𝐈𝐈 - 𝐈𝐥 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐌𝐨𝐫𝐨𝐳𝐨𝐯 - 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐈

19 5 4
                                    

L'ufficio del Dottor Sergej Morozov emanava un'aura di fredda efficienza. Le pareti, rivestite di legno scuro, riflettevano il rigore del suo proprietario. Ogni oggetto era al suo posto, ogni libro ordinatamente allineato, una perfetta sinfonia di ordine e precisione. La penombra della sera, accentuata dalla luce soffusa di una lampada da scrivania, conferiva all'ambiente un'atmosfera di impenetrabile mistero e ne risaltava i tratti somatici affilati del dottore. Morozov, impeccabile nel suo abito grigio scuro, sedeva alla scrivania di mogano, contemplando il prossimo passo del suo diabolico piano.

Le sue mani, ferme e controllate, sollevarono il telefono con la precisione di un chirurgo. Compose un numero e attese. La voce di Nikolai rispose, stanca ma vigile, dall'altro capo.

- Nikolai, dobbiamo incontrarci. Ho scoperto qualcosa di cruciale riguardo all'indagine sull'omicidio di Anastasya. Potrebbe essere la chiave per scagionarti. Disse Morozov, la sua voce morbida e rassicurante come un veleno lentamente somministrato.

- Ci vediamo al solito posto rispose Nikolai, il tono tradendo un leggero tremore di ansia.

Morozov sorrise lievemente mentre posava il telefono. Sapeva che Nikolai, nella sua paranoia crescente, sarebbe stato facilmente manipolabile. Il dottore si alzò, sistemando con cura la cravatta e riponendo un plico di documenti in una valigetta di cuoio. La notte era scesa sulla città, avvolgendola in un manto di oscurità punteggiato dalle luci distanti. Nikolai si trovava in un vecchio magazzino abbandonato, le ombre danzanti dei neon difettosi creavano un'atmosfera spettrale. Il suo respiro era rapido, il cuore batteva forte mentre attendeva l'arrivo di Morozov.

La notte era scesa sulla città, avvolgendola in un manto di oscurità punteggiato dalle luci distanti. Nikolai si trovava in un vecchio magazzino abbandonato, le ombre danzanti dei neon difettosi creavano un'atmosfera spettrale. Il suo respiro era rapido, il cuore batteva forte mentre attendeva l'arrivo di Morozov.

Le porte del magazzino si aprirono con un cigolio sinistro, e il dottore entrò con passo sicuro. Tra le mani teneva una busta sigillata. Si avvicinò a Nikolai, lo sguardo freddo e calcolatore.

- Questi sono i documenti che stavi cercando, disse Morozov porgendogli la busta. -Prove che dimostrano che qualcuno all'interno dell'FBI sta cercando di incastrarti.

Nikolai afferrò la busta con mani tremanti. -Grazie, Sergej. Non so come sdebitarmi.

Morozov gli posò una mano sulla spalla. -C'è ancora qualcosa che devi fare. C'è una persona che sa troppo e deve essere eliminata. Solo allora potremo entrambi essere al sicuro.

Nikolai annuì, la paura negli occhi ora sostituita da una determinazione fredda. -Chi è?

Morozov gli passò una fotografia. - È un contatto chiave. Deve sparire stanotte. Annabelle Williams. Trent'anni, alta un metro e cinquanta, capelli biondi. 

Poche ore dopo, in una strada desolata alla periferia della città, Nikolai si avvicinò all'obiettivo dopo averlo inseguita per tutta per la notte. La figura nella fotografia era seduta in un'auto, apparentemente ignara del destino che l'attendeva. Nikolai estrasse un coltello, il suo respiro si fece più pesante mentre si avvicinava silenziosamente.

Ma Morozov aveva previsto tutto. Aveva mandato una segnalazione anonima da un negozio di tabacchi poco distante, descrivendo un uomo in stato confusionale armato di coltello che si dirigeva confuso proprio in quella zona.  Gli agenti, guidati da Stoker,  Thompson e  Alvarez, erano nascosti nell'ombra, osservando ogni mossa.

Appena Nikolai aprì la portiera dell'auto, gli agenti intervennero.  -FBI! Mani in alto! gridò Stoker, puntando la pistola contro di lui.

Nikolai congelò, il coltello cadde a terra con un clangore metallico. Gli agenti lo immobilizzarono, e nel caos che seguì, notarono i documenti che Nikolai aveva con sé, tutti macchiati di sangue. Tra le carte c'era il diario di Anastasya, con pagine strappate e note criptiche che incriminavano direttamente Nikolai. Morozov gli aveva raccomandato di non aprire la busta. 

𝐋'𝐎𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐌𝐨𝐫𝐨𝐳𝐨𝐯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora