Tutto d'un tratto, un tonfo rompe il silenzio, mentre gli occhi delle giovani, divorati dal panico, si alzano lentamente verso l'alto.
E tutto d'un tratto il soffitto era scomparso, rimosso dall'imponente mano dell'essere abominevole, che con grigi e vuoti occhi fissava insistentemente Lorelai ed Elfrida, che non osavano muovere neanche il più piccolo ed insignificante muscolo dei loro corpi.Dovevano fuggire. Dovevano sopravvivere.
In quel preciso istante, l'animo di Lorelai venne travolto da un calore furioso ed incandescente, che secondo dopo secondo inebriava ogni piccolezza del suo corpo. Una fiamma ardente di speranza e volontà di vivere. Non le era mai accaduto prima.
Lei doveva vivere.
Se ne rese conto solo in quel preciso istante, proprio nel momento la cui la sua vita e quella della persona alla quale più di tutti teneva si trovava appesa ad un filo, come quei funamboli la quale sorte potrebbe essere segnata da un piccolissimo soffio di vento.
Il cuore ardeva, l'animo urlava.
<<corri!>> Urla Lorelai con tutta la voce che le rimaneva in corpo. Afferra frettolosamente la mano di Elfrida. É sudata, trema. Si precipitano verso la porta d'ingresso della baracchella, che si trova dal lato opposto del gigante.
E corrono via, fuggendo dalle braccia della morte.
Ma la morte é insistente, una di quelle persone che se desidera ostinatamente qualcosa, la ottiene......Non importa a quale prezzo.
Ma le giovani, ahimè, non sono le uniche a correre. Non appena il gigante nota che le sue piccole prede se la sono data a gambe, non perde l'occasione di seguirle. Boato dopo boato la terra trema sotto i loro piedi, si avvicina sempre di più.
E poi, un tonfo.
Lorelai cade a terra a causa della frettolosità con la quale stava muovendo, si rende conto che la morte alla fine ha vinto
Lei vince sempre.
Il destino si trova intrecciato come un filo di seta alle mani della piccola Elfrida. Era congelata, fredda e pallida come un morto. Forse lo é persino, morta, o almeno così diresti a primo impatto. Lo sguardo vispo che caratterizzava i suoi dolci occhi ora si é mutato. Non trasmette più la gioia della giovinezza che tanto lei amava. Era come una bambola di porcellana. Se ne stava lì, a respirare a malapena, in attesa della falce della morte.
L'unico e solo movimento che il suo corpo le permise di compiere é quello di alzare lo sguardo verso il gigante, che ormai le aveva raggiunte. Le guarda, con le fauci spalancate e gocciolanti di saliva, alitava pesantemente. Allunga lentamente la mano, la preda si trovava a terra, sarà semplice raccoglierla per poi inserirla tutta in bocca e mandarla giù.
I centimetri che separavano la spalancata mano della bestia al copro a terra di Lorelai si facevano sempre e sempre meno.
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Quindi é vero.
É vero quello che dicono, che quando stai per morire, proprio lì, a pochi istanti, la vita ti scorra davanti. Come miliardi di lampi abbaglianti, un ricordo sorpassa l'altro, veloce, rapido ed indolore. É quasi una bella sensazione, la definirei pacifica...Non che la mia vita meriti di essere ricordata, dopotutto.Quindi é così che la morte mi abbraccia a sé, non é vero?
Elfrida, promettimi una cosa.
Promettimi che troverai la libertà anche senza di me.Ora respira, che andrà tutto bene.
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Figlia delle mura: An AOT story
FanfictionUna giovane cortigiana proveniente dalla città sotterranea scappa, recandosi in superficie verso un futuro migliore, ignara dell'intera esistenza delle mura e dei giganti. Scoprirà solo poi che le sue aspettative sulla vita in superficie erano ben d...