Dimmelo

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Ambientato dopo la 3x01, perché abbiamo visto tutti lo sguardo di Raelle quando è entrata in scena Vira.

So che il fandom italiano di Fort Salem è forse mezzo morto - ammesso che sia mai esistito, perché su internet se ne parla solo in inglese - ma ieri avevo del nervosismo di cui liberarmi, e la mia mente mi ha proposto il prompt per questa fanfiction, per cui...
Spero vi piaccia.

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Raelle non ce la faceva più.

Era dall'ora di pranzo che non faceva altro che pensarci, e più cercava di scacciarla, più la sua brutta faccia le tornava in mente.
Vira. Più che altro Virus, avrebbe detto la bionda.

Non è che non si fidasse di Scylla. Sapeva bene che la Necro non avrebbe mai fatto niente che potesse farle del male. Aveva avuto dei dubbi, subito dopo aver scoperto che la sua ragazza era un agente della Spree, ma poi questa le aveva dimostrato - a più riprese - quanto ci tenesse davvero a lei e al loro rapporto, e Raelle aveva lasciato andare via ogni dubbio.
Eppure, con l'arrivo di Vira, quella sensazione di inadeguatezza era tornata a farsi sentire, e con essa il nodo alla gola che l'attanagliava da ormai ben undici ore.

Le aveva provate tutte.
Per ore interminabili aveva riprodotto le scene dell'incontro nella propria testa, mentre del tutto assente si occupava delle spedizioni; più e più volte si era ripetuta che tra Vira e Scylla non era successo niente: le aveva osservate - si era allungata sulla sedia, gli occhi incollati sulle due donne per captare anche il più piccolo movimento da parte della sconosciuta - ma non aveva visto niente di sospetto. Né, ovviamente, sentito niente di sospetto. Eppure il suo stomaco in subbuglio sembrava urlarle tutt'altro.
Quel fuoco che l'attanagliava, e che ormai aveva raggiunto la gola, rischiava di bruciare ogni cosa.
Ed era un fuoco che Raelle non aveva idea di come spegnere.

Come era già successo nelle undici ore precedenti, la sua mente le giocò l'ennesimo tiro mancino, facendole visualizzare - seppur per una frazione di secondo - Vira e Scylla l'una sopra l'altra, e tanto bastò alla bionda per reprimere a stento un ringhio. Per fortuna non si fece sfuggire alcun canto o folata di vento.
Così, con la mandibola contratta e le narici che soffiavano come una locomotiva in corsa, Raelle posò uno dei pacchi che avrebbe dovuto consegnare l'indomani, e ad ampie falcate tornò nell'ufficio che occupavano lei e la sua ragazza.

«Bentornata. Ti sei porta - »

Scylla non ebbe il tempo di finire, che la guaritrice si sbatté la porta alle spalle.
Confusa, corrugò le sopracciglia, senza proferir parola. Fu Raelle a precederla.

«Che ti ha detto?» domandò, scostandosi i capelli dal volto in uno scatto nervoso.
«Prego?»
«La tua ex. Vira.»
Scylla non riuscì a trattenere un sorriso divertito. «Non è la mia ex.»
«No?»
«No» ripeté, il tono decisamente più pacato rispetto a quello della sua ragazza.
Era la prima volta che la vedeva così arrabbiata. Anzi, ora che ci faceva caso, era la prima volta che Raelle dimostrava di essere gelosa. Neanche Porter, a suo tempo, riuscì a farle gonfiare la vena del collo.

«Rae, sta - »

Ma neanche questa volta riuscì a parlare. Senza voltarsi, Raelle aveva chiuso a chiave la porta dell'ufficio, e l'espressione che aveva sul volto era tutt'altro che rassicurante.
Scylla riuscì a compiere un misero passo all'indietro, seguito poi da un altro e un altro ancora, fino a quando non sentì il polpaccio toccare il bordo del letto. Era in trappola.

Con uno scatto ferino, Raelle la spinse sul materasso, saltandole addosso.

«Che ti ha detto?», chiese nuovamente, gli occhi puntati su quelli di Scylla.

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