Harry avrebbe davvero dovuto iniziare a guardare dove camminava, si sarebbe risparmiato tantissime figuracce e lividi.
«Oops» disse al ragazzo dagli occhi blu con cui si era scontrato questa volta.
«Ciao, tutto bene?» gli chiese lui, riuscendo a trattenerlo per un braccio, evitando a entrambi di finire con il sedere sul pavimento del negozio di dischi, che quel pomeriggio non era molto affollato per cui ci sarebbero state maggiori possibilità che tutti lo vedessero e si facessero una risata se fosse caduto (considerando la sua sfiga sarebbe sicuramente finito in un primo piano nel video che due ragazzi stavano facendo con il cellulare, di fronte ai dischi di Michael Jackson).
Harry sbatté le palpebre un paio di volte per risvegliarsi dall'ipotetica situazione finita in tragedia che la sua mente aveva partorito.
«Sì, grazie, scusa, sono sempre distratto. Spero di non averti fatto male» gli rispose con un piccolo sorriso dispiaciuto mentre un ricciolo gli ricadeva sul volto. «The Fray? Ci stanno» continuò dopo aver abbassato lo sguardo sulla mano del ragazzo che ancora gli stringeva l'avambraccio ed essersi soffermato sul vinile che teneva nell'altra.
Il ragazzo abbassò lo sguardo confuso, come se si fosse dimenticato di cosa avesse tra le dita. «Sei la prima persona che incontro che li conosce e, immagino, li ascolta senza essere obbligato dal sottoscritto» sbuffò un sorriso che Harry trovò subito molto amichevole.
«Ascoltatore casuale in realtà, ma mi piacerebbe iniziare ad ascoltarli di più. In questo ho gusti forse più basici dei tuoi» alzò le spalle, mostrando a sua volta il disco tra le proprie mani: "Speak Now (Taylor's Version)".
«Situazione invertita, qui sono io l'ascoltatore casuale» rise in risposta.
Tra i due stava per cadere il silenzio, che il ragazzo dagli occhi blu aveva già deciso di rompere per presentarsi effettivamente alla persona davanti a lui, quando qualcuno lo precedette.
«Ehi, scusate. Harry, hai fatto? Liam ci aspetta all'uscita» si intromise un ragazzo biondo all'incirca della loro età.
«Sì sì, Niall, ci sono. Ciao ragazzo che ascolta i The Fray» lo salutò agitando la mano e con un ampio sorriso.
«Ci si vede ragazzo che dovrebbe ascoltare di più i The Fray» ricambiò, ridendo a sua volta, già rimpiangendo di non aver avuto il tempo e il coraggio di chiedergli come si chiamasse sui social. Anche se forse era meglio così, non voleva passare per un maniaco, se il destino lo avesse voluto si sarebbero rincontrati. Almeno sapeva il suo nome grazie al ragazzo che li aveva interrotti.Mentre si allontanava, Harry si voltò per guardare un'ultima volta quel ragazzo, e lo vide raggiungere i due che aveva notato prima, che presuppose fossero i suoi amici, ancora davanti alla sezione "Michael Jackson" probabilmente indecisi su quale vinile prendere.
«Chi era quello lì?» chiese Niall al suo migliore amico, quando erano ormai alle casse. Harry scrollò le spalle. «Uno che mi ha tenuto in piedi dopo che gli sono finito addosso. Ha anche degli ottimi gusti musicali... peccato che io non abbia fatto in tempo a chiedergli come si chiama.»
***
«Due minuti di ritardo» lesse sullo schermo Niall ad alta voce.
Era ormai tardo pomeriggio e i due ragazzi stavano tornando a casa, dopo aver salutato il loro amico Liam in seguito a un'intensa giornata passata in centro città sotto il freddo sole di metà febbraio.
«Menomale che Londra ha la metropolitana, altrimenti questi due minuti sarebbero diventati più di mezz'ora con qualsiasi altro mezzo di trasporto» Harry ringraziò qualsiasi divinità esistente, mentre si sedeva accanto al suo migliore amico sull'unica panchina libera.
«Vero... ehi, quello non è il ragazzo con cui ti sei scontrato al negozio?» gli chiese poi accigliato, guardando alla loro sinistra.
Harry lo osservò, in effetti era lui, stessi jeans e stessa maglietta bianca, e questa poteva essere la sua nuova occasione per andargli a parlare.
Ma era il caso?
