Il giorno dopo era lunedì e questo voleva dire soltanto una cosa: abbandonare per un po' la mia stupenda casetta, mi sarebbe mancata molto.
Quando mi decisici ad alzarmi, un grand senso di vuoto ed oppressione sul pezzo iniziavano a salire dentro di me. I cambiamenti non mi piacevano mai così tanto e nonostante quello non sarebbe stato permanente, non mi entusiasmava al 100%.
Fatto sta che, tornando a noi, mi preparai e vestii come la mia solito: nulla di nuovo se non ovviamente la maglietta e la gonna che questa volta avevo optato per il colore marrone.Quando scesi le scale con il mio zaino in spalla, erano tutti pronti ad aspettarmi in salotto, tutti tranne Dale.
Mi salutarono tutti con affetto e tanto amore come sempre mi sapevano dare. Mi sentivo leggermente più tranquilla dopo quei saluti ed infiniti abbracci e baci.
Appena misi piede fuori dalla porta, notai subito quel caro e stupendo ragazzo appoggiato alla mia macchina, guardava in direzione delle porta e quando mi notò, il suo sguardo divenne più vivo che mai."Hey maldestra!". Esclamò con fare scherzoso. "Pronta?".
"Certo ma come mai questa domanda? hai intenzione di accompagnarmi..?".
"Direi di sì, sono qui apposta".
"E come pensi di tornare poi?".
"Liam deve venire su al college per degli esami, una volta che avrà finito tornerò con lui, ma per il momento voglio stare con te". Le mie guance non potevano evitare di tingersi di rosso, sovrastando persino il blush. Mi sentivo uno stecchino in fiamme. Riuscendo solo ad annuire mi mise al volante senza proferire parola. Non era strano o imbarazzante quel silenzio, la maggior parte delle volte passavamo il nostro tempo così, oppure a fare altro ma quello non era il caso di pensarlo in quel momento.Ero decisamente concentrata sulla strada e sicuramente più silenziosa del normale. Non so perché ma in quel momento pensavo se effettivamente fosse una buona idea trasferirmi...ma ormai le cose erano già state fatte e non potevo tirarmi indietro proprio adesso, anche se...NO!
La decisione è stata prese, smettila Ros!In macchina non parlammo molto, io come avete capito, era immersa nei pensieri e quando Dale mi chiedeva qualcosa rispondevo distrattamente. Effettivamente in quel momento volevo stare sola.
Non so spiegare questo lato del mio carattere, ma alle volte sento la necessità di chiudermi in una bolla e stare da sola nel mio mondo, quel mondo che non avrei più permesso a nessuno di entrare, o così credevo.Sta di fatto che arrivammo al campus e Dale mi diede una mano a porte su gli scatoloni sulla mia nuova casa. Era un piccola casetta nella periferia del campus. Aveva tre gradini da compiere per entrare nella casa e la prima impressione che ebbi quando entrai fu magnifica. Sera e Pam mi aveva detto di aver fatto un mazzo di chiavi per me e che le avrei trovate sotto lo zerbino della porta e così fu.
A primo impatto era stupenda, una volta entrati nella casa vi era una vista su tutta la sala e cucina. Era tutto un grande open space. La cucina era piccola ma deliziosa, aveva un'isola dove erano posti gli sgabelli e non era eccessivamente grande. La sala invece era enorme: aveva tre enormi divani posti due sui lati e uno in mezzo ai due. Davanti ai divani c'era un piccolo tavolino in legno con sopra il telecomando dell'enorme televisione posta su un mobiletto bianco. Il tappeto era enorme di color azzurro cielo. Ai lati della sala si aprivano due archi che davano a due corridoi dove erano presenti da un lato due camere ed il bagno in comune e stessa cosa dall'altro lato.
Era piccola e si estendeva su un piano solo, ma era confortevole ed essenziale. Le mie amiche mi avevano spiegato che io sarei dovuto andare, in anzi tutto nel corridoio a destra della sala, e poi nella prima camera vuota. E così feci. Mi incamminai con dietro Dale portano le mie cose e come le mie amiche mi avevano detto, andai nella prima camera. Tra una camera e l'altra vi era in mezzo il bagno. Apri la porta e rimasi incantata.
Era semplice ma bellissima. In mezzo alla stanza, proprio davanti alla porta, c'era il letto matrimoniale, ai lati due comodino bianchi semplici e nel lato destro era presente la libreria con attaccata l'omonima scrivania, mentre dall'altro lato c'era un grande armadio con sempre poi uno specchio nella stessa direzione della scrivania. Non c'erano finestre ma sul soffitto c'era un ventilatore ad elica che faceva anche da purificatore per la stanza che permetteva di renderla sempre in buon odore. Mi avevano spiegato che l'avrei dovuto accendere solo se uscivo dalla camera. Posai mano a mano le mie cose e facendo su e giù dall'ingresso alla camera, avevo notato che accanto alla cucina era presente una porta e da quello che ricordavo, ero un bagno.
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The last tears
RomanceRose Davis è una ragazza di appena diciott'anni, vive in una famiglia benestante sopportando due fratelli gemelli e poi non solo... Avrà diversi problemi d'amore e la storia è ambientata in America. L'obbiettivo della nostra protagonista è solo uno...