Quando sento la sveglia suonare, faccio fatica ad aprire gli occhi e spegnerla.
Emetto uno sbadiglio per poi alzarmi e poggiare i piedi sul pavimento ghiacciato, al quale contatto rabbrividisco.
Vado in bagno, dove sciolgo i miei nervi sotto il getto tiepido della doccia e lavo in fretta il mio corpo ed i miei capelli biondo cenere.
Quando esco dal box doccia, invece che dirigermi verso la mia camera, punto a quella di Aria, vi entro dentro e la trovo addormentata rannicchiata su se stessa ed un pollice in bocca: era la cosa più dolce e bella che avessi mai visto.
Quasi mi dispiaceva svegliarla, ma andava fatto, cosi mi accinsi a svegliarla con dei piccoli bacetti sulle guance e quando la vidi sbattere le ciglia, le feci uno dei miglior sorrisi che avessi mai rivolto a qualcuno.
-Giorno amore, forza è tardi andiamo a prepararci- le dissi dopo averle scoccato un bacio sulla fronte, così mi voltai e tornai a cambiarmi in camera, consapevole che mia figlia era talmente matura da essere capace di vestirsi da sola.
Indossai un paio di jeans a sigaretta, una felpa nera dei Nirvana e le mie adorate Dottor Martens, in seguito applicai un leggero ombretto marrone sui miei occhi e del mascara.
Quando mi diressi in camera di Aria per vedere a che punto fosse, la trovai intenta ad allacciarsi le sue converse, si ostinava a mettere quelle nonostante il clima iniziasse a farsi sempre più rigido.
-Dai tesoro, muoviti o faremo tardi, dobbiamo incontrarci col signore di ieri mattina e non credo sarebbe carino farlo aspettare- le dico mentre metto il cappotto ad entrambe.
Scendiamo di casa e subito montiamo in macchina e ci dirigiamo verso lo Starbucks.LOUIS' POV
Stanotte non ho chiuso occhio, sono rimasto sveglio a placare i pianti di Noah, non sapevo più davvero cosa fare, ma come biasimarlo, prima di addormentarsi, come ogni bambino, vorrebbe solo la sua mamma
Lexie di nuovo non si era ritirata ieri, così i miei mi avevano chiesto se potessi andare a prendere il bambino all'uscita di scuola e badargli per tutto il giorno finchè la madre non si sarebbe ritirata, e magari riaccompagnarlo a scuola il giorno successivo.
Certo, come se ora da avvocato potessi diventare babysitter, ovviamente come tutti gli zii amo Noah, mio nipote, ma davvero questa storia stava andando un po troppo per le lunghe, e chi ne pagava le conseguenze era come sempre il piccolo Noah.
-Hei campione alzati, andiamo a fare velocemente colazione fuori e poi lo zio ti accompagna a scuola- gli dico svegliandolo e scompigliandogli i capelli.
Subito andai io a vestirmi, anche se stamattina cercai di essere un po meno formale, dopo tutto dovevo sia vedermi con nuove persone che accompagnare mio nipote a scuola, e non era il caso di mettersi di tutto punto; quindi indossai dei jeans, una camicia e delle semplici scarpe.
-Noah a che punto sei? Ti sto preparando lo zaino, muoviti lumacone- gli urlai dalla cucina.
-Arrivo zio, il tempo che lavo la faccia- lo sentii ribattere chiaramente assonnato.
Quando fummo entrambi pronti ci avviammo verso la mia macchina e salimmo diretti verso lo Sturbucks in centro.
Spero solo di non essere in ritardo.NATHALIE'S POV
Sono seduta al tavolo con Aria da ben 10 minuti, spero solo che non si sia dimenticato del nostro appuntamento, se cosi lo si poteva definire, estraggo il cellulare dalla tasca per mandargli un messaggio, ma proprio in quell'istante lo vedo entrare mano nella mano con un bambino, gli assomigliava molto, forse doveva essere il figlio.
-Buongiorno- mi saluta con un ampio sorriso, io ricambio il sorriso e mi affretto a rispondere
-Giorno- non posso evitare di fissare il bambino, la sera prima non me ne aveva parlato, non che avrebbe avuto motivo di farlo, ma forse mi aspettavo lo facesse solo perchè io gli avevo parlato di mia figlia, ed è incredibile la somiglianza che ha col padre.
Forse notando che continuo a fissare il bambino si affretta a parlare
-Oh lui è Noah- dice indicandolo -Noah saluta- prosegue scompigliandogli i capelli.
