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Josh

Mi vuole accompagnare a casa?
Lo guardo cercando di capire il motivo.
Dalla sua espressione sembra sincero, non obbligato da mio fratello. Non sembra scocciato. Ha gli occhi scuri puntati su di me, quasi mi mettono in soggezione.

Non riesco a non guardare il suo petto nudo, proprio davanti a me. Cerco di non sbirciare troppo, ma mi é inevitable. I pettorali scolpiti mi attirano e anche le braccia spesse sono invitanti. Deglutisco scacciando i pensieri discutibili che mi salgono in mente. L'indecisione mi pervade, cosí cambio discorso. La lettera per il coach.

«La lettera?» La indico con la mano libera e il suo volto sembra illumimarsi.

Sen'era dimenticato.

«Puoi darla a me. La metteró domani nel suo ufficio. Ma tra tutte quelle che deve ancora leggere e rispondere tramite email, non credo se ne ricorderà. E se lo farà, sarà per un miracolo quasi impossibile» sospira mettendosi le braccia sui fianchi.

Sarà esausto, si allenano praticamente tutti i giorni e ora che ci sarà il torneo primaverile, tra un mese, li staranno tartassando.

Poi, da quello che so, manca anche un menager per la squadra. Vorrei tanto farlo io e le iscrizioni sono aperte fino all'uno marzo. Cameron si continua a lamentare con nostro padre, potrei farlo io, peró devo pensarci su.

Mi strofino una mano sulla faccia, senza ricordarmi che lui é davanti a me. Arias mi guarda e cerco di attegiarmi da persona normale.

«É impegnato per il torneo?» esordisco io, non sapendo cosa dire.

Lui annuisce, sbattendo le palpebre lentamente.

«Esattamente. Non ci lascia un attimo, il che non mi dispiace perché comunque questo sport mi piace, ma il mio corpo ne risente. Vuole organizzare delle amichevoli tra le altre scuole con un club di pallavolo, ma finché non troveremo un menager non possiamo fare praticamente nulla. Ci serve uno studente che si occupi di caricare la squadra, di aiutarci con gli asciugamani negli intervalli tra le partite. Insomma, tutte cose che nessuno vuole fare. La squadra di calcio ha ben tre menager, stessa cosa quella di basket. Forse loro ne hanno due» Si ferma un attimo per pensarci. «Comunque non é quella la cosa rilevante. Loro ne hanno tre e noi neanche uno. Quelli del primo anno non si sono proposti al club di pallavolo ed é un grosso problema. Possiamo comunque participare al torneo, ma senza menager sarà un pó difficile» inspira per riprendere fiato.

Rimango con la bocca schiusa. Hanno un sacco di cose a cui pensare. Il coach Sinder sarà infuriato. Forse potrei farlo io... No ma cosa dico. Vedrei mio fratello piú del dovuto, ma vedrei anche Arias piú del dovuto. Risulterebbe sospetto se entrassi... No?

«Sembrate piuttosto impegnati. Comunque é meglio che ti cambi prima che riempi tutto il resto della palestra d'acqua» dico riferendomi alle goccioline che gli cascano dal corpo, soprattutto dai capelli.

Lui annuisce e mi da le spalle per poi fermarsi.

«Quindi ti dò un passaggio?» mi chiede girando la testa verso di me.

Annuisco e mi lascia solo nella palestra.
Mi guardo un pó in torno: le balconate sono piene zeppe di cartelloni delle ragazze ne che vengono a vedere gli allenamenti.

Mi domando come non possa esserci un menager per questa squadra. Insomma, i ragazzi sono molto gentili e popolari, perché a nessuno é venuta l'idea di lavorare con loro?

Mi sforzo di trovare una soluzione, ma niente. Non ho la piú pallida idea del perché nessuno voglia lavorare con questi bellissimi ragazzi.

«Arias, muoviti» Appena finisco di pronunciare la frase, suona la campanella.

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