Capitolo 4 - Caffè con panna e torta di ciliegie

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- Ellison, ci sei? -

La ragazza alzò lo sguardo sul viso di Brian Wilson, che la stava fissando in attesa. Le sue sopracciglia erano inarcate in modo interrogativo e divertito, probabilmente l'aveva chiamata almeno un paio di volte, prima che lei gli concedesse un briciolo di attenzione: non si trovava su quella strada bagnata di pioggia, il sangue non sgorgava più dai morsi che le aveva lasciato il puma.

Era al Mama Doe, seduta al solito tavolo, quello all'angolo accanto alla vetrata con la tenda di pizzo macchiata di caffè. La ragazza scosse piano la testa continuando a fissare Brian, la sua solita giacca di pelle marrone con il colletto di montone gli incorniciava il viso squadrato, facendolo somigliare ad un pilota di aerei della Grande Guerra. Teneva le braccia allargate sullo schienale delle sedute in una posa rilassata, al suo fianco Josie Baker stava con gli avambracci sottili posati sul tavolino, le mani giunte di fronte a sé, le labbra nere di rossetto economico da grandi magazzini arricciate di lato. Gli occhi azzurri e bistrati da uno spesso, esagerato strato di eye-liner la fissavano, Ellison vedeva la preoccupazione che celavano all'interno. Si trattenne dal provare un involontario moto di fastidio, così scosse leggermente le spalle, alzando le sopracciglia chiare.

- Cosa? - chiese, guardandoli come se si fosse appena persa un pezzo di conversazione. Non dovette nemmeno fingere troppo, perchè in effetti non aveva sentito nulla di quello che i suoi amici le avevano detto negli ultimi minuti.

Brian si fece sfuggire uno sbuffo, passandosi una mano tra i capelli corti e rossi, ma le sorrise.

- Stavi nel Paese delle Meraviglie, Alice? -

Josie gli scoccò un'occhiata veloce, senza nascondere una punta di rimprovero mentre si stringeva nelle spalle. Ellison parlò prima che potesse farlo la ragazza del suo amico.

- Se solo l'avessi almeno letto Brian. - rispose con tono monocorde ma non annoiato, quella battuta gliel'aveva sentita fare milioni di volte prima.

- Perchè dovrei? Ho giocato ad American Mcgee e visto i film. -

Ellison alzò un sopracciglio con aria scettica, prima di lasciarsi andare contro lo schienale della poltroncina, decidendo di dargli corda.

- E il cartone animato? -

- Una volta sola e mai più. -

- Colpa dei fiori con la faccia? -

- E la Regina, e le carte e...quel maledetto coniglio che beveva tè. -

- Era una lepre Brian, come faceva a...? Sai cosa? Non lo voglio sapere. - ad Ellison scappò una risata.

- Avevo quattro anni. - Brian aprì le braccia per giustificarsi ridendo, ma prima che potesse anche solo iniziare di nuovo a stuzzicarla, la ragazza al suo fianco lo anticipò, allungandosi leggermente verso l'amica dall'altra parte del tavolo.

- Ti senti bene Elle? - i suoi occhi azzurri, grandi come specchi, erano ancora pieni di apprensione.

Ellison inclinò il capo, facendosi finire una ciocca di capelli biondi di fronte al viso. Si sfiorò d'istinto la fascia blu che le sosteneva una delle braccia passandole intorno al collo e poi aggrottò di poco le sopracciglia, annuendo convinta.

- Sì, tutto bene. Davvero. - rispose, forzando un sorriso sulle labbra. - I dottori dicono che con la fisioterapia mi impegno ma non mi applico, una cinquantina di sessioni ancora e tornerò a funzionare al cento per cento! Il portafogli dei miei genitori sta già implorando pietà. - ironizzò alla fine.

Spezzare quella strana tensione era difficile, ma Brian si affrettò a fornirle un punto d'appoggio, esclamando.

- Stiamo parlando di colei che è sopravvissuta! Ora come minimo ci seppellirà tutti. -

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