-Ciao- emette il bambino con la sia piccola vocetta.
-Ciao Noah, io sono Nathalie e questa è Aria- ricambio il saluto indicando a mia volta mia figlia che saluta con la manina.
Una volta esserci accomodati tutti al tavolo ci raggjunse una cameriera.
-Cosa vi porto?- chiese gentilmente col suo taccuino in mano.
-Per noi due donuts, un caffè amaro ed un latte e cacao- dissi ordinando per me ed Aria, cosi la cameriera rivolse il suo sguardo a Louis e Noah -Invece a voi cosa porto?- chiese cortesemente mentre era ancora intenta ad appuntarsi le ordinazioni precedenti.
-Per noi un cappuccino ed un latte macchiato e poi..- si fermò ora rivolgendosi al piccolo -Noah tu vuoi anche qualcosa da mangiare?- gli domandò dolcemente.
-Si zio, posso avere una brioche alla crema grande così?- disse Noah gesticolando.
-Si certo, allora porti anche una brioche- aggiunse Louis.
-Perfetto, sarà tutto pronto tra qualche minuto- rispose la cameriera allontanandosi.
Ma aspetta, il bambino lo aveva chiamato "zio" e non "papà" ora ero un po confusa.
-Ehm ed io che pensavo fosse tuo figlio, invece è tuo nipote- dissi con un leggero imbarazzo.
-Cosa? No assolutamente, Noah è il figlio di mia sorella, vero campione?- si affrettò a rispondermi scompigliando i capelli al bambino che sembrava leggermente stanco e non rispose allo zio.
-Capisco- risposi, e per un attimo mi parve di cogliere lo sguardo di Louis perdersi nel vuoto, ma forse era solo una mia impressione.
La situazione stava diventando leggermente imbarazzante, fin quando non arrivò la cameriera con le nostre ordinazioni.
-Grazie mille- rispondemmo sia io che Louis all'unisono, e così la gentile signorina si congedò.
-Zio per favore mi passi la brioche?- disse Noah evidentemente affamato.
-Si tieni, ma attento a non fartela cadere sui vestiti che non ho una cambiata dietro da darti- gli prestò attenzione Louis porgendogli la brioche.
Io distribui le donuts a me ed Aria, che stamani non sembrava particolarmente affamata.
Fui sorpresa quando vidi Louis prendere il latte macchiato anzichè il cappuccino che afferra il nipote.
-Allora, quanti anni ha questa bella bambina?- domandò il ragazzo a me seduto di fronte ad Aria, vidì quest'ultima indicare 5 con la mano, anche se non riusciva a parlare cercava di farsi capire da chi la circondava nel miglior modo possibile, e solo per questo l'amavo.
-5, quindi sei davvero grande- rispose Louis regalandole un sorriso enorme, e vidi Aria affrettarsi ad annuire.
-Noah invece quanti anni ha?- spostai l'attenzione su suo nipote.
-Tra un po 6, vero nanetto?- rispose Louis.
-Si, ne farò 6 e la mia mamma mi ha promesso una festa enorme- ribatte il piccolo molto contento, ma Louis non lo sembrò altrettanto, poichè distolse subito lo sguardo.
-Se non sono indiscreto, che lavoro svolgi?- mi domandò Louis poco dopo aver preso un altro sorso del suo latte.
Ed ecco una delle domande che volevo evitare, non che mi vergogni del mio lavoro, ma semplicemente non credo che sia all'altezza del suo dato il suo abbigliamento da lavoro il giorno precedente.
-Lavoro al Ramona's Coffee- mi costrinsi a rispondere pur non volendo.
-Ah si ne ho sentito parlare molto bene, è il bar a qualche isolato da qui all'angolo, giusto?- mi chiese stranamente interessato, o forse mi sbagliavo.
-Sisi è quello, in effetti non è particolarmente distante da qui- risposi riflettondoci su.
-Ho sentito che li fanno un ottimo caffè, quasi quasi uno di questi giorni potrei passarci- mi rispose sorridendo.
-Si certo, mi farebbe piacere, e invece dove lavori te?- ribattei.
-Lavoro in uno studio legale, sono un avvocato- rispose tranquillamente.
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You've given us another chance.
FanfictionSono ormai anni che vivo da sola con Aria, la mia bambina, solo io e lei, il padre non c'è più. Ma io ed Aria ci bastiamo, io lavoro ad un semplice bar ma la paga è abbastanza alta da mantenerci entrambe. Aria è l'unica ragione che ho per essere fel...