Capitolo 1 pt. 1

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Capitolo 1 (pt. 1)

"E sentiamo, perché vorresti venire anche tu?"
Chiesi bevendo il mio caffè sul divano. Io e mia sorella, ogni pomeriggio alle tre, guardavamo la televisione bevendo caffè. Ci divertiva, e la sera io guardavo 'scrubs' al computer o leggevo, mentre lei stava con il suo ragazzo.

"bhe, devo controllarti sorellina!"
Rispose seria, mentre io la guardavo come se avesse un occhio sulla fronte. Megan, mia sorella, quando voleva 'controllarmi', intendeva andare ad una festa, farmi ubriacare e farmi svegliare con il mal di testa e qualcosa di strano intorno. Ogni volta che uscivamo per andare ad una festa, io ero quella sobria, mentre lei rischiava sempre di andare in coma etilico. In quell'ultimo periodo stava migliorando, aveva messo la testa a posto, grazie al suo fidanzato Mark.

"quindi mi sveglierò con addosso dei boxer, una bandana e delle scarpe da cowboy?"
Chiesi bevendo l'ultimo sorso di caffè per poi posarlo sul tavolino di fronte a noi. Non andavo spesso alle feste, non perché non mi piacessero, ma perché se bevevo finiva male, e se dovevo controllare mia sorella, finiva che mi annoiavo, perciò evitavo direttamente di andare.

"esattamente. Dai D. , è il primo giorno di università, c'è la festa delle matricole nelle case delle confraternite. Non puoi mancare! Ci vanno praticamente tutti."
Disse enfatizzando il suo discorso gesticolando con le mani. Mi chiamava spesso 'D.', ma il mio nome era Diana.

"bhe, io non sono tutti allora."
Cercai di contraddirla. Si mise in ginocchio sul divano e mi guardò male.

"sai cos'è successo ad una ragazza che non è andata? - alzai gli occhi al cielo, ecco una delle storielle di mia sorella. - tutti l'hanno abbandonata, la snobbavano, le sono cresciute due braccia sulla schiena ed è morta. Si è uccisa. Vuoi finire così?"
La guardai inorridita, sembrava stessi parlando con una bambina di due anni. Cercai di cambiare discorso.

"ma tu non inizi il terzo anno domani?"
Chiesi. Mia sorella, Megan, iniziò ad andare all'università a ventuno anni, e noi ce ne passavamo cinque. Non iniziò a diciannove perché avevamo avuto molti problemi. Mia madre morì il giorno prima del mio compleanno, il mio quinto compleanno.

"no, inizio fra due giorni, quindi ho tutto il tempo di questo mondo. Domani mattina andremo alla Central Washington University e la sera alla festa delle matricole, così l'indomani parto per la mia università."
Odiavo mia sorella. Per quanto la sua vita fosse incasinata, sapeva mettere in ordine qualunque altra cosa. In quanto alla mia università, bhe avevo vinto una borsa di studio e mia zia riusciva a pagarmi ogni cosa. Come dicevo mia madre morì e mio padre scappò, d'altronde mi inviava qualche soldo ogni mese. Vi starete chiedendo il perché, bhe...

"va bene...allora domani mattina partiamo."
Conclusi con uno sguardo pensieroso. Ero ancora preoccupata per mia sorella. Quando compì diciassette anni cominciò a bere e drogarsi, ma grazie ad uno bravo psicanalista riuscì ad uscirne. Era diventata dipendente. Non riusciva a mandare giù la morte di mia madre, come morì, e non riusciva a credere che mio padre fosse scappato.

"Diana...non devi preoccuparti di niente. Sto bene, mi sono ripresa, e sto anche studiando psicologia! Devi stare tranquilla. Ricordi cosa ha detto la mamma?"
Chiese lei.

Flashback
Delle urla si sentirono dalla cucina. Un piatto infrangersi contro un muro. Io e mia sorella scendemmo le scale e corremmo di sotto. Vedemmo mio padre in piedi respirare a fatica ed i pugni stretti. Mia madre per terra con la pancia tagliata e dei cocci accanto a lei. Mio padre si girò e la prese in braccio, corse verso la porta e si girò a guardarci.

"non è niente, la mamma sta bene, ora arriva la zia! V-va bene?"
Sorrideva a fatica.

"r-rendetemi fiera di voi...vivete la vita piccole mie."
Disse a fatica mentre papà la guardava con occhi sgranati. Corse fuori e chiuse la porta. Rimanemmo lì in piedi. Con le immagini di sangue e la paura che ci stava sommergendo.
Il giorno dopo, guardammo il telegiornale mentre nostra zia Ivy era in cucina. La signorina disse che avevano trovato una macchina rossa in un burrone, ed una donna era dentro, al volante. Vedemmo la macchina di papà, ma lui non c'era. L'aveva lasciata morire, poteva vivere, se solo l'avesse portata in ospedale, se solo avesse avuto un po' di buon senso. Ma aveva preferito lavarsene le mani, facendo credere si fosse suicidata.
Fine flashback

Io e Megan ci ritrovammo a piangere abbracciate l'un l'altra sul divano.

"devi vivere la tua vita Diana, devi sbagliare, fare le cazzate più assurde, non puoi stare incollata al pensiero della mamma...lei sarà fiera di te in qualunque caso. Sei perfetta D. "
Ero lontana dalla perfezione, anche io non avevo preso bene la sua morte e tutta quella storia, ma io me n'ero fatta una ragione e avevo seguito quello che aveva detto mia madre, volevo renderla fiera. Ma non mi ero accorta che, fino a quel momento, non avevo vissuto la mia vita.

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Sono sempre io Cristina16_ vi sono mancata? *un clown lancia coriandoli e fa finta di divertirsi* okaaaay. Bando alle ciance, spero che questa storia inizi bene che ci saranno molti lettori. Ringrazio quelli che mi seguono e che sono rimasti con me, ma accolgo calorosamente con un altro clown e un gatto con un cappellino da festa di compleanno americano, anche gente nuova! Grazie e ringrazio nuovamente jh_halen per avermi fatto la copertina! ❤
(il secondo photoshop è di un'altra ragazza perché il mio facrva letteralmebte pena)

Shit, i love you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora