Capitolo 5: riparo

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La notte cupa aveva avvolto il paesaggio circostante, ad illuminare il cielo solo gli astri che, con la loro ammaliante lucentezza, lasciavano scorgere le cime dei monti e delle mura in lontananza, che si facevano sempre, sempre più piccine. Lorelai camminava affiancata dalla fidata amica che, notevolmente provata dal flusso di emozioni ed eventi della giornata, si stropicciava gli occhi color smeraldo, talvolta sbadigliando. <<Credi che troveremo un luogo sicuro?>> Chiede poi con voce esausta, concludendo la frase con un grande sbadiglio a bocca spalancata. <<Non preoccuparti, troveremo sicuramente un luogo dove stare, almeno per stanotte>>.

Elfrida era più giovane di Lorelai, totalmente differente da quest'ultima. Mentre Lorelai era definita da un carattere apparentemente passivo o talvolta freddo, sebbene non affatto cattiva o egoista, la compagna godeva di una solare personalità, dolce e ingenua, perfettamente a contrasto con il cupo e malridotto luogo in cui era stata spiacevolmente cresciuta ed educata ai buoni e giusti doveri di una mercenaria.
Il suo aspetto le garantivano quindi un aria da bambolina, capelli ramati tendenti ad un acceso arancio che cadevano fino al di sopra delle spalle, occhi grandi e verdi, uno di quei verdi accesi che raramente riescono a non rimanere impressi nella mente. Alcune lentiggini le tappezzavano qua e là il naso alla francese, e un piccolo neo che caratterizzava ancor di più quel faccino dall'aria viva e brillante.

Dopo ore che sembravano non passare mai, finalmente in lontananza si scorge quella che sembra essere una piccola catapecchia di legno, dal modo nella quale si presentava poteva benissimo dirsi che era abbandonata l, lasciata a sé stessa in mezzo a quell'infinito verde. Le due giovani decidono quindi di passare la notte al suo interno, al riparo da *qualsiasi cosa* ci sia al di fuori.

La casuccia si presentava con una sola piccola stanza, fornita di un rovinato e imbrattato da muffa e polvere che riempiva l'abbastanza spoglia e unica sala. Sulla parete laterale, un piccolo caminetto permetteva di riscaldare quel piccolo spazio nelle giornate più fredde e rigide, davanti ad esso era piazzata una sediola in legno scuro, perfettamente dello stesso legno con il quale la piccola dimora era stata costruita. Non presentava nessuna camera da letto o bagno, ma poco importava, più significativo era il fatto fi aver finalmente trovato una dimora "stabile", almeno per la notte.

Lorelai guardava, persa nei suoi pensieri, il basso soffito incupito dal fumo che il camino lasciava alzare, una piccola finestrella lasciava che il suo volto e quello della compagna fossero illuminati da una tenera luce lunare, che coccolava come una madre i loro giovani volti. Elfrida invece dormiva come un ghiro, distrutta dalla frenetica giornata, accoccolata come una piccola bimba alla compagna. Intorno a loro regnava la quiete più totale, solo qualche grillo lasciava udire il suo canto soave.

Poi un boato, seguito da un altro, poi da un altro ancora.

Elfrida spalancó subito gli occhi allarmata, mentre frettolosamente si metteva in piedi <<Cos'era... quel rumore>> chiese la ragazza in preda panico, <<Ho paura... ho paura sia un gigante>>, rispose fredda, ma allo stesso tempo spaventata Lorelai, che come farebbe una ciocca strinse a se il piccolo pulcino, stretto stretto fra le braccia, <<Andrà tutto bene>> ripeteva senza sosta.
I boati diventavano sempre più forti.

Tutto d'un tratto, peró, terminarono.

Regnava di nuovo il silenzio.

Lo sguardo delle due si sposta sulla finestrella adesso oscurata da un ombra.

Si trovava lì fuori.

Ad Elfrida venne spontaneo coprirsi con entrambi le mani sudate la bocca, il suo respiro si faceva sempre, sempre più pesante.

I giganti sono creature senza scrupoli, qualunque cosa si trovi sotto le loro mani viene rasa al suolo, e ogni essere umano divorato, senza differenze fra ricchi o poveri, giovani o vecchi, donne o uomini. Il tuo destino, davanti ad un gigante, é segnato.

Il respiro di Lorelai, invece, era come congelato. Gli occhi fissi sulla finestrella. Non osavano muoversi da lì.

Ed il tempo si congelò.

Figlia delle mura: An AOT story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora