Prologo

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E sono qui.
Ti sto scrivendo l'ennesima lettera. E anche questa volta, ti chiedo di lasciarmi in pace. Non riesco più a starti dietro.

Perché sono stufa di avere paura di stare su un pullman fra la gente perché mi sento inadeguata, di fare fatica a fare le scale, di camminare o di dover avere un cuscino
per sedermi.
Sono esausta di non mangiare e di invidiare chi "se lo può permettere".
Smettila di entrare nella mia testa e soprattutto di restarci fino all'esaurimento delle lacrime.

Ogni tanto, però, quando quel po' di amor proprio che mi resta fa capolino, penso che quella a cui servirebbe una lettera sono io.
Perché devo sapere che tutto il tempo che passa per dare "validità alla malattia", come dico sempre, in realtà è tempo
buttato nel cesso.
Va bene, cambiamo titolo.
Non è più una lettera al mio dolore. Non si sentirà più importante. È per me.

A te Ellery. Che ti senti inadeguata sul pullman e ovunque ti giri.
A te Ellery. Che invidi chi ha un rapporto col cibo ben diverso dal tuo.
A te Ellery. Che tappi la fame con
quello che sai bene non essere cibo e lo respingi senza proferire parola.
In quel silenzio apparente davanti a quel piatto che vorresti scaraventare a terra abbastanza forte da rompere entrambi. 
A te che ti senti vinta da tutto e la sera ti chiudi in stanza in preda a quell'attacco di panico ormai parte della routine.
E a te che quando esci pensi solo a come coprire i tagli.

El sei bellissima. E lo so che non ci credi e che vedi solo  ma in qualsiasi periodo della tua vita tu legga questa lettera sappi che vai bene così, io sono qui a ricordartelo, e anche lei... ci sarà sempre.

Devi sapere che il cibo non va meritato perché a ogni auto di lusso serve la benzina.
Devi sapere che come tieni bene le tue nuove Nike devi tenere bene te stessa.
La vita è troppo breve per cercare le calorie di una banana o ingegnarsi per smontare un temperino. Se avessi un cucciolo che rifiuta ogni alimento non lo forzeresti pur di tenerlo in vita? Non ti preoccuperesti? Non ti sentiresti in colpa perché in qualche modo potresti aiutarlo? Non gli diresti che è perfetto così? E poi chiediti: è meglio sentirsi in colpa ora per un piatto di pasta o avere rimpianti in futuro se ti resteranno i capelli deboli, le unghie viola e le ossa che non possono più reggere alcuno sport? O pensa se per colpa del male che ti infliggi non potessi nemmeno avere figli?

Cosa dirai ripensando a quando l'unica scialuppa di salvataggio era il mare in burrasca stesso? A quando hai ignorato i porti e i fari che tentavano di riportarti a casa? A quando per non tornare a casa... hai scatenato una tempesta.

A te, mia piccola El, perché so che tutto finirà. Presto.

Spazio autrice
Eccoci qui con questo prologo, è solo una piccolissima parte di ciò che passa per la testa della nostra Ellery, ditemi che ne pensate e votate con la stellina se vi è piaciuto, è sempre una mano che date all'autrice. Vi voglio bene ❤️
Lise

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