo a me sconosciuto o appena accennato prima di quell'evento mentre adesso era divenuto ormai routine. Comunque, non prendevo mica fuoco tutte le volte che provavo ansia.

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