Non che non volesse, ma sarebbe passato per un tipo strano se gli si fosse avvicinato senza un motivo, no? E poi stava parlando al telefono.Forse le divinità ringraziate prima dovevano essere di buon umore quel giorno, perché non appena Harry finì il pensiero, vide il ragazzo terminare la chiamata e poi passarsi entrambe le mani sul viso, come se fosse stanco... o triste.
Prima che potesse rendersene conto, il riccio si ritrovò in piedi e con le gambe a muoverlo verso lo sconosciuto non-così-sconosciuto.
«Ehi, ciao, sono il ragazzo di questo pomeriggio, quello che ti è quasi caduto addosso, scusa ancora a proposito. Ehm, io volevo solo chiederti il tuo nome, al negozio di dischi non ho fatto in tempo» esclamò tutto d'un fiato Harry una volta arrivato accanto a lui, la testa leggermente inclinata e il corpo a dondolarsi sui talloni.
Wow, si stupì di sé stesso, per una persona che in passato avrebbe avuto ansia anche solo a respirare non se la stava cavando male, anzi, se la stava cavando fin troppo bene.
«Oh, ri-ciao» lo salutò l'altro dopo un secondo di silenzio in cui la testa cercava di connettere cosa era appena successo. «Sono Louis» disse infine portando una mano in mezzo a loro.
«Harry» disse stringendogliela con la sua. «Senti, non per essere invadente, ma è tutto okay? Ti ho visto chiudere una chiamata e poi mi sei sembrato... non so, triste. So che non sono affari miei e che non ti conosco ma-» si interruppe notando lo sguardo che si era formato sul viso di Louis.
«No, io...» il ragazzo dagli occhi blu si morse un labbro «diciamo solo che ho ricevuto una notizia che avrei preferito non riceve, ma è tutto okay. Grazie per l'interessamento» gli sorrise infine sincero, un sorriso che scaldò il cuore di Harry.
Il suono della metropolitana che si avvicinava li risvegliò dalla loro bolla.
«Io devo andare» si riscosse Louis, iniziando ad avvicinarsi al binario «Ciao Harry» gli sorrise un'altra volta prima di voltarsi, raggiungere i due ragazzi dai quali si era allontanato per rispondere, gli stessi che erano nel negozio, e poi salire sul vagone.
Harry rimase fermo dov'era mentre il suo migliore amico lo raggiungeva di corsa con anche le sue cose in mano.
«Non startene lì impalato, è la nostra corsa» gli sbuffò contro cercando di spingerlo verso la metro.
«No» lo fermò Harry «prendiamo la prossima, tanto passa tra cinque minuti, così non passo per stalker» e sebbene già sentisse la voglia di rivedere un ragazzo che probabilmente non avrà mai più l'occasione di incontrare, se non nei propri sogni, ci teneva a non passare per un mal intenzionato.
Se il destino lo avesse voluto ci sarebbero state altre occasioni.
***
Quella sera Harry faticò a prendere sonno, continuava a rigirarsi tra le lenzuola mentre la sua mente continuava a riproporgli un paio di bellissimi occhi azzurri.
«Louis...» si rigirò quel nome tra le labbra mentre decideva che il giorno seguente avrebbe provato a cercarlo sui social. Non ce l'avrebbe mai fatta con così poche informazioni (un nome, un negozio di dischi e una band, ma andiamo) ma almeno sembrò rassicurare il suo cervello, che dopo pochi minuti finalmente gli diede tregua, permettendogli di sprofondare nel mondo dei sogni.
- ANGOLO AUTRICE -
ciau cuori
come state?eccoci qui con una nuova storia.
cosa ne pensate per ora?vi avviso che i capitoli (che saranno 5 in totale) non arrivano mai alle 2000 parole, per cui sarà una ff molto breve.
il prossimo aggiornamento sarà martedì, e così via un giorno sì e uno no fino al 16.ditemi, avete notato il primo easter egg di richi e dadda? 👀
nei prossimi capitoli ce ne saranno mooolti altriun abbraccio a tuttɜ, vi voglio bene
-A xx
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Enchanted || Larry Stylinson
FanfictionIl pessimo equilibrio di Harry lo fa scontrare con un bellissimo ragazzo dagli occhi colore del cielo in un negozio di dischi, a Londra, ma i due non fanno in tempo a presentarsi e decidono di fare affidamento sull'universo, sperando che questo li f...